La Battaglia degli Speroni d’Oro

La battaglia di Courtrai in una stampa del XVI secolo

di Ornella Mariani.

Guldensporenslag o Battaglia degli Speroni d’oro fu lo scontro combattuto l’11 luglio del 1302 nella pianura di Groniga, nei pressi di Courtrai, fra i Francesi e Fiamminghi insofferenti al regime di Filippo IV il Bello che, due anni avanti, gli aveva imposto onerose gabelle e aveva militarizzato l’area per consolidarvi la propria sovranità.
Gli si era contrapposto duramente Guy de Dampièrre.
Sposato a Matilde di Béthune, che aveva portato in dote la Marca di Namur, nel 1251 egli era stato associato dalla madre Margherita di Costantinopoli al governo della Contea di Fiandra in successione al fratello Guglielmo III e si era distinto nelle continue guerre tra i Principati dell’ex Lotharingia. Signore anche di Nevers per effetto delle seconde nozze con Isabella di Lussemburgo, dopo aver preso parte al conflitto ereditario del Limburgo, a margine del Trattato di Grammont del 1294 Guy aveva promesso in moglie la propria figliastra ad Edoardo I Plantageneto, urtando la suscettibilità di Filippo IV.
Deciso ad ostacolare il connubio, profittando dell’impegno bellico del Sovrano inglese con William Wallace, costui aveva convocato il Conte e la futura sposa a Parigi; li aveva fatti arrestare; aveva insediato nella regione Jacques de Saint-Pol come Governatore di stretta fiducia ed infine l’aveva invasa.
Solidali col loro Signore, i Fiamminghi erano insorti, ma erano stati battuti a Furnes nel 1297. Il conseguente Trattato di Montreuil, concluso con la mediazione di Bonifacio VIII, se da una parte aveva visto Guy temporaneamente libero sulla parola, dall’altra non aveva impedito al Capetingio di annetterne la Contea alla Corona.
In effetti, la belligeranza fra Filippo IV ed Edoardo I era stata aggravata proprio dall’alleanza di quest’ultimo con la potente famiglia fiandrina e le ostilità, pur cessate con l’intesa di Montreuil, non avevano sedato il risentimento della Corona francese che, per punire i Dampièrre, aveva sottoposto le Fiandre ad una intollerabile politica vessatoria.
Tale atteggiamento aveva sollevato la reazione della Popolazione, che aveva vissuto l’arresto del Conte come una insopportabile sopraffazione e come una indebita interferenza negli affari politici e commerciali locali. Al di là del risentimento nei confronti del Dampièrre, infatti, le reali motivazioni del Capetingio avevano carattere economico: Bruges deteneva l’esclusiva dell’ importazione della lana dei montoni inglesi e, quando Edoardo I aveva installato un punto di vendita per trattare affari direttamente con gli importatori, egli si era sentito scavalcato; escluso dal controllo degli incassi e pressato da speculatori miranti ad acccaparrarsi il monopolio.
La sua rappresaglia, perciò, era consistita di un ulteriore inasprimento delle tasse.
Nel 1301, contro tale situazione il tessitore guercio Pieter de Coninck aveva animato una violenta insurrezione, insanguinando Bruges. La rivolta era stata domata ma, all’alba del 18 maggio dell’ anno successivo, gli irriducibili ribelli si riorganizzarono e, penetrati nelle case dei Francesi residenti, li massacrarono nel sonno assieme alla guarnigione reale di stanza, mancando il solo Governatore, datosi per tempo alla fuga.
L’evento, passato alla storia col nome di Matines de Bruges, infiammò Gand e contagiò altri centri che, in previsione della durissima reazione del governo centrale, raccolsero una forza di oltre undicimila uomini e li armarono di picche e di goedendag o geldon: una sorta di bastone dotato all’estremità di un rinforzo cilindrico di ferro e di un sottile spuntone utile ai colpi di punta.

Capeggiati da un gruppo di Aristocratici fra cui Guy de Namur e Guillaume II de Juliers, rispettivamente figlio e nipote del Dampièrre, i Fiamminghi si prepararono a contenere l’offensiva di Filippo attendendone le truppe nella belga Courtrai, dopo avere occupato una postazione difensiva compresa tra due fiumi e due canali opportunamente scavati per condizionarne i movimenti.
La zona era stata scelta per il suo essere imprescindibile nodo di transito verso Bruges e per la insidiosità del territorio contiguo che, delimitato dalle acque, inibiva all’avversario ogni eventuale via di fuga in caso di rotta sia verso Nord che verso Ovest. A Sud e ad Est, invece, erano state scavate lunghe e profonde trincee, a completamento di quel quadrilatero entro il quale i ribelli contavano di ridurre l’effetto d’urto della leggendaria Cavalleria capetingia.
Alla testa di tremila Cavalieri e circa cinquemila Fanti, Roberto d’Artois ed il figlio Filippo raggiunsero Kortrijk – oggi Courtrai-; prudentemente esplorarono l’area e pagarono una serie di Agenti che gli rivelassero i pericoli del terreno e indicassero la esatta ubicazione dei canali.
Tre giorni dopo, sentendosi pronti a sferrare l’attacco, orientarono la marcia delle avanguardie fino al limitare dei fossati dietro i quali, in formazione ad ELLE, erano attestati i Fiamminghi: iniziò un insignificante scambio di verrettoni di balestra che indusse i Francesi a simulare la ritirata prima di impegnarsi nell’affondo. Pronta a resistere, la Fanteria fiandrina contenne la violenza dei Cavalieri in carica mantenendosi fortemente coesa e li abbatté a colpi di picche e di goedendag, ricacciandone i cavalli verso le insormontabili linee trincerate.
La spedizione punitiva di Filippo IV si risolse, così, in un epocale disastro: sotto i colpi della agguerrita resistenza locale cadde anche Roberto d’Artois, mentre i superstiti furono a lungo inseguiti. A sera, cominciò lo spoglio dei cadaveri: centinaia di speroni d’oro furono rimossi dai loro talloni e simbolicamente deposti nella cattedrale di Courtrai, la cui Vergine aveva assistito la vittoria.
La battaglia segnò il declino del conflitto fondato sull’uso della forza d’urto della Cavalleria feudale che, dopo aver per secoli dominato lo scenario di guerra, fu soverchiata dall’agilità della Fanteria; il successo dei ribelli, tuttavia, non impedì a Filippo IV di conservare il dominio sulla irriducibile regione riservandosi di punirla in seguito.
Nel 1303, con la Pace di Parigi, egli riconobbe ad Edoardo I il possesso dell’Aquitania in cambio del non intervento in Fiandra; si pose poi personalmente a capo dell’esercito; assediò Thèoruanne col sostegno del Condottiero italiano Castruccio Castracani e sconfisse i Fiamminghi prima sul mare a Zirikzee e poi a terra a Mont-en-Pèleve, nel 1304; ma la tenace e strenua opposizione locale attorno a Lille e le violente ostilità apertesi fra la sua Monarchia ed il Papato di Bonifacio VIII lo indussero a negoziare quella tregua sancita dalla Pace di Athis-sur-Orge, il 17 settembre del 1305: se la Francia entrava in possesso di Béthune, di Douai e della stessa Lille, le Fiandre conquistavano l’ambìta indipendenza.
Il 2 marzo di quello stesso anno, in prigionìa, s’era spento Guy Dampièrre prima di vedere realizzato il sogno suo e della sua gente. Tra i suoi sedici figli, spiccarono il Conte di Theate Filippo di Béthune, che combattè contro Manfredi di Svevia a Benevento, accanto al suocero Carlo I d’Angiò, e Guy de Namur che, dopo essersi battuto a Courtrai, morì nell’assedio di Brescia ove s’era portato al seguito dell’Imperatore Enrico VII di Lussemburgo;
L’epica Guldensporenslag è solennemente festeggiata ogni anno nelle Fiandre.

Bibliografia
G. Duby: Storia della Francia
C. Gauvard: Le Moyen Age


english_american_flag_icon

THE BATTLE OF GOLDEN SPURS
Guldensporenslag or Battle of Golden Spurs is the bloody encounter that happened on July 11, 1302 in the Groniga Plain, near Courtrai, between the French and the Flemish. The latter in fact had had enough of Filippo V Il Bello’s regime; two years before he had imposed heavy taxes besides militarizing the area to consolidate his own sovereignty.
Guy de Dampiérre had made a hard opposition to this situation: he was married to Matilde of Béthune, whose dowry also consisted in the Marca of Namur. In 1251, together with his mother Margherita of Constantinople, he jointly governed the Flanders County stepping into the place that had previously belonged to his brother Guglielmo III hero of the continuous wars between the Principalities of ex-Lotharingia.
Guy was also Lord of Nevers thanks to his second marriage to Isabella of Lussemburgo and after participating to the Limburg’s hereditary conflict, at margin of the Gramont Treaty in 1249, he had promised in marriage his step-daughter to Edward I Plantagenet, causing Filippo IV’s irritation. Filippo was determined to impede the marriage and taking advantage of the English King’s war engagements with William Wallace, he had summoned to Paris the Count and the future bride and had them arrested; he then also installed his trusty man Jacques de Saint-Pol as Governor of the Region, which he finally invaded.
The Flemish, loyal to their Lord, had rebelled, but were defeated at Furness in 1297. The resulting Montreuil Treaty, concluded with Boniface VIII’s mediation, gave Guy temporary freedom on-parole but allowed the Capetingio to annexe the County to his own Crown.
Actually, the belligerence between Filippo IV and Edoardo I had worsened because of Edoardo’s alliance with the powerful Flanders Family and the hostilities, which had ceased with the Montreuil Treaty, had in no way weakened the French Crown’s resentment and, as a punishment to the Dampiérres, he had put the Flanders under intolerable political pressure.
The situation had raised the people’s reaction, who had regarded their Count’s arrest as an unbearable abuse and wrongful interference in the local political and commercial business.
As a matter of fact, besides his personal resentment for Dumpierre, the Capetingio’s real resentful motivations had also economical aspects: Bruges had the exclusive wool-import of English rams and when Edoardo I had settled a selling-point for direct business with the importers, he felt he had been supplanted, excluded from the control over gains and pressed by speculators trying to achieve the monopoly. Thus his act of retaliation had consisted of a further tax-embitterment.
Against such situation, in 1301, the one-eyed weaver Pieter de Coninck had organized a violent insurrection that had blooded Bruges. The rebellion had been put down, but on May 18 of the following year at dawn the untameable rebels reorganized themselves, broke in the houses of the resident French people catching them in their sleep and made a massacre, killed the Royal garrison but missed the Governor who had had enough time to escape.
This event, named Matines de Bruges, inflamed Gand and had contaminating effects on other centres that, foreseeing the central-government harsh reaction, gathered a force of over eleven thousand men armed with pikes and “goedendag” or “geldon”: a sort of baton equipped at its top with an iron cylinder that ended with a thin pike used as a lethal weapon for frontal strikes.
Lead by a group of Aristocrats, among them were Guy de Namur and Guillaume II de Juliers, son and nephew of Dampierre respectively, the Flemish set up to push back Filippo’s attack and were waiting for the troops in the Belgian Courtrai occupying a position of defence situated in between two natural rivers and two canals dug to condition the enemy’s moves. The area had been chosen because it was the one and only way to Bruges and because of the insidious nature of the land around that being delimitated by water, gave the enemy no chance of a run-away neither North nor West. On the South and East sides, long and deep canals had been dug creating this way a quadrilateral into which the rebels thought they could limit the rashness of the Capetingio’s cavalry. Roberto d’Artois and his son Filippo reached Kortrijk – the modern Courtrai – at the head of three thousand cavalrymen and about five thousand infantrymen; they carefully explored the area also paying a number of Agents who could reveal the land’s dangers and give them the exact position of the canals. Three days later, feeling ready for the attack they sent their vanguard right to the edge of the canals, behind which were the Flemish in L-shape formation: at that point the two enemies exchanged some crossbow shots and the French seemed to withdraw, but soon followed a hard attack. The Flemish infantry-men, ready to resist, reacted keeping close together and launched their attack with picks and goedendag pushing the enemy’s horses towards the insurmountable trench lines. So Filippo IV’s punitive expedition had a disastrous outcome: like many others also Roberto d’Artois died in the battle against the inured locals and those who survived were chased for miles. In the evening the dead enemies were despoiled: hundreds of golden spurs were removed from their heels and symbolically placed in Courtrai’s cathedral, as a gift to the Virgin who had favoured the victory.
That battle started the decline of conflicts based on the Feudal front-clash cavalry power, that after centuries of leading role in war-strategy, it was bitterly outdone by the agile infantry; nevertheless, in spite of the rebels’ victory, Filippo IV kept his dominion over the indomitable Region intending to punish it later on.
In 1303, through the “Peace of Paris”, he recognized Edoardo I as possessor of Aquitania in exchange of no-intervention in Flanders; then, personally leading the army, he put Theoruanne under besiege also helped by the Italian Condottiero Castruccio Castracani and in 1304 he defeated the Flemish on the sea at Zirikzee at first and later also on land at Mont-en-Peleve. But the tenacious and brave resistance of the people around Lille, besides the violent hostilities occurring between his Monarchy and Pope Boniface VIII, suggested him to negotiate the truce ratified on September 17, 1305 with the Peace of Athis-sur-Orge which stated that if France entered in possession of Bethune, Dovai and Lille too, consequently the Flanders would have obtained their independence.
On March 2 of the same year, Guy Dampierre had died as prisoner before he could see his and his people’s dream come true.
Among his 16 children, two in particular stand out: Filippo of Bethune Count of Theate who fought against Manfred of Svevia at Benevento side by side to his father-in-law Carlo I of Angiò, and Guy de Namur who, after fighting at Courtai, died during the besiege of Brescia where he was part of Emperor Enrico VII of Lussemburgo’s retinue.
Every year the epic Guldensporenslag is solemnly celebrated in the Flanders.

Ornella Mariani

Ornella Mariani, sannita. Negli anni scorsi: Opinionista e controfondista di prima pagina e curatore di Terza Pagina per testate nazionali; autore di saggi, studi e ricerche sulla Questione Meridionale. Ha pubblicato saggi economici vari e:
Pironti, Per rabbia e per amore
Pironti, E così sia
Bastogi, Viaggio nell’ entroterra della disperazione
Controcorrente Editore, Federico II di Hohenstaufen
Adda Editore, Morte di un eretico (dramma in due atti)
Siciliano Editore, La storia negata

A metà novembre 2006, per le Edizioni Mephite:
“Matilde” -dramma in due atti; a teatro interpretata da Manuela Kustermann e Roberto Alinghieri.
GIUDITTA (edizioni Mephite – 2006)
COSTANZA (edizioni Mephite – 2006)
Aprile 2007, “Profili di perle. Donne nella storia”, Edizioni Mephite.

Collaborazione a siti vari di storia medievale. Ha in corso l’incarico di coordinatore per una Storia di Benevento in due volumi, (720 pagine) commissionata dall’Ente Comune di Benevento e diretta dal Prof. Enrico Cuozzo). Nel 2007 ha concluso un accordo di programma col Paleoantropologo Prof. Francesco Mallegni dell’Università di Pisa per pubblicare, assieme all’antropologo Giacomo Michelini, un gruppo di monografie in termini scientifico/storici. La prima riguarderà Enrico VII.

CATEGORIE
CONDIVIDI SU
Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
WhatsApp
Email
Stampa
My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.