I diari di Federico II

diari_federicoI diari di Federico II (diario primo) di Chiara Cannito

«Pensate mia madre, l’imperatrice Costanza d’Altavilla, ha dovuto partorirmi nella pubblica piazza a Iesi, davanti agli occhi di tutti, affinché non ci fossero dubbi circa il nostro legame di sangue. Quando me l’hanno raccontato non ci potevo credere. Roba che devi esser grato di vivere in un’epoca in cui nessuno sa cosa sia uno smartphone con fotocamera integrata».

Ci accoglie con questa battuta nelle prime righe l’autobiografia di Federico II imperatore più bizzarra ed entusiasmante che abbiate letto finora.

Bizzarra per il modo di raccontare, che mescola il linguaggio smart di noi nativi digitali con le notazioni storico-politiche riguardo al più grande regno del Sud Italia e al suo sovrano; entusiasmante perché la scelta della prima persona unita ad una narrazione mai pedante eppure non leggera, spinge il lettore a cavalcare col sorriso le trentadue pagine e a chiedersi quando sarà pronto il secondo volume.

Cavalcare, appunto. Una metafora che già viene suggerita dalla copertina nella quale un agguerrito mocciosetto biondo platino, a cavallo di un equino di pezza, sfodera una spada lignea contro tre mani bramose di afferrare la sua corona. Tre mani agghindate in modo da lasciar intendere il ceto sociale dei rispettivi ‘mandanti’: un rivale al trono (identificato in Filippo di Svevia e nel suo galoppino Marcovaldo di Annweiler), un cavaliere (Gentile di Manoppello, ma anche Diopoldo di Acerra e poi Gualtiero III di Brienne) un ecclesiastico (dapprima la guest star papa Innocenzo III e poi il vescovo di Troia Gualtieri di Palearia, per arrivare al cardinale Cencio Savelli). E si trotta leggendo le pagine fermandosi di tanto in tanto a gustare una vignetta di quelle sagaci che solo la mente di un fumettista geniale può creare.

Già, perché Sal Modugno – questo il suo nome d’arte – è un fumettista con la ‘F’ maiuscola che irrompe nel settore editoriale con le avventure dell’ispettore Strabick, fumetto in bianco/nero esilarante e mordace che rivela un tratto vignettistico di eccezionale ironia. Sal ha una dote rara per gli ‘scrittori’ del mondo d’oggi: la pazienza di informarsi e rielaborare le informazioni acquisite. Questo rende il suo primo volume – che oseremmo definire il primo capitolo di un romanzo storico in cinque puntate – altamente affidabile per l’approccio di uno storico o di un documentarista ma anche decisamente divertente per l’approccio di un curioso.

In effetti, a ben guardare, l’opera non ha un destinatario chiaro e definito poiché vuol raggiungere quanti più lettori possibili, diversi per età, background culturale, predilezioni letterarie.

La storia rimanda – attraverso raffigurazioni iconiche fortemente evocative – a quelle fonti materiali (architettoniche, iconografiche, archivistiche) che con piacere si vanno a ripescare tra i libri della scuola primaria e media, quando è avvenuto il primo incontro con questo illuminato sovrano. Pensiamo alla corona imperiale, ai ritratti, ai castelli, ai volumi da lui redatti.

Una pagina del libro
Una pagina del libro

Qualche illuminato docente lo avrà descritto come un eclettico (per le sue conoscenze matematiche, filosofiche, astronomiche, belliche, naturalistiche), un irriverente (per le sue obiezioni alle direttive papali), un ecumenico ante litteram (per via del suo amore smodato per la cultura islamica al punto da scegliere tra i Saraceni i suoi body guard).

Sal Modugno vi aggiunge un tratto interessante: sarcasticamente lucido.

Il ‘suo’ Federico II, alle soglie del trapasso, decide di prendere in mano la penna e raccontarsi a suo modo.

Ricorda la sua infanzia difficile e l’epoca in cui è vissuto, quel Medioevo in cui «anche un torneo di bocce poteva finire con un duello mortale e una vedova in più nel regno»; si ritrae come «una star, che avrebbe unificato Oriente e Occidente», il futuro erede al trono che da subito capisce che gli altri «vogliono accorparmi e impadronirsi della mia corona hola hoop»; che ancora in fasce perde il papà «di una brutta febbre contratta durante una battuta di caccia all’orso sull’Etna», tra le noncuranze di una moglie non proprio innamorata; che a soli quattro anni, dopo la morte della mamma Costanza, viene affidato a papa Innocenzo III «con quel ridicolo copricapo e quel suo Christus vincit, Christus regnat e Christus imperat che cacciava fuori ogni volta che lo mettevi alle strette con un ragionamento logico». E così a seguire.

Ma mi fermo qui perché questo volumetto va letto, non raccontato.

Visita il blog dell’autore !

I diari di Federico II – Diario primo

di Sal Modugno

Quorum Edizioni

32 pagine in bianco e nero – spillato

€ 5,00

bimestrale – ottobre 2016

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