1307-2007 settimo centenario della fine del Tempio

Un sigillo dei Cavalieri Templari
Un sigillo dei Cavalieri Templari.

Settecento anni or sono, all’alba del 13 ottobre 1307, mentre i Templari di tutto il regno di Francia assistevano alle funzioni religiose, gli uomini di Filippo IV il Bello, con un’operazione di polizia pianificata nei minimi dettagli, irruppero nelle chiese, case e fattorie dell’Ordine del Tempio, arrestando tutti i presenti. In seguito vennero istituiti due processi: il primo, dal 19 ottobre al 24 novembre 1307, gestito dagli inquisitori del re, il secondo dall’8 agosto 1309 al 5 giugno 1311, voluto da papa Clemente V; processi che terminarono il 18 marzo del 1314 con il tragico rogo del maestro Jacques de Molay e dei suoi dignitari sull’Ile des Juifs, nel mezzo della Senna. Durante questo lungo periodo vennero ascoltati più di 500 cavalieri templari, oltre a vari testimoni laici.

La cattura dei Templari rimase talmente impressa, in senso fortemente negativo, nell’immaginario collettivo europeo, da generare la superstizione che il venerdì 13 fosse un giorno sfortunato e il venerdì 13 ottobre 1307 il più infausto di tutti: il venerdì maledetto.

Fortezza templare Al Shobak (Giordania)
Fortezza templare Al Shobak (Giordania). Clicca per ingrandire.

Due secoli prima a Gerusalemme. L’Haram-es-sherif (la spianata del Tempio) sotto la Moschea El-Aqsa era ritenuta essere stata occupata anticamente dal palazzo di Salomone. Su questo luogo (che è tutto il recinto sacro musulmano o area del Tempio) dove al tempo di Gesù sorgeva il Tempio di Erode, in epoca musulmana furono edificate due cosiddette Moschee (in realtà, per l’etimologia e la storia, moschea è tutto il recinto) dal califfo ‘Abd el-Malik (circa 700 d.C.; 68 dell’Egira), cioè la Cupola della Roccia e la Moschea El-Aqsa.

All’inizio dell’epoca crociata presso la moschea dimoravano i re di Gerusalemme, i quali cedettero poi tutto ai Templari quando fu pronto il nuovo palazzo reale presso il Santo Sepolcro. Da quel momento la moschea divenne sede dei Monaci Cavalieri del Tempio che la chiamarono Palazzo di Salomone.

Santo Sepolcro di Gerusalemme - Croci templari
Santo Sepolcro di Gerusalemme – Croci templari. Clicca per ingrandire.

I Monaci Cavalieri del Tempio – detti anche “Cavalieri Frati” o “fratres” – hanno fatto scrivere, spesso a sproposito, fiumi di inchiostro.

Più semplicemente, conservano inalterato un mix di curiosità, fascino ed anche timore, per vari motivi:

– La natura stessa del loro Ordine.

Unico caso di ecclesiastici dediti sia alla contemplazione come alle armi: un’Ordine monastico-cavalleresco ispirato da Bernardo di Chiaravalle che scrisse il “De Laude Novae Militiae”, manifesto della loro attività. l legame tra Bernardo e i Templari è strettissimo, tanto che si possono considerare il braccio armato dell’Ordine dei Cistercensi cui Bernardo appartiene.

Bernardo è l’uomo dalle due spade: quella spirituale e quella temporale che devono integrarsi. Disprezza la Cavalleria, dalla quale del resto proviene, e sogna di incanalarne lo spirito violento nel servizio di Dio.

Come i capi arabi hanno trasformato i predoni in combattenti per la “Jihad” – la Guerra Santa, i capi cristiani adottano la stessa strategia per la Crociata, volta a proiettare verso gli “infedeli” le energie aggressive dei cavalieri.

In questo progetto, gli Ordini religiosi militari adempiono una funzione fondamentale: sono di stimolo ed esempio agli altri, costituiscono una specie di Crociata permanente. Ogni Ordine religioso militare persegue uno scopo assistenziale e insieme difensivo. È un monaco con la spada con la proibizione assoluta di glorificarsi in alcun modo, anche per azioni militari eroiche.

Bernardo di Chiaravalle ha inventato il codice di comportamento della nuova Cavalleria e l’ha scritto pensando ai Templari. Li ha voluti poveri e anonimi. Il loro motto dice “Non a noi, o Signore, ma al Tuo nome dà gloria”.

Così poveri che sul loro sigillo sta impressa l’immagine di due uomini su un solo cavallo.

Questa metafora ha altre interpretazioni: la convivenza del monaco e del guerriero nel Templare, la doppia natura dell’uomo: spirituale e materiale, il doppio combattimento contro i nemici diabolici e quelli terreni.

La loro Regola dice comunque che dovevano prendere il pasto a due a due da una sola scodella e sempre a due a due (come i Catari) dovevano uscire dalle Commende per difendersi meglio dagli agguati e dalle tentazioni della carne…

I Templari portano lo stesso manto bianco dei Cistercensi con una croce rossa – prima patriarcale e quindi patente – sulla spalla sinistra. I “sergenti” e gli scudieri vestono di scuro.

Anche il loro vessillo, il Baussant, è bianco e nero, secondo la dialettica “luce-buio”.

– La loro fine.

Si è avuta una recente conferma che i Templari erano innocenti; restarono fedeli persino a una Chiesa che li perseguitava. Si ostinarono a difendere il loro Ordine malgrado le torture e i roghi. Nessuno dei loro persecutori (l’ambizioso re di Francia Filippo IV il Bello, il suo subdolo ministro Nogaret ed il debole papa francese Clemente V) ebbe il tempo di rallegrarsi del loro sterminio: il principale accusatore morì l’anno precedente, mentre il papa ed il re l’anno stesso del rogo dell’ultimo Templare.

– Il mistero.

Fin dall’inizio i Templari avrebbero costituito un ordine di carattere iniziatico, a tre successivi livelli: il primo grado che abbracciava i cavalieri ricevuti sotto la sola pubblica regola; il secondo che obbligava al giuramento di non abbandonare mai più l’Ordine ed infine il terzo ai dignitari maggiori a cui era riservata la “cognizione delle segrete leggi”.

Si ritiene che il loro vero obiettivo – voluto da Bernardo di Chiaravalle – fosse quello di recuperare qualcosa che era nascosto in Terra Santa, forse nei sotterranei del Tempio di Gerusalemme. Pare cercassero e avessero trovato (e qui è doveroso il condizionale) l’Arca dell’Alleanza, i segreti costruttivi che permisero di edificare le cattedrali gotiche. La genialità delle soluzioni adottate rispetto alle conoscenze e degli strumenti scientifici disponibili è, a tutt’oggi, motivo di stupore e ammirazione: nella cattedrale gotica l’adozione dell’arco a sesto acuto in sostituzione di quello a tutto sesto del romanico; il sistema degli archi rampanti in sostituzione dei contrafforti sono soluzioni ancor oggi sorprendenti.

Potenti e temuti in Europa, erano considerati le guardie dei pellegrini che proteggevano da briganti e calamità naturali, mentre in Terrasanta costituivano l’ultimo baluardo della Cristianità, con i loro imprendibili castelli ma soprattutto con la loro autorevole presenza.

Il loro coraggio era leggendario ma sapevano anche garantire lunghi periodi di pace con le popolazioni mussulmane ed ebraiche, con le quali si confrontarono per due secoli assimilandone usi e rituali.

Non solo, quindi, uomini d’arme, ma anche una presenza importante nel delicato – e tutt’ora precario – equilibrio di luoghi sacri a tre religioni.

Approfondendo la vicenda dei Templari e la loro fine, ho maturato la convinzione che, escludendo casi isolati che non possono rappresentare la regola, avessero rinnegato la Fede solo sotto i tormenti della tortura. Molti preferirono morire piuttosto che abiurare, altri ritrattarono in seguito e per questo, compreso l’ultimo Gran Maestro Jaques de Molay, finirono la loro esistenza tra atroci tormenti.

Massimo De Rigo

È tra i fondatori e gli animatori dell’Associazione Amici Cascina Linterno. L’Associazione “Amici Cascina Linterno” è un’Associazione senza scopi di lucro, costituitasi il 13/07/1995. I nostri scopi sono: la salvaguardia e la valorizzazione di Cascina Linterno, di cui si hanno notizie documentate a partire dal XII secolo; la sua difesa da interventi speculativi; il mantenimento dell’attività agricola che si svolge e la conseguente tutela dell’ambiente e del territorio circostante, segnatamente al Parco delle Cave; la divulgazione degli usi e dei costumi rurali, patrimonio irrinunciabile della collettività; il recupero e la conservazione di strutture, spazi e manufatti altrimenti destinati all’abbandono, oppure ad usi impropri che ne stravolgerebbero la natura originaria.

L’associazione persegue i suddetti scopi per mezzo di iniziative di vario tipo:

  • Didattico, con incontri con le scolaresche e visite guidate alla Casina ed al parco delle Cave.
  • Sociale, per mezzo della collaborazione attiva con altre associazioni di volontariato, che culmina con la “Giornata della Solidarietà” che si tiene la terza domenica di maggio.
  • Ricreativo e divulgativo, grazie ad attività di incontro e di intrattenimento rivolte alla cittadinanza ed in particolar modo ai bambini.
  • Culturale, con l’organizzazione di convegni e dibattiti aventi come tema la storia del territorio, l’ambiente e l’agricoltura e con la realizzazione di mostre fotografiche e pittoriche.

Aspetti organizzativi:

  • La Riunione settimanale (tutti i Venerdì sera, ore 21) si tiene nella Sede dell’Associazione presso la Cascina Linterno in Via Fratelli Zoia 194 a Milano.
  • La cascina è raggiungibile con gli autobus ATM 67-63-78 e con la Metropolitana linea 1 fermata Bisceglie.
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