
di Matteo Stefani.
Il Castello
Il castello si trova nel cuore della vallata d’Illasi, nell’est della provincia veronese.
La sua edificazione come castello vero e proprio viene fatta risalire tra l’XI e il XII secolo. E’ certo che sullo stesso territorio sorgesse un precedente insediamento fortificato di origine romana, fatto ,questo, supportato anche dal nome del monte su cui il castello sorge, Precastio (l’influenza romana è evidente nell’etimologia Pre-castra, ovvero dietro l’accampamento, alle spalle dell’abitato) . Tradizionalmente si attribuisce al vescovo Walterio l’edificazione delle struttura, ma non è certo che si tratti proprio di questo castello quanto forse quello di Badia Calavena.
Ciò che è certo è che in poco più di un secolo in Val d’Illasi furono edificati vari castelli, disposti in maggior parte sul versante orientale della valle, creando una sorta di barriera difensiva. Di questa imponente struttura articolata rimangono oggi il castello di Illasi e quello di Tregnago, oltre alla torre di Marcemigo (il cosiddetto Castelletto). Dei castelli di Cogollo, Badia Calavena e Colognola ai Colli rimane solo la memoria e qualche traccia di pietre sul terreno.
E’ evidente che il territorio della valle necessitasse di difesa, e il Castello di Tregnago sembra pensato appunto per accogliere al suo interno persone e greggi, per difenderle da ogni pericolo. Le strutture difensive di questo tipo furono acquisite insieme al territorio circostante dagli Scaligeri, i quali ebbero un progetto ben preciso per fortificare tutto il territorio veronese in maniera organica.
I Castelli della Val d’Illasi erano un buon supporto a questo progetto, ma con la continua espansione dei domini dei Della Scala il confine si spostò più ad est e di fatto rese se non proprio superflui almeno secondari molti di questi. Sembra essere questo il motivo alla base della “donazione” del castello al comune di Tregnago da parte di Cangrande I Della Scala, dopo aver reso finalmente sua la città di Vicenza. La donazione avvenne nel 1328, poco prima della sua morte. Tale donazione fu poi rinnovata dagli Scaligeri successivi nel 1329 e nel 1385, a segnalare che non era evidentemente più loro intenzione utilizzarlo attivamente.
Dal tardo Medioevo a oggi
Dal 1300 in poi del castello non si sentì molto parlare. Rimaneva sostanzialmente una struttura utile in caso di alluvioni o scaramucce con i comuni vicini, ma poco più. E’ da ricordare a tal proposito un episodio avvenuto, sembra, nel 1505, quando ci fu una piccola battaglia per dei terreni contesi tra Tregnago e San Giovanni Ilarione. Il castello fece da base operativa e poi addirittura da carcere per i prigionieri catturati. Ma a parte questo sostanzialmente nei dintorni del castello mai si combattè battaglia. Il passaggio di mano del territorio dagli Scaligeri ai Visconti prima, e ai Veneziani poi, non coinvolse più di tanto il castello, che rimase invariato nella struttura. Progressivamente la sua funzione era venuta meno e mantenerlo intatto richiedeva sforzi ingenti, e così iniziò il lento declino.
Nel 1891 un forte terremoto fece crollare definitivamente una parte considerevole delle mura esterne, ormai deboli e segnò la definitiva agonia della struttura, progressivamente abbandonata a sé stessa. Negli anni cinquanta fu rifatta la torre all’ingresso, ponendovi anche un orologio. Se da una parte è stato il primo vero intervento in molti secoli, di certo non si può definire restauro conservativo, visto che ha snaturato sostanzialmente la struttura, alzandola almeno del doppio delle dimensioni originali.
Da quel momento in poi si ebbe un nuovo, e stavolta quasi decisivo, abbandono. Molte iniziative furono lanciate negli anni ‘80 per salvaguardare un monumento così importante per il paese, ma molti e più pressanti problemi fanno sì che tali problemi vengano spesso lasciati in secondo piano.
La struttura
Le poche mappe arrivate fino a noi mostrano un castello dalla forma ben definita fin dalle sue origini. Si tratta sostanzialmente di un poligono vagamente pentagonale, contornato da mura, intervallate da torri. Allo stato attuale rimane una torre di vedetta, a sud del castello, che va aggirata per giungere all’ingresso, che si trova sotto alla torre che nell’ultimo secolo è stata più volte rimaneggiata, con l’aggiunta di un orologio e una campana. Su questa torre, ora molto più alta che in origine, si possono ancora notare le tracce di un affresco probabilmente del XIV secolo, raffigurante la Madonna con bambino e una figura in ginocchio. Al di sopra di esso rimangono labili tracce di un altro affresco, che fa pensare a un leone di San Marco. Sul lato ovest della torre invece, svetta l’orologio in ferro, quasi invisibile dal paese a causa della vegetazione. Al di sotto di questo si può ancora vedere una scritta di epoca fascista che è stata evidentemente cancellata, ma che riemerge in parte.
Entrando nel castello troviamo qualche sezione di mura perlopiù diroccate tra cui, verso sud, si intravvede ancora lo sperone di una torre. Nella parte est rimane la struttura più cospicua, con la torre del mastio che ha come peculiarità di essere pentagonale, con la punta rivolta verso est. E partendo dal mastio sono ancora visibili alcune sezioni del doppio profilo di mura che proteggeva quella parte del castello. A pochi metri dal mastio, al centro del castello, si trova un cerchio di pietre, probabilmente un pozzo per il bestiame. Nella parte più bassa della struttura, vicino all’ingresso, si trova una casa abitata dai custodi fino a pochi decenni fa, oggi restaurata.
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Mi chiamo Matteo Stefani, sono un appassionato che, insieme ad altri miei coetanei studenti universitari nel 2002 ha fondato l’associazione Inklings, un’associazione ludico-culturale con lo scopo principale di sviluppare attività di recupero e diffusione della storia e le tradizioni del territorio, attraverso l’aggregazione di giovani. Nel 2003 abbiamo ricevuto il via libera per l’utilizzo del Castello di Tregnago come location per una festa medievale, Medievalia. Nata quasi come scherzo, questa manifestazione è giunta nel 2014 alla sua 12° edizione, con un interesse molto forte da parte del pubblico, nonostante le difficoltà di raggiungere il sito. Nel volgere degli anni si sono sviluppati altri eventi collegati alla festa medievale, che coinvolgono gran parte degli abitanti del paese, divisi in contrade, pronti ogni anno a sfidarsi per il possesso del Palio di San Egidio.
Per quanto riguarda me, dopo l’università mi sono dedicato a varie attività, attualmente lavoro in una comunità per persone con disagio mentale. L’amore che nutro per il medioevo mi ha portato ad entrare nella Compagnia del Doppio Soldo, gruppo di scherma e rievocazione. Attualmente sto sperimentando la via del tiro con l’arco storico.