Beniamino di Tudela, rabbino in Navarra. Viaggio in Italia

Beniamino di Tudela, rabbino in Navarra. Viaggio in Italia di Peter Hubscher

Nel primo Medioevo, l’Italia si presenta come una regione ospitale per gli ebrei. Le comunità ebraiche sono ben integrate nelle strutture cittadine.
Questa situazione è descritta nella cronaca detta “Itinerarium” scritta da Beniamino di Tudela (Navarra) ebreo mercante e rabbino che fra il 1159 e il 1167 E.V. parte per un viaggio che lo porta a visitare l’Oriente. Terrasanta, Persia ed Egitto compresi.
Durante il viaggio visita diverse città italiane partendo da Genova e arrivando sino ad Otranto. Ritornando dall’Egitto visita la Sicilia. Di ogni città descrive la situazione degli ebrei ivi residenti e i loro rapporti con le autorità.
Teniamo presente che quando parla di famiglia, Beniamino si riferisce a nuclei familiari di almeno 4 persone (padre, madre, 2 figli) e quando parla di persone singole sottintende che sono capifamiglia.
La prima città menzionata è Genova dove vivono solo 2 famiglie di ebrei che si dedicano alla tintura di tessuti. Prosegue per Pisa che ospita 20 famiglie e Lucca che ne ospita 40. Nelle due città gli ebrei si dedicano al commercio con l‘Egitto e il Nord Africa. Senza menzionare altre città, procede per Roma dove vivono 200 famiglie che sono esentate da tributi e che hanno rapporti profondi con la Santa Sede lavorando come funzionari e medici. Viene qui orgogliosamente affermata l’antichità di queste famiglie che risiedono a Roma dai tempi di Giulio Cesare. Capua a due giorni di viaggio da Roma, ospita 300 famiglie. Passando per Pozzuoli e Sorrento, raggiunge Napoli dove 500 famiglie vivono in un quartiere proprio con sinagoghe, ospedali, scuole.
La tappa successiva è Salerno dove 600 famiglie si dedicano all’insegnamento e pratica della medicina. Non trascurano il commercio essendo la città il maggior porto dell’Italia Meridionale. Gli ebrei hanno anche importanti proprietà immobiliari. Da qui Beniamino raggiunge Amalfi dove 20 famiglie si occupano di commercio. La successiva grande comunità ebraica risiede a Benevento dove 200 famiglie si occupano principalmente di tessitura e tintura di tessuti. Melfi ospita 200 famiglie mentre Ascoli Satriano ne ospita solo 40 ma attivissime nel commercio. Da qui il viaggio prosegue sino a Trani dove 200 famiglie si dedicano alla navigazione e al commercio con Bisanzio. Taranto è la città seguente con 300 famiglie, mentre Brindisi è abitata da solo 10 famiglie che si occupano ti tintura di tessuti. A Otranto che con 500 famiglie, è la più grande comunità delle Puglie, gli ebrei si dedicano alla esportazione di prodotti pugliesi e al rifornimento delle navi dirette agli stati Crociati del Medio Oriente. Da qui Beniamino di Tudela lascia l’Italia e procede verso Bisanzio e L’Oriente.
Tornerà fra il 1170 e 1173 viaggiando dall’Egitto verso la Sicilia. Sbarca a Messina dove abitano 200 famiglie e in 2 giorni raggiunge Palermo, la più grande comunità ebraica in Italia con 1500 famiglie che si dedicano principalmente alla lavorazione e tessitura di stoffe di seta e alla tintura di tessuti.
Da Palermo raggiunge Roma e da lì Lucca e la Navarra.
Beniamino da Tudela non parla delle altre comunità ebraiche in Italia menzionando solo quelle da lui personalmente visitate, ma è indubbio, e i documenti successivi lo provano, che comunità ebraiche favorevolmente accolte dagli italiani erano presenti in tutta la Puglia, Calabria, e Sicilia.
Il quadro che si presenta è d’integrazione e partecipazione alla vita sociale dei 4800 nuclei ebraici menzionati. Probabilmente aggiungendo anche i nuclei del Meridione non menzionati possiamo arrivare a una popolazione ebraica di circa 25000 unità per le zone visitate. (Attilio Milano, Storia degli Ebrei in Italia, Einaudi Editore, pag.105).

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