di Enzo Sardellaro.
I dazi nel Polesine sotto il dominio estense
(e due lettere inedite del Doge di Venezia al Marchese di Ferrara)
Intorno alla metà del ‘200 gli Estensi erano già Signori di Ferrara e a partire da questa data nominarono una serie di “officiali”, con svariate mansioni, regolate dagli statuti cittadini che prescrivevano la durata degli incarichi e i requisiti delle persone che erano chiamate a esercitarli.
Nel corso del Tre e del Quattrocento gli Estensi si erano progressivamente insignoriti di molte città e province. Nelle terre soggette essi avevano cercato di mantenere «l’ordinamento comunale riservandosi solo il diritto di nominare, tramite patente, tutti gli officiali più importanti precedentemente eletti dal consiglio cittadino: cosa che per altro facevano nel pieno rispetto delle consuetudini e degli statuti locali, che all’atto della dedizione non erano stati per nulla uniformati e a cui non erano state apportate che minime modifiche anche nelle piccole podesterie rurali, dove venivano inviati un notaio e un podestà con giurisdizione più o meno limitata a seconda di come si erano storicamente articolati i rapporti delle singole terre con il Comune urbano e nelle ‘provincie’ prive di un capoluogo urbano (Polesine, Garfagnana e Romagna), che gli Estensi si erano ben guardati dall’assoggettare alla giurisdizione o al controllo finanziario di una città».
Professor of Italian letters and history in higher institutes.