di Maria Stelladoro.
Nel volume l’Autrice esamina tutta la tradizione greca manoscritta relativa al martire Euplo, di cui, grazie agli studi di Pio Franchi de’ Cavalieri negli anni ’20 e a quelli di Francesco Corsaro negli anni ’50, si conoscevano solo pochi codici in greco sugli atti del martirio, consumato alla fine del duplice processo. Euplo infatti fu sottoposto ad un duplice interrogatorio processuale: uno, in data 29 aprile 304 in secretario e quindi privato; un altro, in data 12 agosto 304 pro tribunali e quindi pubblico, al termine del quale fu giustiziato per spada. Agli atti greci del martirio di Euplo è riconosciuto un fondamento di genuità, anche se non è stata rinvenuta alcuna riproduzione fedele dell’atto ufficiale rogato dal notarius. L’Autrice evidenzia, infatti, come la testimonianza più antica, dalla quale si dipartono le altre ramificazioni, sia il Paris. gr. 1173, risalente al sec. XI. Nel volume l’Autrice fa un ampio excursus sulla principali problematiche connesse con la figura del santo martire: il nome, che oscilla tra Euplo ed Euplio (ma Antonio FIloteo degli Omodei lo chiama Opolo); la cronologia; l’autore del martirio; il duplice processo; la figura del martire; gli editti imperiali; la consistenza della tradizione greca manoscritta; i raffronti di contenuto; l’interpretazione della tradizione greca; la diffusione del culto e la traslazione delle reliquie. Correda il lavoro un’ampia e aggiornata bibliografia, il quadruplice indice (dei passi della Sacra Scrittura, dei manoscritti, dei nomi e dei luoghi) e l’Appendice, suddivisa in tre parti, ognuna delle quali dedicate a problemi di rilevante importanza scientifica: l’elenco dei manoscritti rinvenuti disposti secondo l’ordine lessicografico delle Biblioteche in cui sono conservati; la consistenza e tipologia della tradizione sia greca che latina; le più antiche edizioni agiografiche (FIloteo degli Omodei, Bonino Mombrizio, i Bollandisti -J. B. Sollerio, J. Pinio, G. Cupero, P. Boschio-, Cesare Baronio e Ottavio Gaetani).
Il culto di Euplo, compatrono di Catania assieme ad Agata –il cui martirio fu consumato 53 anni prima- giovane cristiano martirizzato a Catania sotto Diocleziano, nel 304 d. C., lo stesso anno in cui fu processata e condannata a morte un’altra eroina della santità martiriale femminile di Sicilia, si diffuse precocemente. Assieme ad Agata, Euplo fu oggetto di culto a Catania già in epoca costantiniana, come attesta la celebre iscrizione di Iulia Florentina, che commemora le ultime ore di una bimba di diciotto mesi –Iulia Florentina- morta a Hybla (una cittadina ubicata in prossimità dell’attuale Paternò), subito dopo avere ricevuto il battesimo. Il piccolo innocente corpicino fu tumulato pro foribus mart(yrum) chr(istian)orum (cioè le tombe dei santi catanesi Agata ed Euplo). Se al tempo di Gregorio Magno la devozione per Euplo sembra fosse rimasta circosritta all’isola nel sec. VII, invece, si diffonderà a Roma e nei secc. IX/X a Napoli. Come spiegare questa scarsa eco extraprovinciale di circa tre secoli di un culto così genuino? Forse un ruolo negativo gioca la semplicità della vicenda martiriale? Fra i secc. V e VI la Curia Romana Pontificia evitò il diffondersi di un modello di laico detentore di un testo evangelico e quindi con facoltà di predicare pertanto sembra che sia stato bloccato il culto di Euplo. Un capitolo viene dedicato al Diacono e al Diaconato al fine di derimere i dubbi sull’attribuzione errata di tale funzione ad Euplo dalle interpolazioni della tradizione latina manoscritta che non esita neppure a conferirgli dignità episcopale.
Alla fine del sec. VI gli fu dedicata una chiesa a Messina cointestata ai santi martiri Stefano e Pancrazio di Taormina. A Roma, al di fuori della porta di S. Paolo, vicino la piramide di Caio Cestio, papa Teodoro edificò in suo onore un oratorio restaurato, in seguito, da papa Adriano I. Dai secc. VII-VIII si celebrò a Roma la festa di Euplo. Mariano Armellini informa che un antico oratorio fu dedicato dal papa Teodoro I (a. 642-649) al santo diacono e martire di Catania Euplo. Esso era contiguo alla piramide di Caio Cestio e stava fra questa e la porta ostiense. Di là continuava il porticus quae ducit a porta ad s. Paulum apostolum restaurato, come si è detto, da Adriano I una cum ecclesia s. Eupli. Vi era annessa un’ abitazione per un eremita prescelto a custodia di quella devota chiesolina. Nel 1848 furono entrambe demolite nel corso della battaglia combattuta fra i militi francesi e quelli della repubblica romana. Tale chiesa dipendeva dal monastero di S. Saba. Nel secolo XIII, presso la chiesa fu eretto un grandissimo ospedale per accogliere i pellegrini infermi che frequentavano quella via per condursi alla basilica di s. Paolo. L’ ospedale di S. Euplo forse fu il maggiore di Roma, e gli infermi vi erano assistiti da diciannove persone, come si evince dal Catalogo di Torino: Hospitale sancti Eupli habet XIX servitores. Non è da confondere questa chiesa, come fa il Martinelli, con un’ altra vicina dedicata al S. Salvatore. Chiesa e monastero di S. Euplio sembrano scomparsi dopo il 1400, come pare attestare il fatto che ne tace il catalogo del 1492, nonchè gli altri del sec. XVI, e già il Martinelli erroneamente la voleva identificare con S. Salvatore de Porta. Nè sulle piante della città, dal Bufalini sino al Nolli, se ne trova traccia.
Nella seconda metà del sec. X esisteva anche a Napoli una chiesa dedicata a Euplo, dove i fedeli si recavano per ottenere miracoli. Era ubicata in un vicolo denominato Dauferi e di S. Euplio nella zona Furcillensis, cioè in uno di quei quartieri più popolari e caratteristici della Napoli greco-romana e medievale. In due codici in latino, conservati nella Biblioteca Nazionale di Napoli sono esposti due miracoli del santo ambientati nella predetta chiesa a lui dedicata a Napoli (l’uno a beneficio di una donna, afflitta da lebbra; a beneficio di una donna indemoniata.
Nel sec. XI Euplo fu pure raffigurato nei mosaici di Dafni in Grecia.
Nel sec. XII Euplio fu proclamato patrono della città di Catania dal Senato.
La prigione di Euplo a Catania divenne meta di pellegrinaggi e nel sec. XIII vi fu pure eretta una chiesa. È anche vero che la chiesetta, nei secc. XVI e XVII, era dedicata a S. Antonio abate ma pare che, anticamente, essa sia stata dedicata al martire Euplo. Ciò perché in un documento di Alaimo, conte di Lentini, risulta che la contrada S. Euplio, da cui incominciava il territorio di Ognina, si estendeva fuori della porta Stesicorea o di Jaci. Fuori le mura occidentali, in contrada Murorotto, nei pressi della Naumachia, esisteva la prima chiesa conosciuta dedicata a S. Euplio, che probabilmente prendeva nome dalla chiesa omonima. Ottavio d’Arcangelo informa che gli antichi abitanti della città di Catania ornarono il luogo della prigione di Euplo di un altare con l’immagine di Euplo (raffigurato assieme al vescovo S. Serapione) affinché fosse possibile celebrarvi la messa non solo il giorno del suo dies natalis, ma anche in altri giorni.
È oggetto della pia devozione popolare la cripta della via dedicata al martire dove ogni anno si celebra la messa alle otto del mattino nel giorno della festa liturgica di Euplo. Il sito è, allo stato attuale, un sacrario delle memorie dei martiri cristiani e delle vittime civili di guerra, come attesta la lapide datata 29 gennaio 1978. Nel sec. XII papa Alessandro III, su istanza della chiesa di Catania, concesse al vescovo della città etnea il Pallio nei giorni di Pasqua, Pentecoste e Natale e in occasione delle feste di S. Agata, Euplo e Leone di Catania.
A Catania nel 1486 esisteva un’altra chiesa, luogo di culto del martire: la chiesa di S. Giovanni alla Giudecca superiore, corrispondente all’attuale via Pozzo Mulino, nell’area della già chiesa di S. Marina.
Risale al 1510 l’istituzione della confraternita dei SS. Antonio Abate ed Euplio – ancora funzionante – ad opera della quale si ebbe un notevole incremento cultuale del martire in data 1594. Sempre al Cinquecento risale un trittico di statuette poste sul prospetto laterale del Duomo di Catania, rappresentanti i ss. Euplo, Agata e Berillo.
Nel 1653 il gesuita Francesco Blandizio chiese, come diremo meglio più avanti, una reliquia del martire alla Chiesa di Trevico (in provincia di Avellino) e l’ottenne nel 1656, essendo vescovo (1650-1660) di Catania Marco Antonio Gussi (o Gussio), il quale fece pure costruire un busto in argento, ove fu riposta la reliquia e, per tre giorni, furono celebrate solenni onoranze, che, per consuetudine, furono ripetute negli anni seguenti e poi interrotte solo a causa dell’eruzione del 1669 e del disastroso terremoto del 1693.
Nel 1663 il Senato di Catania restaurò il sacro carcere, dandovi una forma più ampia aprendo, pure, una scala di accesso più comoda, ma durante questi lavori, fu rinvenuta l’antica scala, che, in effetti, prima dei bombardamenti della guerra del 1943, che distrussero pure la chiesa, era ancora ben visibile.
Nel 1700 il vescovo Salvatore Ventimiglia fece collocare una colossale statua marmorea di Euplo martire accanto a quella di Berillo, protovescovo di Catania, facendola porre sul prospetto principale del Duomo, ai lati della gloria di s. Agata, sulla nicchia centrale. Inoltre dal 1700 il predicatore quaresimale aveva obbligo di tenere in cattedrale un panegirico su Euplo e Agata. Nella candelora dei canonici del Duomo di Catania, fatta costruire dal predetto vescovo Ventimiglia spicca un simulacro di Euplo. Al predetto vescovo Salvatore Ventimiglia si deve pure la composizione dell’Ufficio divino diocesano in onore di Euplo martire. Nel 1872 il cardinale Dusmet fece erigere un Circolo dedicato al martire. Il canonico Tullio Allegra ne ripristinò il culto ed organizzò le celebrazioni giubilari del XVI centenario.
Papa Pio VIII concesse nel 1830 l’Indulgenza Plenaria di Euplo.
Il 21 giugno 1964 mons. G. L. Bentivoglio, già vescovo di Avellino, inaugurava la chiesa parrocchiale di S. Euplio martire, dove si conserva una preziosa statua eupliana del Cinquecento. Nell’omonima via c’è una chiesa, dedicata al martire, che fu distrutta dai bombardamenti dell’8 luglio del 1943 ma si salvò solo il SS. Sacramento, la statua processuale e la reliquia del santo. Numerose sono le statue dedicate al martire nella città etnea: nella cappella cimiteriale della Confraternita dei SS. Antonio ed Euplo; nel rivestimento del nuovo altare maggiore della Cattedrale c’è il ritratto più recente; nell’abside centrale della Cattedrale domina il luminoso affresco che raffigura i martiri e i santi di Catania, opera del pittore romano G. B. Corradino del 1628; un’altra statua del martire è sulla cornice della cancellata di ferro posta a protezione della cappella di Agata, ove sono collocate 10 statuette di bronzo, opera dello scultore e orafo di Catania S. Pugliesi Caudullo: anche qui la statua di Euplo è seguita da quella di Berillo, protovescovo di Catania e la coppia sembra riflettere quella marmorea posta all’esterno del Duomo a completamento della facciata eseguita dall’abate G. B. Vaccarini e volute dal predetto vescovo Ventimiglia. Statue del martire sono, altresì, conservate nell’Abbazia di S. Nicolò l’Arena; nella chiesa della Collegiata, nella chiesa di S. Maria di Ognina, nella parrocchia di S. Agata al Borgo, nell’ex Badia di S. Agata. Nel Museo Diocesano di Catania, di recente istituzione, sono temporaneamente custoditi il simulacro reliquiario processionale settecentesco contenente la reliquia donata a Catania dagli abitanti di Trevico nell’aprile 1656 e il quadro di Francesco Mancini raffigurante la predicazione del martire. È andata perduta, invece, la pala che ornava la chiesa del Collegio dei Gesuiti in S. Francesco Borgia, dove il 29 aprile del 1656 fu collocata la reliquia del martire proveniente, come si dirà, da Trevico; così pure è andata perduta, in seguito all’eruzione lavica del 1669, la tela un tempo custodita nella chiesa dei SS. Antonio abate ed Euplio intra moenia. Fino alla data del terremoto del 1693 nella chiesa di S. Barbara –l’attuale chiesa dell’Immacolata ai Minoritelli- si venerava la pietra della decapitazione dei martiri di Catania, che per la tradizione, era conosciuta come pietra del supplizio di s. Euplio. Pure disperso è andato il busto argenteo reliquiario dove nel 1656 era stata inserita la più volte citata reliquia, donata a Catania dagli abitanti di Trevico. In piazza Montessori è a tutt’oggi allogata la chiesa parrocchiale del santo martire. Dopo il terremoto del 1663 e l’eruzione vulcanica del 1669 il culto verso il martire, compatrono della città di Catania, si affievolì.
Come si diceva, il culto di Euplo si diffuse presto a Messina, dove nel sec. VI fu dedicata al martire una chiesa assieme ai SS. Stefano martire e Pancrazio di Taormina. In Sicilia, il culto di Euplo martire è diffuso in due località minori della provincia di Messina: a Francavilla di Sicilia, di cui Euplo è anche patrono (a Catania Euplo, invece, è compatrono, assieme ad Agata martire), e Motta Camastra. Nel 1284 Euplo era già patrono di Trevico e ciò risulta da uno strumento col quale si faceva obbligo al vescovo Rinaldo di offrire ai canonici alcuni pranzi in determinate date fra cui in quella della festa di S. Euplio, celebrato il 12 agosto di ogni anno.
Anche a Roma, come si è visto, il culto di Euplo ebbe rapida diffusione e papa Teodoro fece edificare in onore del martire l’oratorio sopra citato che però fu demolito nel 1818, anno della soppressione della diocesi di Trevico di cui Euplo era patrono. Con la bolla di Pio VII il territorio della diocesi di Trevico fu incorporato in quello di Lacedonia, soppressa il 30 settembre 1986 e il suo territorio è stato unito a quello di Ariano, suffraganeo della diocesi di Benevento.
A Napoli nel sec. X e fino al sec. XIV si ha memoria della chiesa di S. Euplio eretta nel rione di Forcella.
A Monreale si conserva una reliquia del martire Euplo e, per volere della nobile famiglia degli Altavilla, è pure raffigurato nei preziosi mosaici del Duomo.
Anche a Mazara del Vallo è diffuso il culto del martire. Altre chiese gli furono dedicate a Ravenna, assieme alle altre due dedicate alle martiri Agata e a Lucia; e a Verona. Anche nella Basilica Vaticana era venerata un’immagine del martire con il nome del santo in lettere greche. Il culto del martire è pure diffuso in Francia: a Verdun e a Luxevil e nel breviario della chiesa di Lisieux è pure prevista la commemorazione di Euplo martire.
Il culto di Euplo è pure diffuso in Grecia: sul Monte Athos, nel monastero di S. Gregorio c’è un affresco della fine del 1600 raffigurante il martire Euplo; è pure raffigurato nei mosaici del monastero attico di Dafni.
Antica è la storia del culto del martire a Trevico, dove il nome del martire è pure presente nella locale onomastica. Già fu intitolata al martire una confraternita il cui patrimonio fu, però, spogliato delle confische nel 1867. Nel 1808, per concessione della Santa Sede, la diocesi di Trevico ebbe il decreto per la stesura di una messa propria ed un proprio ufficio; nel sec. XI in località Acquara era in pieno fulgore la chiesa dedicata ad Euplo: già nel 1183 risultava la Badia di Sant’Euplio di Acquara, il cui Signore, Guglielmo di Monte Fullone, aveva il diritto di presentare l’Abate.
Il comune di Castel Baronia ha una parrocchia dedicata a S. Euplo. A Scampitella, ov’è conservato un simulacro del martire, è pure assai vivo il culto del martire nella parrocchia intitolata a Maria SS.ma della Consolazione.
Anche a Mileto, in Calabria era diffuso il culto del martire nell’ex monastero femminile di S. Euplio. In Romania il culto di Euplo è, pure, celebrato.
Maria Stelladoro
Maria Stelladoro è docente ordinario di lettere classiche e specialista in paleografia e codicologia greca presso la Scuola Vaticana di Paleografia, Diplomatistica e Archivistica. Ha pure conseguito un perfezionamento in Studi Patristici e Tardo Antichi presso l’Istituto Patristico Augustiniano della Pontificia Università Lateranense e due perfezionamenti in Paleografia e Codicologia Greca e titolo equipollente al dottorato di ricerca.
Ha pubblicato saggi di agiografica siciliana greco-latina e di paleografia greco-latina su riviste specializzate (Bollettino della Badia Greca di Grottaferrata, Analecta Bollandiana di Bruxelles, Codices Manuscripti di Vienna, Hagiographica del SISMEL, Studi sull’Oriente Cristiano) e ha partecipato a Convegni Internazionali i cui Atti sono stati pubblicati in Studia Ephemeridis Augustinianum di Roma) e a progetti di ricerche pubblicate in Raccolta di Studi Internazionali su Pecia Resourcess en Médiévistiques a Saint-Denis.
Socio ordinario dell’Associazione Italiana per lo Studio dei Santi, dei Culti e dell’Agiografia promossa dal Dipartimento di Studi Storici, Geografici e Antropologici della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Roma Tre.
Di recente ha pubblicato la monografia Agata. La martire. Dalla tradizione greca manoscritta, Milano, Jaka Book, 2005.
Euplo/Euplio martire: Dalla tradizione greca manoscritta
di Stelladoro Maria
Edizioni San Paolo
2006, 1 ed.
152 pagine brossurato
€ 10,00
ISBN 88-215-5732-4
In quest’opera vengono presentati – tradotti e commentati – i più antichi manoscritti che narrano il martirio di Euplo (304 d.C.), secondo per importanza ad Agata (251 d.C.), martire della chiesa catanese; vengono inoltre classificati i numerosi manoscritti greci e latini, perlopiù sconosciuti, che sono conservati in biblioteche italiane ed estere. Il presente lavoro si snoda secondo un tracciato quanto mai vario e ricco, come ricca e aggiornata è la bibliografia che accompagna il volume. La ricerca è corredata da un percorso sulla diffusione del culto e sulle reliquie del martire, oggi conservate a Trevico e a Catania, luogo del martirio.