
… e Da Vinci ha creato la Gioconda
Perché Leonardo ha scelto una quasi anonima per il ritratto più celebre della Storia? di Átila Soares da Costa Filho
Occhio per occhio, lei si veste elegantemente come nell’ultima moda di Madrid, ma semplice e senza sfarzo: la donna com il viso più bello del mondo: Mona Lisa. Adririttura prima di essere terminata nel 1506, l’opera d’arte piú celebre godeva giá di una certa popolaritá in Europa. Non avrebbe potuto essere diversamente visto che il suo autore, Leonardo da Vinci, famoso artista, designer e ingeniere di Anchiano – paesino della Toscana -, era un personaggio che gravitava nella sfera della potente Famiglia dei Borgia. La vera identità di quella figura, Lisa Maria de Noldo Gherardini, era priva di qualsiasi aristocrazia: sposa di un commerciante di seta fiorentino, Francesco Bartolomeo Del Giocondo, ed era a lutto per la morte della figlioletta.
Uno dei punti più intriganti su Lisa come Gioconda è che lei non sarebbe stata una persona di nascita importante o popolare, conosciuta. In modo da avere una vera idea del trattamento a cui è stata sottoposta una donna fiorentina, ho fatto ricorso a un rispetatto specialista in manoscritti dell´Universitá LUMSA della capitale (Roma), Ivana Bonfantino. Ivana è lo scoprittore del primo dipinto noto de Leonardo, L´Arcangelo Gabriele, nel 2018. Questa impresa potrebbe anche rivelare il primo autoritratto del genio. Ivana mi ha dichiarato: “Anche se il Rinascimento è stato un tempo di floritura culturale, specialmente, artistico, e anche ha ristruturatto la famiglia come un prodotto culturale, durante i due secoli della sua affermazione (XV e XVI), la figura della donna non è stata in alcun modo rivalutata, sopratutto nelle classi medie e basse della società europea, specialmente nella società italiana – fiorentina, in particolare. In effetti, la condizione delle donne nel Rinascimento era, per molti versi, la stessa delle epoche precedenti e, a volte, peggiore rispetto al periodo medievale, con perdita di potere e libertà. La donna è sempre rimasta subordinata alla figura maschile, essendo invariabilmente definita come “figlia”, “sorella”, “moglie” o “madre”. È considerata solo per la sua capacità generativa.” Quindi, Leonardo avrebbe preferito immortalare una persona quasi anonima anziché una principessa, o uno statista di ferro? Per questo, rilevo due elementi, due rivoluzioni: una di natura visiva, tecnica; un altro, sociologico-filosofico.
L’uso dello “sfumato” in modo innovativo, conferendo una forte aurea di mistero alla composizione, spiega ampiamente il reale significato dell’opera. Con Da Vinci, lo “sfumato”, inclusa una nuova tecnica “glacis”, consisteva nell’applicare uno strato di olio mescolato con una quantità minima di pigmento colorato sulla base bianca del dipinto. Le varie sfumature di ombra nelle opere tardive dell’artista, infatti, sono dovute alle successive applicazioni di questi strati. Ognuno di essi ha una pigmentazione specifica, uno sopra l’altro, così si ottiene un effetto di constante vibrazione: la ricreazione di un universo per il nostro spazio-tempo. E si pensa che la Gioconda sia stata la prima in cui questo processo è stato utilizzato. Per il pubblico dei secoli XV-XVI, l’impressione deve essere stata esattamente questa: quella di un terrificante realismo.
Dopo tutto, oltre a seguira la geometria dell´armonia e bellezza, questa pitura aveva tutte le ragioni estetiche e di innovazione sociale (su questioni che convolgono il ruolo delle donne e del cittadino medio nel Mondo Occidentale) per attirare molta attenzione e curiosità. La conversione della semplicità della donna media in sovranità in una rappresentazione tecnicamente innovativa è origine per il modello dei canoni femministi corrente.

Ancora su questo problema, ho deciso di informarmi meglio com l’autrice slovacca Alessandra Nadudvari. Come ricercatrice dei misterii medievali, lei ha partecipato alla serie The Curse of Oak Island (History Channel), e per me, la sua esperienza è una fonte preziosa. Alessandra mi conferma che non era impossible per la gente comune – nel tardo Medievo – posare per l´aristocrazia come un doppio corpo – mi sono ricordata i soliti “cartoni” negli studi dei vecchi maestri – ma la finitura del dipinto dovrebbe avere il volto e la personalità del nobile. Lei dice ancora che la regalità non poteve avere molto tempo in posa per il lavoro – spesso faticoso – dell’artista. Con “la Gioconda”, Leonardo capovolge tutto: convertito in maestà, il volto semplice della modella è il pezzo più importante dell’insieme. Cosí, dobbiamo considerare che il sapere valutare e riflettere sulla Gioconda potrebbe ampliare la nostra comprensione sulla Lisa, la Moglie, lá cittá, l’època e l’universo dove tutti questi elementi si armonizzano. Infine, l’affascinante mondo che circonda gli studi sulla transizione dal Medio Evo all’Età Moderna.
BIBLIOGRAFIA
Peter Burke (Org.). A escrita da história: novas perspectivas. São Paulo: UNESP, 1992.
Pierre Francastel. Pintura e sociedade. São Paulo: Martins Fontes, 1990.
Giorgio De Santillana: “Leonardo da Vinci: an Artabras Book” – Reynal & Co. e William Morrow & Co., 1965.
Átila Soares da Costa Filho è un designer della Pontificia Università Cattolica di Rio de Janeiro, laurea specialistica in Filosofia, Storia e Antropologia. È anche l’autore di “La Giovane Monna Lisa”. Per visitare il suo sito clicca qui !