Giovanniti, Templari e Teutonici negli Annali Camaldolesi

Cavaliere Teutonico da una miniatura del Codex Manesse – Heidelberg, Biblioteca Universitaria.

Giovanniti, Templari e Teutonici negli Annali Camaldolesi di Fabio Serafini

Introduzione
Va premesso che, nel corso del tempo, sono state pubblicati testi che raccolgono documenti coevi per un unico argomento, denominati Regesti o Annali.
Fra i primi si devono contano quelli che riportano bolle e lettere pontifici, non sempre suddivisi per singolo Papa.
Grazie a tali opere mi è già stato possibile pubblicare alcuni studi sui Templari e sui Giovanniti, in cui talvolta hanno trovato spazio anche i Teutonici,[1] a cui si aggiungeranno ulteriori contributi in futuro.
Per il secondo genere di pubblicazione, invece, si devono citare i volumi che costituiscono gli Annales riguardanti la Congregazione camaldolese.[2]
Mi è stato possibile consultare tali tomi per lo studio su di una chiesa di Fano, inizialmente di proprietà camaldolese, in seguito passata a quello che oggi è il Sovrano Ordine di Malta.[3]
La lettura degli Annales Camaldulenses mi ha permesso di constatare che i suoi autori si sono soffermati su alcune vicende legate agli Ordini giovannita, templare e teutonico, spesso con il supporto di documenti coevi.
Voglio quindi occuparmi di quanto pubblicato da tali volumi, cosicché si possano conoscere in modo migliore vicende, luoghi e persone legate ai tre Ordini appena menzionati, poiché – anticipando in parte le conclusioni -, il materiale di cui mi occuperò qui di seguito dimostra come si possano trovare notizie laddove forse non sempre si va a cercare.
Il documento del volume 1
Nel primo volume degli Annali ha trovato spazio un lungo documento che narra le vicende del monastero di San Michele di Leme, locato in Istria.[4]
Durante il XIII secolo la sua proprietà apparteneva all’Ordine camaldolese, ma la cattiva amministrazione dei monaci ha fatto sì che il complesso fu assegnato, il 9 aprile 1305, ai Templari, i quali la affidarono ad Agnese, denominata nel documento domina.

Monastero di San Michele di Leme

L’assegnamento a quest’ultima è stata decisa dal Templare fra’ Simone, presente con i testimoni Nicola – o Nicolò – e Giovanni, dei quali a tutt’oggi nulla è conosciuto.
Si può solo supporre non appartenessero al Tempio, né fossero monaci camaldolesi, in quanto non è specificato alcun loro titolo.
Il documento tuttavia non è sicuramente completo, poiché i nomi dei testimoni è preceduto dal termine predetti, ma negli Annales entrambi non hanno trovato precedentemente spazio.
Questo documento è già stato studiato da altri studiosi, dai quali si possono ricavare ulteriori notizie.[5]
La decisione del cambio di proprietà fu presa da Bonifacio, vescovo di Parenzo.
Il Templare menzionato nel documento va identificato con fra’ Simone di Osimo, in quel periodo precettore della magione di Venezia, per la quale rimando agli studi già pubblicati.[6]
Alla soppressione dell’Ordine del Tempio, San Michele di Leme non è stata incamerata dai Giovanniti, ma è tornata ad essere camaldolese.
Questo non è l’unico caso in cui l’odierno Ordine di Malta non è entrato in possesso di un immobile precedentemente templare.
In uno studio già pubblicato ho potuto soffermarmi sulla casa templare di Romangé, incamerata dalla corona francese.[7]
Per terminare, l’Agnese menzionata nel documento non è stata forse l’unica donna templare: di tale argomento se ne è occupata Loredana Imperio.[8]
I documenti del volume 4
Occorre giungere al quarto tomo degli Annales per ritrovare documenti ed informazioni sugli Ordini che qui interessano.
Il 9 luglio 1194 l’arcivescovo di Antivari – oggi città del Montenegro – è dovuto intervenire per una disputa fra i Templari ed i camaldolesi del monastero dei Santi Cosma e Damiano, locato a Pasmano, appartenente all’allora diocesi di Zara.[9]
Da uno studio del Ricci è possibile venire a conoscenza di ulteriori notizie.[10]
La proprietà templare è da identificarsi con quella di Vrana – oggi in Croazia -, donata loro probabilmente dai regnanti ungheresi ed è forse per questo motivo che gli Annali menzionano il re d’Ungheria Bela III.
Nello stesso 1194 fra’ Azzo era precettore della magione di Vrana, mentre fra’ Gualterio il relativo Maestro provinciale.
Sono questi Templari ad essere stati presenti quando si è discussa, presso la chiesa di San Giovanni di Tinj, la causa che ha coinvolto l’Ordine ed i monaci dei Santi Cosma e Damiano.
A causa del testo non completo, negli Annales non compaiono i nomi dei Templari, né risulta Pietro Scluradi, templariorum aduocato riportato dal Ricci, ma solo Pietro arcivescovo di Spalato.
Le parti hanno infine trovato un accordo.
Da una nota inserita dal Ricci si viene a conoscenza che i termini della causa si sono protratti fino al 1200, quando è intervenuto Papa Innocenzo III.
Il relativo documento papale, redatto in Laterano, porta la data del 25 o 26 gennaio 1200 ed ha confermato la sentenza del 9 luglio 1194.[11]
La bolla pontificia denomina Sclavonia la zona geografica – e quindi la relativa provincia templare – in cui è avvenuta la vicenda appena riportata.
Gli autori degli Annales hanno poi ricordato una lettera di Papa Urbano III, datata 10 ottobre 1186, con la quale è giunto ad una sentenza su una controversia che ha coinvolto i canonici di Verona ed i Templari.[12]
Gli Annali non hanno pubblicato l’atto pontificio e non ho a tutt’oggi reperito alcun Regesto in cui sono stati inseriti le bolle del medesimo Papa.
Nicola Pezzella ha già tuttavia studiato la proprietà templare di Verona.[13]
Entro il 1179 i canonici veronesi costruirono la chiesa di San Paolo all’interno della proprietà templare di San Vitale.
Alessandro III – Pontefice dal 1159 al 1181[14] – ha affidato a Giovanni vescovo di Vicenza la causa fra le due parti.
La sentenza ha favorito i canonici, ma l’Ordine del Tempio ha provveduto a contestarla.
Solo durante il 1183, con Lucio III – sul soglio pontificio dal 1181 al 1185[15] -, il vescovo di Parma ha avuto il compito di dare esecuzione alla sentenza fornita dal vescovo di Vicenza.
Fra l’agosto ed il settembre 1186, infine, i cardinali Sefredo e Rolando hanno determinato i confini fra le chiese oggetto della disputa, su mandato di Papa Urbano III.
L’eventuale lettura degli atti coevi potrebbe fornire almeno il motivo per cui le notizie risalenti al 1186 differiscono nel mese.
Loredana Imperio ha tuttavia fornito una ipotesi diversa sul motivo della contesa fra canonici e Templari veronesi: essa va forse ricercata nel culto di San Metrone.[16]
Infine il Bagni, pur ricordando gli studi del Pezzella e della Imperio, non si è soffermato sulla causa di cui si è appena parlato.[17]
Tornando al quarto volume Annales Camaldulenses, ha trovato spazio un documento di Papa Innocenzo III, datato 12 o 13 dicembre 1198.[18]
Esso è stato indirizzato all’arcivescovo di Pisa, al vescovo di Urbino, al priore camaldolese Martino ed al priore di San Frediano di Lucca.
A causa del testo dell’atto non completo, si può forse ipotizzare che lo stesso sia potuto essere stato inviato anche ad altre persone.

Conquista di Costantinopoli nel 1204.

I mittenti avrebbero dovuto raccogliere denaro da destinarsi al recupero della Terra Santa, attraverso quella che sarebbe passata alla storia come Quarta Crociata, in quel momento in fase di organizzazione.[19]
La somma, infine, avrebbe dovuto essere amministrata da due frati, di cui un Templare ed un Giovannita.
Nello stesso volume degli Annali Camaldolesi ha trovato poi nuovamente spazio l’Ordine del Tempio.[20]
Nell’aprile 1217 Papa Onorio III si è rivolto a Martino, abate di Sant’Apollinare in Classe, ed a Guidone, priore prefetto di Santa Maria in Porto di Ravenna.
Quest’ultima va identificata con la chiesa locata a Porto Fuori, oggi frazione del Comune di Ravenna, e non con l’omonimo edificio di culto sita nell’odierna via di Roma di Ravenna, edificata successivamente.
I destinatari hanno ricevuto la disposizione di raccogliere denaro per l’imminente partenza di un esercito crociato della futura Quinta Crociata.
In questa occasione, gli ideatori degli Annali hanno ricordato il servizio svolto dal Maestro dell’Ordine templare – menzionato Templarii Hospitalariique ordinum magisteris -, oltre alla presenza di alcune proprietà templari nella provincia ravennate.
Non è tuttavia comprensibile se essi si siano voluti riferire all’attività del Maestro templare nel periodo precedente la crociata o durante la stessa, né sono menzionate le proprietà dell’Ordine.
I documenti del volume 5
Nel quinto volume ha trovato di nuovo spazio la chiesa di San Michele di Leme, con l’aggiunta di informazioni ed il documento coevo non pubblicati nel precedente tomo.[21]
Si ricorda che gli studi già ricordati si sono già avvalsi di tale atto.
Va segnalato che i camaldolesi autori degli Annales hanno riportato il 1311 come anno di soppressione dell’Ordine del Tempio, mentre invece risale al 1312.
Nello stesso quinti volume si possono altresì leggere alcune informazioni su uno dei processi subiti dall’Ordine del Tempio.[22]
Stando ad un documento dell’Archivio diocesano di Ravenna preso in esame per gli Annali, Guido abate dell’abbazia camaldolese della Vangadizza, in qualità di deputato del vescovo di Adria Giovanni e del clero della medesima città, ha partecipato al concilio provinciale di Bologna, riunitosi per esaminare i Templari residenti nella zona di competenza dell’Arcivescovo di Ravenna Rinaldo da Concorezzo.
Il concilio bolognese si è svolto durante il 1309 ed avrebbe dovuto raccogliere le deposizioni dei Templari in vista del concilio di Vienne, organizzato per il successivo 1311 o 1312.
Nelle pagine successive si è invece ricordato un concilio provinciale di Ravenna avente lo stesso scopo e, per tale occasione, è stata richiesta la concordia fra l’Arcivescovo ravennate già menzionato ed il monastero di Sant’Apollinare in Classe, anch’esso camaldolese.
Lo storico ravennate Caravita si è già occupato del processo ai Templari tenuto da Rinaldo da Concorezzo, in parte corretto ed ampliato sia da una personale pubblicazione che da alcuni studi del Bagni.[23]
Il 12 marzo 1316 Marco, abate del monastero camaldolese dei Santi Ippolito e Lorenzo di Faenza – oggi località della provincia di Ravenna -, ha contratto un prestito da Homodeus, rettore della chiesa di San Michele di Trebbana, oggi frazione del Comune di Tredozio, in provincia di Forlì-Cesena.[24]
Fra il 12 marzo ed il 9 ottobre, Matteo è stato trasferito presso Sant’Apollinare in Classe ed in quest’ultima data sono state contratte una o più enfiteusi con Gerardo, abate del monastero di San Teonisto della Badia di Longiano, località anch’essa oggi appartenente alla provincia di Forlì-Cesena.
Un libello, prodotto nel successivo 1319 forse a ricordo di quest’ultimo avvenimento, menziona più persone definite nobili, collegate allo stesso evento del 9 ottobre 1316, fra cui fra’ Jacopo dell’Ordine di San Giovanni.
Di quest’ultimo non è stato tuttavia indicata la commenda dove fosse residente al momento dei fatti appena riportati.
Ciò nonostante, egli non era in quel momento residente a Ravenna, in quanto la costituzione l’Ordine oggi di Malta si è installato in quel capoluogo romagnolo solo al 1355.[25]
Infine, il quinto volume degli Annali Camaldolesi ha ricordato l’abbazia camaldolese di San Savino di Montione, edificata non lontana da Pisa, in un contesto risalente al 1323.[26]
Templari e Giovanniti avrebbero detenuto dei privilegi – non identificati – apparentemente collegati all’edificio di culto appena menzionata.
Ulteriori ricerche potrebbero forse meglio comprendere quanto riportato dagli autori degli Annales Camaldulenses, considerando anche la soppressione dell’Ordine del Tempio precedentemente i fatti riportati.
I documenti del volume 6
Occorre ora giungere al sesto volume per trovare altri documenti sugli Ordini monastico-cavallereschi.
L’8 gennaio 1368 il camaldolese Bonus Francisci di Imola, priore della cella di San Giovanni Battista nei pressi del torrente Para – oggi nella zona di Capanna o Capanne, frazione del Comune di Verghereto, in provincia di Forlì-Cesena -, ha concesso il rinnovo per cinquant’anni sui diritti connessi la chiesa di San Simone di Butrio, locata nel territorio di Rimini, e su tutti i suoi possessi e beni.[27]
La cella era stata precedentemente donata ai camaldolesi dall’Arcivescovo di Ravenna, per la fondazione del monastero di Sant’Alberico, locato nella stessa frazione.
Non sono tuttavia menzionati l’Arcivescovo, né l’anno di donazione.
Il beneficiario della concessione risulta essere stato fra’ Leonardo Francisci, precettore giovannita di San Michele di Rimini e si può forse supporre che egli fosse parente del camaldolese già incontrato.
L’atto del rinnovo della concessione è stato redatto da un notaio di nome Giovanni.
Allo stato attuale non è stato possibile identificare la chiesa di San Simone di Butrio, la quale sembra già essere nelle disponibilità dei Giovanniti alla data dell’atto preso in esame.
Il successivo 10 settembre 1382, invece, il Conte Riccardo ha fatto testamento e fra i testimoni è menzionato fra cui fra’ Daniele precettore della chiesa di San Giovanni di Prata,[28] oggi in provincia di Pordenone.
Studi precedenti permettono di venire a conoscenza che l’edificio di culto appena menzionata è stata una proprietà templare, poi incamerata dall’Ordine giovannita a seguito della soppressione del Tempio.[29]
L’11 aprile 1316 un incendio ha distrutto completamente la località di Prata, obbligando i Giovanniti a ricostruire la propria commenda.
Durante il 1439 risulta essere stato suo priore fra’ Guglielmo da Ferrara ed alla morte di quest’ultimo, avvenuta nel 1456, la proprietà di San Giovanni di Prata è passata alla famiglia Lippomano.
Quanto riportato dal testamento di cui ho accennato si inserisce quindi fra l’incendio e la prima menzione di fra’ Guglielmo.
Tornando agli Annales Camaldulenses, nel 1396 Jacopo Bartolini o Bartolino ha donato un ospedale alla commenda giovannita di Firenze, di cui non è stato riportato il toponimo.[30]
In quel momento commendatore di quella proprietà ospitaliera era fra’ Giovanni Cecco de Rossi da Pogna.
L’oggetto della donazione è stato poi distrutto durante il successivo 1429 da fra’ Gregorio, del quale non viene riportano l’Ordine di appartenenza.
Stando agli Annali, il 24 febbraio 1408 è stato concesso di riformare e riparare il monastero camaldolese di San Michele, ubicato nell’isola di Murano di Venezia.[31]
Per i lavori necessari, i camaldolesi avrebbero potuto ricevere l’aiuto di terzi, con l’eccezione da un monastero di suore di cui non è stato riportato il toponimo, dall’ordinibus sancti Johannis de Templo Jerosolymitani e dai fratrum Alemannorum sancte Trinitas de Venetis.
La seconda proprietà si deve sicuramente identificare con la precedente proprietà dell’Ordine del Tempio di cui ho già accennato in precedenza.
A seguito della soppressione templare, l’immobile è stato incamerato dall’Ordine di Malta fra il 1313 ed il 1316 dopo che il doge concesse di prenderne possesso il 6 novembre 1312 su richiesta degli Ospitalieri fra’ Nicolò da Parma e fra’ Bonaccorso da Treviso.

La chiesa ed il monastero della Trinità nella mappa di Venezia di Jacopo de’ Barbari

La terza ed ultima eccezione, invece, è la chiesa di Santa Trinità di Venezia, in quel periodo proprietà dell’Ordine Teutonico.
Le notizie del volume 8
L’ultimo dato di cui doversi occupare in questo contesto è stato pubblicato nell’ottavo volume degli Annales, dove è stata ricordata la soppressione dell’Ordine del Tempio.[32]
Gli autori degli Annali hanno ritenuto giusta la decisione di Papa Clemente V, poiché le accuse rivolte al Tempio hanno fatto ritenere il comportamento dei suoi appartenenti contrario ai dettami cattolici.
Conclusioni
È ora possibile giungere alle conclusioni del presente studio, essendomi soffermato su tutte quelle informazioni che meritavano di essere qui inserite.
Come anticipato durante l’introduzione, nel corso del tempo sono stati pubblicati testi denominati Annali che narrano le vicende riguardanti un determinato argomento.
Da simili edizioni è possibile conoscere luoghi, persone e vicende legati anche a terzi rispetto il per così dire soggetto principale per cui sono stati pubblicati gli Annales.
Fra tali opere si conta quella che ha raccolto la storia della Congregazione camaldolese, la quale copre un periodo temporale che inizia con la sua nascita e termina nella metà del XVIII secolo, periodo in cui sono stati pubblicati i novi volumi che formano gli Annali Camaldolesi.
In questi tomi è stato possibile rintracciare informazioni sui tre Ordini monastico-cavallereschi principali, quali quelli dei cavalieri Giovanniti, Templari e Teutonici, talvolta suffragate da documenti coevi, pubblicati negli stessi Annales.
In alcuni casi tali atti sono già stati studiati per precedenti pubblicazioni.
Tuttavia, si è ritenuto di dover redigere il presente contributo non solo per inserire quei documenti eventualmente non ancora conosciuti, ma soprattutto per dimostrare come atti ed informazioni sull’Ordine oggi denominato di Malta e su quelli similari si possano ritrovare anche in stampe quali gli Annales.
NOTE
[1] F. Serafini, La bolla Dura nimis est, in XXIV Convegno di Ricerche Templari, Edizioni Penne e Papiri, Tuscania 2017, pp. 77-100; id., Il ruolo di templari e giovanniti nella lotta all’eresia catara, in XXXV Convegno di Ricerche Templari, Edizioni Penne e Papiri, Tuscania 2018, pp. 118-134; id., Il soggiorno di Rinaldo da Concorrezzo in Francia, in XXXVI Convegno di Ricerche Templari, Edizioni Penne e Papiri, Tuscania 2019, pp. 83-96.
[2] G. B. Mittarelli – A. Costadoni, Annales Camaldulenses Ordinis Sancti Benedicti, tomo 1, Venezia 1755; id., Annales Camaldulenses Ordinis Sancti Benedicti, tomo 2, Venezia 1756; id., Annales Camaldulenses Ordinis Sancti Benedicti, tomo 3, Venezia 1758; id., Annales Camaldulenses Ordinis Sancti Benedicti, tomo 4, Venezia 1759; id., Annales Camaldulenses Ordinis Sancti Benedicti, tomo 5, Venezia 1760; id., Annales Camaldulenses Ordinis Sancti Benedicti, tomo 6, Venezia 1761; id., Annales Camaldulenses Ordinis Sancti Benedicti, tomo 7, Venezia 1762; id., Annales Camaldulenses Ordinis Sancti Benedicti, tomo 8, Venezia 1764; id., Annales Camaldulenses Ordinis Sancti Benedicti, tomo 9, Venezia 1773.
[3] F. Serafini, San Marco, chiesa camaldolese e giovannita di Fano, in Medioevo Adriatico, volume 5, Drengo, Roma 2014, pp. 147-164.
[4] G. B. Mittarelli – A. Costadoni, tomo 1, cit., pp. 434-447 dell’appendice, documento XLIV.
[5] N. Pezzella, I Templari nell’Istria e nel Carso sloveno, in XXVI Convegno di Ricerche Templari, Edizioni Penne e Papiri, Latina 2004, pp. 73-83; V. Ricci, Insediamenti templari sulla costa adriatica orientale e relazioni con il versante Adriatico occidentale, in Ravodi, volume 49, Zagabria 2017, pp. 79-125.
[6] B. Capone – L. Imperio – E. Valentini, Guida all’Italia dei Templari, seconda edizione ampliata, Roma 2002, pp. 80-83; L. Imperio, Rapporto dei Templari col Patriarcato di Aquileia e con la Serenissima Repubblica di Venezia, in I primi 10 convegni della L.A.R.T.I., I volume, Torino 2008, pp. 15-26; id., Metodologia di ricerca attraverso la toponomastica templare, in I primi 10 convegni della L.A.R.T.I., II volume, Torino 2008, pp. 83-98; id., Metodologia nella ricerca templare, terza edizione aggiornata ed ampliata, Edizioni Penne e Papiri, Latina 1996.
[7] F. Serafini, Le dipendenze della magione templare de La Rochelle, in XXXII Convegno di Ricerche Templari, Edizioni Penne e Papiri, Tuscania 2015, pp. 229-245; J.-C. Bonnin, Les Templiers de La Rochelle, La Rochelle 1995.
[8] Lo studio della Imperio è stato ricordato dal Pezzella, la cui pubblicazione è inserita nella nota numero 5. Allo stato attuale non mi è stato tuttavia possibile reperire il contributo della Imperio.
[9] G. B. Mittarelli – A. Costadoni, tomo 4, cit., pp. 64-65.
[10] V. Ricci, cit., pp. 83-84.
[11] A. Potthast, Regesta Pontificum Romanorum, volume 1, 1879, p. 90, documento 541.
[12] G. B. Mittarelli – A. Costadoni, tomo 4, cit., p. 116.
[13] N. Pezzella, San Vitale, chiesa templare di Verona, in XVII Convegno di Ricerche Templari, Edizioni Penne e Papiri, Latina 2000, pp. 131-150.
[14] S. Vacca, Prima sedes a nemine iudicatur, Roma 1993, p. 255; J. Grisar – F. De Lasala, Aspetti della sigillografia, Roma 1997, pp. 42, 47; J. Nadal Canellas, Gli eroi di Dio, Roma 2000, p. 23.
[15] G. Motello (a cura di), La basilica di San Pietro, Roma 2012, p. 121, nota nr. 61.
[16] L. Imperio, L’inventario inquisitoriale della precettoria templare di San Vitale di Verona, in Convegno di Ricerche Templari, Edizioni Penne e Papiri, Tuscania 2006, pp. 43-66.
[17] G. Bagni, La sepoltura del maestro generale Arnau de Torroga: fonti e analisi scientifiche, in XXXV Convegno di Ricerche Templari, Edizioni Penne e Papiri, Tuscania 2018, pp. 135-146.
[18] G. B. Mittarelli – A. Costadoni, tomo 4, cit., pp. 170, 217-218 dell’appendice, documento CXXXV.
[19] Durante il XXXVII convegno della L.A.R.T.I., che si terrà il 14 settembre 2019, presenterò uno studio dal titolo “I Templari ed i Giovanniti nella Quarta Crociata visti dalle bolle pontificie”. Rimando l’interessato agli Atti che saranno successivamente pubblicati.
[20] G. B. Mittarelli – A. Costadoni, tomo 4, cit., pp. 247-248.
[21] G. B. Mittarelli – A. Costadoni, tomo 5, cit., pp. 260-261, 386-389 dell’appendice, documento CCXXX.
[22] G. B. Mittarelli – A. Costadoni, tomo 5, cit., pp. 274, 279-282.
[23] R. Caravita, Rinaldo da Concorrezzo Arcivescovo di Ravenna (1303-1321) al tempo di Dante, Olschki, Firenze 1964; id, Rinaldo da Concorrezzo: Arcivescovo di Ravenna (1303-1321) – Canonico di Laon, non di Lodi, Archivio Storico Lodigiano, 1964; id., La “purgazione” nel processo inquisitorio. Il caso dei Templari processati a Ravenna, in XV Convegno di Ricerche Templari, Edizioni Penne e Papiri, Latina 1998, pp. 7-32; id., Il primo dei due concili provinciali ravennati sui Templari, in XVII Convegno di Ricerche Templari, Edizioni Penne e Papiri, Latina 2000, pp. 79-93; id., Dal primo al secondo concilio provinciale di Ravenna sui templari, in XVIII Convegno di Ricerche Templari, Edizioni Penne e Papiri, Latina 2001, pp. 65-85; id., La figura di Rinaldo da Concorrezzo, arcivescovo di Ravenna, grande inquisitore per il processo ai Templari, in I Templari: mito e storia, Casa Editrice La Magione, Poggibonsi 2002, pp. 87-105; id., L’Arcivescovo di Ravenna Rinaldo da Concorezzo e il processo ai Templari, Ravenna 2008; F. Serafini, Il soggiorno di Rinaldo da Concorezzo in Francia, in XXXVI Convegno di Ricerche Templari, Edizioni Penne e Papiri, Tuscania 2019, pp. 83-96; G. Bagni, I Templari a Bologna e Frate Pietro, il difensore dell’Ordine: nuove fonti, in XXXII Convegno di Ricerche Templari, cit., pp. 35-46; id., Dante, Pietro da Bologna, l’arcivescovo Rinaldo da Concorezzo e Papa Clemente a Bologna e Ravenna: l’influenza dei loro rapporti nel processo ai templari, in XXXVI Convegno…, cit., pp. 109-118.
[24] G. B. Mittarelli – A. Costadoni, tomo 5, cit., pp. 299-300.
[25] E. Iezzi, Cavalieri di Malta in Romagna, An Walberti, Lugo 2013.
[26] G. B. Mittarelli – A. Costadoni, tomo 5, cit., pp. 323-324.
[27] G. B. Mittarelli – A. Costadoni, tomo 6, cit., p. 99.
[28] G. B. Mittarelli – A. Costadoni, tomo 6, cit., pp. 144, 551-553 dell’appendice, documento XXXII.
[29] B. Capone – L. Imperio. – E. Valentini, cit., pp. 98-101; L. Imperio, Metodologia…, in I primi…, cit., pp. 83-98; id., Metodologia…, terza edizione aggiornata ed ampliata, cit..
[30] G. B. Mittarelli – A. Costadoni, tomo 6, cit., p. 171.
[31] G. B. Mittarelli – A. Costadoni, tomo 6, cit., pp. 248-249.
[32] G. B. Mittarelli – A. Costadoni, tomo 8, cit., p. 463.

Fabio SerafiniFabio Serafini

Originario della regione del Montefeltro, oggi appartenente all’entroterra pesarese, si è poi trasferito a Fano, dove si è diplomato in Analista Contabile, per poi trasferirsi in altre città per motivi di lavoro, vivendo oggi a Ravenna. Fa parte della Libera Associazione di Ricerche Templari Italiani (L.A.R.T.I.), dell’Associazione Ravennate Astrofili Rheyta (A.r.a.r.) e dell’Archeoclub d’Italia – sede di Fano.

È stato relatore durante i seguenti convegni della L.A.R.T.I.:

  • XXX convegno (Cesenatico, 2012), con lo studio Falsi ed inesattezze sull’Ordine del Tempio;
  • XXXI convegno (Bologna, 2013), con gli studi La magione templare de La Rochelle e Falsi ed inesattezze nella ricerca templare;
  • XXXII convegno (Perugia, 2014), con lo studio Le dipendenze templari della magione de La Rochelle;
  • XXXIII convegno (Vicenza, 2015), con lo studio terreni dipendenti dalla magione templare de La Rochelle;
  • XXXIV convegno (Nizza Monferrato, 2016), con lo studio La bolla papale “Dura nimis est” sull’eventuale fusione degli Ordini templare e giovannita;
  • XXXV convegno (Roma, 2017), con lo studio Il ruolo di templari e giovanniti nella lotta all’eresia catara;
  • XXXVI convegno (Ravenna, 2018), con lo studio soggiorno di Rinaldo da Concorezzo in Francia;
  • XXXVII convegno (Fano, 2019), con lo studio I templari e i giovanniti nella Quarta Crociata visti dalle bolle pontificie.
  • XXXVIII convegno (2020) non effettuato per covid-19

Gli sono stati pubblicati i seguenti studi negli atti della L.A.R.T.I.:

  • Falsi ed inesattezze sull’Ordine del Tempio negli Atti del XXX Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2013;
  • La magione templare de La Rochelle negli Atti del XXXI Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2014;
  • Falsi ed inesattezze nella ricerca templare negli Atti nel XXXI Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2014;
  • Le dipendenze templari della magione de La Rochelle nel XXXII Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2015;
  • Falsi ed inesattezze nella ricerca templare negli Atti del XXXII Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2015;
  • I terreni dipendenti dalla magione templare de La Rochelle negli Atti del XXXIII Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2016;
  • Falsi e inesattezze nella ricerca templare negli Atti del XXXIII Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2016;
  • La bolla papale “Dura nimis est” sull’eventuale fusione degli Ordini templare e giovannita negli Atti del XXXIV Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2017;
  • Falsi e inesattezze nella ricerca templare negli Atti del XXXIV Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2017;
  • Il ruolo di templari e giovanniti nella lotta all’eresia catara negli Atti del XXXV Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2018;
  • Falsi e inesattezze nella ricerca templare negli Atti del XXXV Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2018;
  • Il soggiorno di Rinaldo da Concorezzo in Francia negli Atti del XXXVI Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2019;
  • Falsi e inesattezze nella ricerca templare negli Atti del XXXVI Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2019;
  • I templari e i giovanniti nella Quarta Crociata visti dalle bolle pontificie negli Atti del XXXVII Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2020;
  • Falsi e inesattezze nella ricerca templare negli Atti del XXXVII Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2020.

Gli sono stati pubblicati i seguenti studi nelle Ricerche A.R.S.O.M.:

  • I giochi dei Templari in Templari, Cavalieri, Architetture nella Sardegna medioevale – Ricerche A.R.S.O.M. 2013, edito nel 2013.

Ha pubblicato i seguenti studi nella rivista Cronache Medievali:

  • Piandimeleto, il paese dei Conti Oliva nel numero 43 (giugno-settembre 2014).

Per Italia Medievale ha pubblicato i seguenti studi:

  • La Rocca Brancaleone di Ravenna, il 5 dicembre 2014;
  • La Congregazione benedettina dei Silvestrini negli Annali Camaldolesi, il 21 dicembre 2020.

Nella rivista Medioevo Adriatico, della Società Internazionale per lo Studio dell’Adriatico nell’Età Medievale (Sisaem) ha pubblicato i seguenti studi:

  • San Marco, chiesa camaldolese e giovannita di Fano, inserito nel quinto volume, pubblicato nel 2015.

Gli sono stati pubblicati i seguenti studi astronomici sul bimestrale Oculus Enoch dell’Associazione Ravennate Astrofili Rheytta Aps (A.R.A.R.):

  • Rheyta, un astronomo ed ottico boemo a Ravenna, nel numero 77 maggio-giugno 2019;
  • Paolo Maffei e l’infrarosso in astronomia, nel numero 81 gennaio-febbraio 2020;
  • Luigi Volta e la scoperta di cinque asteroidi, nel numero 84 luglio-agosto 2020;
  • Cassini, una dinastia scientifica, nel numero 86 novembre-dicembre 2020.

Sul mensile InStoria ha pubblicato i seguenti studi:

  • Platone Tiburtino Astronomo, matematico e “traduttore” del XII secolo, nel numero 150 del giugno 2020;
  • Gherardo da Cremona – Illustre traduttore di testi astronomici, nel numero 151 del luglio 2020;
  • Guido Bonatti – Illustre astronomo italiano di epoca medievale, nel numero 152 dell’agosto 2020;
  • Omero e l’astronomia – L’universo nell’Iliade e nell’Odissea, nel numero 153 del settembre 2020.

Sulla rivista Canonica del Centro Studi Pientini gli sono stati pubblicati i seguenti studi:

  • Corsignano nei documenti camaldolesi nel numero 10 del 2020.

Contatto e-mail dell’autore: fabio.serafini@hotmail.com

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