
di Ornella Mariani.
Dettero corso ad un Regno duraturo, pur nella mancata cognizione del concetto di Res publica: i loro Re ripartivano il territorio fra gli eredi concependolo come una sorta di proprietà privata che implicò diverse modifiche dell’edificio sociale e politico, in danno della ricognizione precisa dei confini delle tante realtà sulle quali si alternarono poi Merovingi e Carolingi.
Avvantaggiati dalla debolezza dell’Impero Romano e penetrati fino a Tarragona i Franchi, il cui termine significava libero pur senza essere applicato alle donne e agli schiavi, tra il 250 ed il 358, si inoltrarono nella regione dello Scheldt ed assunsero il controllo anche delle vie di comunicazione con le isole britanniche costringendo l’Imperatore Giuliano a garantirgli una fetta considerevole della Belgica.
Secondo Sidonio, Flavio Ezio li sconfisse verso il 431 ma nel 451 si avvalse del loro sostegno per respingere l’invasione unna e salvare le varie realtà gallo/romane.
Gregorio di Tours, vissuto nel VI secolo, li descrisse Re pescatori dai lunghi capelli.
Marc Bloch ne ha parlato nel suo capolavoro I Re Taumaturghi.
Era davvero dotata, la misteriosa dinastia franca dei Merovingi, di proprietà del sangue tali da indurre guarigioni attraverso la sola imposizione delle mani?
Erano, quei Re, davvero veggenti in grado di comunicare col mondo animale?
Conosciamo pochissimo della loro reale origine: Scizia, Renania, Anatolia, Palestina?
Fredegario, il cronista borgognone morto nel 660, nella sua Cronaca ne espose la storia dai tempi degli antichi Patriarchi ebrei e raccontò che i Franchi Sicambri, così detti dal loro capo Francione morto nel II secolo, erano transitati dalla Scozia provenendo dall’antica Troia: Parigi mutuerebbe il suo nome da Paride!
Detti Nuovi Parenti, i loro Sovrani, discesi in linea maschile dai Re Pescatori a loro volta eredi per successione femminile della Regina scozzese Cambra, vissuta intorno al IV secolo a.C., si erano trasferiti dalla Pannonia alla Renania sotto i capi Genobaude, Marcomer e Sunno. Ancora secondo Fredegario, insediatisi in quella zona della Germania, avevano fissato sede a Colonia e invaso la Gallia romana: era stato allora che Argotta, figlia di Genobaudo, aveva sposato il Re pescatore Faramondo, nipote di Boaz e di Aminadab, figlio di Giosuè: lo sposo di Eurgen, figlia di Re Lucio.
Faramondo, dunque, era di stirpe messianica.
Altrettanto Argotta, poiché la sua zia paterna Athilde era moglie di Marcomer, ottavo in ordine di successione da Francio.
Entrambi, in definitiva erano desposynici ed essendo Genobaude l’ultimo maschio della stirpe, il loro figlio Clodione fu Custode e Signore dei Franchi in Gallia, analogamente al successore Meroveo.
Tutti i Re merovingi, dunque, iniziati a scienze esoteriche, discesero da Gesù e dalla tribù ebraica di Beniamino e la stirpe assunse carattere di miticità tale che i Re non furono mai designati ma regnarono per tradizione come eredi del Sacerdote e Pescatore Faramondo, in omaggio al diritto messianico trasmesso dalle generazioni passate.
Davvero essi annoverarono, come scrisse Gregorio di Tours, gli Ebrei tra i loro antenati?
Davvero condivisero le antiche tradizioni di obbedienza al Vecchio Testamento e di timoroso rispetto per Salomone: elementi di base della consuetudine essena?
Davvero, come già Sansone, portarono nei capelli le virtù, l’essenza ed il segreto del potere?
Davvero considerarono Noè, più che Mosè, fonte della loro sapienza biblica?
Davvero ebbero radici anche nei Sovrani dell’antica Troia?
Davvero quel loro Faramondo ebbe ascendenza nazarena?
Davvero egli e poi Clodione e ancora Meroveo e Childerico, tutti Sovrani per discendenza, furono riconosciuti dal Popolo anche Sacerdoti?
Davvero ebbero, a conferma dell’origine semidivina, tutti il medesimo segno distintivo: una macchia rossa a forma di croce sulla carne, all’altezza del petto?
L’ebbe anche Clovis I?
Clodoveo I, si: il più illustre; il più ammirato ed amato; colui che a soli quindici anni guidava l’esercito in battaglia; colui che ebbe il privilegio dell’amicizia del Vescovo Anastasio, dal quale ricevette il pieno appoggio politico in cambio d’un rito: quel battesimo che, celebrato da san Remigio, si trasformò nella sacra unzione coinvolgente l’intera dinastia.
La medesima stimmate fu pure di Dagoberto II, chiamato alla successione ad appena cinque anni: pochissimi anche per un Re Taumaturgo, ma utili a quel Major Domus che gli trafisse il corpo e lo appese ad un albero e ne rivendicò l’esecuzione e ne negò l’eredità messianica?
Davvero Pipino il Grosso ribaltò le sorti dei leggendari discendenti di Cristo, avviando la dinastia complice del Papato: i Carolingi di Carlo Martello, di Pipino il Breve, di Carlo Magno, perché il Patto si estinguesse e con esso si estinguessero i Merovingi?
Davvero Childerico, l’ultimo di essi, finì confinato in un monastero dopo aver subìto il taglio dei folti capelli che, èmulo di Cristo, aveva lunghi a simbolo della casta?
Un simbolo inutile: sarebbe morto da lì a breve.
E con lui quel sang réal rivendicato secoli dopo da Godefroy de Bouillon.
Franchi Sicambri; Camavi; Ansivari; Casuari; Attuari; Usipeti, dunque, prima di dividersi nei due grandi gruppi principali di Sali e Ripuari.
Erano comparsi una prima volta sotto Gallieno che, verso il 257, li aveva ricacciati lungo la riva sinistra del Reno. Avevano devastato due volte la Gallia prima di entrare, sotto Postumo, nell’esercito romano come Ausiliari e, assieme al Re Gennobaudo, di accettare la sovranità imperiale di Massimiano, federandosi ed impegnandosi a sorvegliare e difendere i confini dell’ Impero. Presto, però, il loro irriducibile spirito d’indipendenza era prevalso: i Sali, insediati da Costanzo Cloro nell’isola dei Batavi furono autorizzati dall’Imperatore Giuliano a stanziarsi in Toxandria; i Ripuari poterono acquartierarsi lungo la riva destra del Reno.
Al tempo delle invasioni degli Alani e Vandali, verso l’inizio del V secolo, si sottrassero anche all’impegno di rispettare le frontiere: ricacciati da Ezio, i Ripuari si spostarono nella valle della Mosella e i Sali di Clodione occuparono la Belgica istituendovi il Regno di Cambrai.
La tregua successiva durò finché il Re del Tournai Childerico I si sottomise al Generale Egidio mentre i Sali di Clodoveo, a sancire il crollo dell’Impero d’Occidente, decapitarono Siagrio, figlio ed erede dello stesso Egidio; unificarono le tribù; presero la Gallia del Nord e occuparono l’Alta Normandia, la Piccardia e la Champagne fondendosi con i Gallo/romani.
Alti e biondi; vestiti di brache di lino o di pelle, erano abilissimi nella costruzione di armi.
In battaglia non indossavano elmo né corazza, bastandogli la scramasaxe: una sorta di gladio corto alternato all’angone. Solo i capi montavano cavalli ed usavano spade lunghe.
Erano venuti dall’Oceanus Germanicus, dal Suevicum e dallo Jutland e molti di loro erano già noti ai Romani, che li avevano combattuti oltre i confini della Gallia.
Nel De origine situ germanorum del 98, Tacito li fece discendere da tre grandi ceppi ma le fusioni con altre genti migrate dall’Est rese ancor più difficile indicare una provenienza certa.
Scavi archeologici li collocano tra la Scandinavia del Sud, le coste del Baltico e il corso dell’ Elba; ma altri reperti li vedono protagonisti già del 700 a.C., delle prime grandi migrazioni germaniche avvenute lungo due grandi linee entrambe battute anche dai Celti: il Reno a Ovest ed il Danubio a Sud.
Per i Romani furono semplicemente Galli.
I numerosi esodi li trasformarono in Mero–Vei o Figli del mare o Merovingi: da allora, con Celti e Galli furono semplicemente Germani e, pur assimilando Suebri, Marcomanni, Cimbri, Ambroni, Teutoni, si erano distinti ancora in due gruppi: quello danubiano, degli Alamanni; quello renano, dei Sali e Ripuari.
Ammiano Marcellino li descrisse decisi, forti e coraggiosi, alle dipendenze del Re Clodio o Clojo o Clodione: l’iniziatore della vera Storia dei Merovingi; ma due sono i testi fondamentali alla ricostruzione delle intricate vicende merovinge: l’Histoire des Francs del cronista gallo/romano Gregorio di Tours e il Liber Historiæ Francorum dell’VIII secolo, noto come Cronaca di Frédégaire. Da essi si deduce che, divenuti Foederati dell’Impero, i Franchi furono il primo Popolo germanico a stabilirsi all’interno del territorio romano i cui confini difesero nella fase in cui il loro potere era diviso tra il Re e il Maggiordomo, incaricato di radunare le truppe al Campo di Maggio per reclutare nuove truppe ad ogni primavera.
Le gesta dei primi Regnanti, comunque, attengono più alla leggenda che alla realtà e la loro stessa relazione con la linea merovingia resta vaga: …emersero nell’antica tradizione nazarea per diventare i Re pescatori dai lunghi capelli, prima che l’iniziatore della conquista ella Gallia Clodione il Chiomato prendesse Cambrai ed ampliasse i confini fino alle Somme.
Gli uomini venuti dal mare, che ebbero come capostipite Meroveo, sostennero Ezio contro gli Unni di Attila nella celebre Battaglia dei Campi Catalaunici: prima che il Sovrano barbaro gli diventasse amico, il Generale dell’Impero gli aveva rapito la moglie. Durante la prigionia, mentre nuotava, già gravida del marito, ella fu posseduta da una bestea Neptuni Quinotauri similis.
E nacque Meroveo.
Gli successe il figlio Childerico, che guidò un Popolo unito da forti legami di solidarietà familiare.
A costui seguì il sedicenne Clodoveo I, che unificò le tribù franche mentre la Chiesa di Roma, la cui sopravvivenza era a rischio, resisteva a scismi e a controverse posizioni teologiche: Arianesimo e Monofisismo, in particolare. Mirando ad ampliare il proprio potere, provvidamente egli accettò di convertirsi al Credo niceno e di sottomettersi al Papa nel Natale del 496 conferendo alla scelta una enorme portata storica: rinunciando alla sua personale e leggendaria aura sacrale, il Sovrano si legava all’Impero delle origini; ribadiva l’identità nazionale del suo Popolo e rendeva i Franchi figli primogeniti della Chiesa romana. In cambio riceveva da Anastasio la dignità e le insegne consolari: quel patto politico e religioso col Primate, infine, gli consentì di avversare anche l’espansionismo visigoto: divenuto campione e difensore della fede, coalizzò tutte le tribù avviando una politica di ampliamento a spese degli ariani Alemanni, Turingi e Burgundi ed occupando anche l’area della Senna posta sotto il controllo del Magister Miliutum per Gallias Siagrio, sconfitto e giustiziato nel 486 a Soissons; scelta come capitale Lutetia, verso il 507 annientò anche i Visigoti alleati di Teodorico nella Battaglia di Vouillé; sfasciò il loro Impero a Nord dei Pirenei; li costrinse a ripiegare da Tolosa verso Carcassonne; li respinse ancora nel Razès, col placet dell’Imperatore Anastasio che legittimò le sue conquiste e lo immise nell’orbita dell’autorità sovrana romana per solo condizionare proprio l’ingombrante e temuto Re degli Ostrogoti.
Clodoveo passò alla Storia anche per l’istituzione della Legge salica che, divisa in capitoli e paragrafi, inibì alle donne l’eredità del trono e dei beni immobili; vietò la vendetta personale; perseguì la violazione delle sepolture e l’abbandono femminile del tetto coniugale; sanò l’adulterio col divorzio.
Alla sua morte, nel 511, i quattro figli maschi divisero il territorio in altrettante regioni ampliate verso Est e verso Sud negli anni successivi: Neustria ed Aquitania spettarono a Cariberto; Austrasia, Alvernia e Provenza a Sigeberto I; Borgogna a Gontrano e Tournai a Chilperico I.
Presto, l’inettitudine degli eredi avviò il graduale indebolimento dell’edificio politico e, detti Re fannulloni, essi persero ogni autorità a vantaggio dei Maggiordomi che resero ereditaria la loro carica e soverchiarono la dinastia.
Invano la Regina d’Austrasia Brunechilde tentò la riunificazione quando tenne la reggenza sia dei figli che dei nipoti: l’impresa riuscì solo nel 613, quando Clotario II di Neustria ricompose il Regno franco eliminando la Regina ed avvalendosi del sostegno di Arnolfo di Metz e Pipino di Landen. Tuttavia, bisognò attendere Carlo Magno per la definitiva ricompattazione delle genti e dell’impianto sociale.
I Re
Faramondo
Nato forse verso il 370 e morto verso il 426, fu considerato il primo Sovrano dei Sali.
Fu citato nelle sole cronache di Prospero d’Aquitania e Dom Bouquet per i quali, nel 420, egli avrebbe guidato la sua gente al di qua del Reno separandola dalla tribù dei Ripuari.
Avrebbe sposato Argotta di Turingia e gli sarebbe successo il figlio Clodione.
Clodione
Clodione il Chiomato, nato verso il 395 e morto fra il 447 ed il 449, fu Re dei Sali e regnò dal 426: visse a Dispargum e verso il 431 invase l’Artois ma fu sconfitto ad Hesdin dal Generale Ezio, Comandante delle truppe romane in Gallia. Tuttavia, conquistò Cambrai, donde avrebbe occupato l’area fino alla Somme facendo di Tournai la capitale salica: era di fatto iniziato quel processo espansionistico fondamentale alla formazione dell’odierna Francia.
Gli successe Meroveo, che dette il nome alla Dinastia; ma non è chiaro se i due fossero padre e figlio.
Meroveo
Nato nel 411 e morto nel 456, Meroveo regnò dal 448 al 456.
Le notizie a lui riferite sono estremamente vaghe: una leggenda lo vuole figlio del Re e di un mostro marino accreditandolo, pertanto, di origine semidivina.
Gregorio di Tours lo citò senza attribuzioni di paternità avvalorando l’ipotesi che fosse solo un parente di Clodione non vigendo, fra quelle genti, la norma della primogenitura ereditaria bastando l’appartenenza alla tribù regale.
Sembra che avesse combattuto come alleato dei Romani nella Battaglia dei Campi Catalaunici del 451, guidata da Ezio contro gli Unni di Attila.
Childerico I
Ascese ventenne al potere, nel 457 succedendo al padre Meroveo e fissando la capitale del suo Regno a Tournai, nei territori ricevuti dai Romani quale Foederatus.
Intorno al 463, a Orléans col Generale Egidio, sconfisse i Visigoti arrestandone l’avanzata lungo le sponde della Loira. Morto l’alleato, che aveva fatto dono a Clodoveo I del controllo della Provincia romana Belgica seconda, Childerico sostenne contro i Goti il comes Paolo di Angers e massacrò una banda di Sassoni alla foce della Loira.
In seguito, con un nuovo sodalizio, si unì a Odoacre per condizionare un’orda alemanna in procinto di invadere l’Italia; infine, detronizzato ed esiliato per aver oltraggiato una donna, dopo aver trascorso otto lunghi anni in Turingia, presso Re Basin, fu sostituito da Gilles, già Comandante gallo/romano. Contro costui, il partigiano Viomade aizzò la sua gente ed ottenne il ritorno di Childerico.
Sposato a Basine, figlia del Re che lo aveva ospitato, ne ebbe Clodoveo I succedutogli alla guida del Regno alla sua morte, nel 482.
Clodoveo I
Nacque verso il 454 e fu considerato il più prestigioso rappresentante della Dinastia.
Asceso al potere nel 481, coalizzò le tribù franche; costituì una salda organizzazione statale; iniziò una politica di espansione in danno di Alemanni, Turingi, Burgundi e Visigoti occupando anche il territorio di Siagrio nella valle della Senna e fissando la capitale a Lutetia; aggiogò Bavari e Turingi; si impose su Alamanni e Burgundi.
Nel 484 stipulò un’alleanza con i Franchi stanziali nella contigua regione di Cambrai e, nel 485, con le tribù orientali della valle del Reno, sposando la burgunda Clotilde, figlia del loro capo Cloderico. Nel 486, Clodoveo si scontrò con l’esercito dell’ultimo territorio dell’Impero romano d’Occidente combattendo la vittoriosa Battaglia di Soissons contro il Generale Siagrio che, rifugiatosi presso i Visigoti, fu decapitato.
Dopo questa vittoria, assunto il controllo della intera Gallia settentrionale, il Sovrano instaurò una Monarchia accentratrice ed assoluta ed una solida alleanza con la Chiesa.
Nello stesso 496, a margine del patto di non-aggressione con i Burgundi, grazie alla parentela matrimoniale, attaccò gli Alemanni e col supporto del Re franco di Colonia Sigiberto lo Zoppo combatté a Tolbiac: a parere di Gregorio facendovi voto di conversione, in caso di vittoria.
L’espansione della sua gente, ormai padrona di quasi tutta la Gallia, suscitò l’attenzione del Re ostrogoto Teodorico e dell’Imperatore Anastasio: se l’uno tentò di aiutare i Visigoti, l’altro tese a sostenere Clodoveo proprio per ridimensionare la preoccupante potenza teodoriciana.
Fu allora che, per accreditarsi agli occhi dell’Impero, il Sovrano si convertì al Credo niceno e al Dio di Clotilde, sua moglie: la scelta ebbe una enorme portata storica, essendo i Franchi il primo Popolo disposto ad accettare il primato papale. Probabilmente si trattò di una esigenza di legittimazione che, affrancandolo dalla dipendenza di Costantinopoli, gli consentì di mantenere l’identità nazionale. Sta di fatto che egli fece applicare la liturgia e la disciplina del Vescovo romano guadagnando una sorta di primogenitura fra i Barbari nel rapporto preferenziale con la Curia dell’Urbe
L’Historia Francorum di Gregorio di Tours data la conversione al Natale del 496: san Remigio Vescovo di Reims lo battezzò e l’abile Re ricevette dall’Imperatore la dignità e le insegne consolari.
Tutto il Popolo franco, ormai cattolico, confinava con tribù cristiano/ariane: a Sud/Ovest, tra la Loira ed i Pirenei, con i Visigoti di Alarico e a Sud/Est con i Burgundi divisi, dopo la morte del suocero, in due gruppi capeggiati dai fratelli Gondebaudo di Vienne e Godesigelo di Ginevra.
Clodoeo non tardò a sfruttare la divisione del regno burgundo e l’ostilità fra germani: stretta alleanza col secondo, nel 500 attaccò da Nord e da Sud il primo, battendolo a Digione; costringendolo alla fuga in Avignone, che assediò; favorendo l’insediamento di Godesigelo. E tuttavia, minacciato da Teodorico e dai Visigoti di Alarico II, dovette ad accettare una tregua con Gondebaudo che marciò contro il fratello e lo uccise a Vienne. Nel 502, anch’egli si convertì: i due cognati strinsero una solida alleanza facendo sposare i loro figli Teodorico e Suavegota. Il sodalizio parentale allarmò l’ariano Alarico II che agì, allora, in tre direzioni: con il concilio di Agde, rafforzò l’autorità vescovile sulle Diocesi; con un nuovo codice giuridico: il Breviario del 506, accolse le rivendicazioni della gente gallo/romana; si procurò l’appoggio dell’ ostrogoto Tedorico sposandone la figlia Teudogota e contando sulla sua parentela con Clodoveo la cui sorella Aldofleda era stata data sposa allo stesso Teodorico.
Con il Trattato di Amboise, Alarico si sentì rassicurato; ma la guerra era vicina. Alleato dei Burgundi di Gondebaudo; dei Franchi Ripuari di Sigiberto lo Zoppo; dell’Imperatore romano d’Oriente Anastasio, nel 507 Clodoveo invase il regno dei Visigoti sconfiggendoli nella Battaglia di Vouillé; uccidendo il rivale e impadronendosi, nel giro di un anno, di Tolosa e di tutti i territori. A suggello dell’alleanza, nel 508 ottenne la conferma del titolo consolare e trasferì la capitale a Lutetia, ribattezzandola Parigi dal nome dei suoi abitanti galli: i Parisii. Quanto alle tribù dei Ripuari, non perse tempo nell’organizzare nel 510 l’assassinio dei loro capi Cararico, Racagnaro e Ricaro e ad assicurarsi i beni. Regolò infine i conti al vecchio alleato Sigiberto lo Zoppo aizzando il figlio Cloderico al parricidio e poi eliminando anche costui.
Clodoveo godeva dell’amicizia del Clero al quale, pur avendogli concesso ampi privilegi, non intendeva subordinarsi mirando a mantenere quel ruolo di centralità confermato nel luglio del 511 con la convocazione di un Concilio ad Orléans: riuniti nella chiesa di sainte Croix, i trentadue vescovi convocati lo designarono Rex Gloriosissimus figlio della Santa Chiesa e sottoposero alla sua approvazione trentuno Canoni da sovrapporsi alle consuetudini franche: dal veto dei matrimoni fra consanguinei all’adulterio, dall’omicidio per vendetta alla mutilazione e al rapimento e alla ristrutturazione della Chiesa franca i cui membri dovevano riscuotere il gradimento del Re cui era riservato anche il potere di nomina dei Vescovi.
Alleanza col Papato e unificazione dei territori furono gli atti politici di maggior rilievo della politica di Clodoveo che si spense il 27 novembre del 511.
Conformemente alla tradizione, i figli Clotario, Clodomiro, Teodorico e Childeberto divisero il Regno costituito dall’antica Gallia: Teodorico I fu Re di Austrasia e co-regnante di Orléans; Clodomiro, sposo di Gondiuca di Burgundia, fu Sovrano di Orléans; Childeberto I, coniugato ad Ultrogota di Ostrogotia, fu Signore di Parigi; Clotario I fu Re di Reims.
La figlia Clotilde, impossibilitata a regnare dalla legge salica, fu maritata nel 517 al visigoto Amalarico.
Teodorico I
Primogenito ma illegittimo di Clodoveo I; nato nel 485; Re di tutti i territori Franchi, combatté col padre per la conquista di Albi, Rodez e Alvernia: nel 511 ottenne tali territori e l’Austrasia con Metz e Reims capitale.
Sin dall’insediamento dovette contenere l’invasione dei Danesi, respinti grazie al sostegno del figlio Teodeberto I che ne uccise in battaglia il re Chlochilaich.
Avendo sposato Suavegota, figlia di Sigismondo Re dei Burgundi, inizialmente non partecipò con gli altri fratelli alla conquista della Borgogna ma nel 524, morto il suocero, partecipò alla Battaglia di Vézeronce, in cui cadde suo fratello Clodomiro.
Coinvolto nella guerra tra Ermenfrido Re dei Turingi ed il germano Baderico, a fronte della promessa di una parte del Regno, Teodorico consentì ad Ermenfrido di restare al trono e di uccidere il fratello; ma nel 531, conquistò la Turingia assieme a Clotario I e ne uccise il Sovrano sposandone la sorella Radegonda.
Si spense nel 534.
Teodeberto I
Succedendo al padre Teodorico I, nel 534 ereditò il Regno d’Austrasia.
Nel 535 sposò Dauteria, da cui ebbe Teodebaldo; in seconde nozze impalmò la Principessa longobarda Visigarda.
Clodomiro
Nato nel 495, fu secondogenito di Clodoveo I e di Clotilde ed erede della regione compresa tra la Garonna e la Loira, con capitale a Orléans.
Malgrado avesse sposato la Principessa burgunda Gunteuca, figlia del futuro Re Gondomaro, si alleò con i fratelli per la conquista della Borgogna e sconfisse in battaglia il Re Sigismondo prendendolo in ostaggio e poi facendolo uccidere ad Orléans con la moglie e i figli.
Alla vittima successe proprio Gondomaro che, sconfitto il genero nella Battaglia di Vézeronce del 524, lo assassinò. I tre figli di Clodomiro: Teobaldo, Guntari e Clodoaldo furono affidati alla nonna Clotilde e il Regno fu amministrato temporaneamente da Childeberto I nell’attesa che i legittimi eredi raggiungessero la maggiore età. Ma costui e il germano Clotario I eliminarono i tre nipoti e se ne divisero i beni: si salvò solo Clodoaldo che, fuggì e prese i voti a Novientum.
Childeberto I
Terzogenito di Clodoveo I e Clotilde, morto il padre nel 511 ebbe in eredità il territorio compreso tra la Loira e la Senna, con capitale a Parigi. Con i germani Clodomiro e Clotario I partecipò a varie campagne contro i Burgundi conquistando, dopo dieci anni di guerra, tutta la Borgogna ed assassinandone il Re Gondomaro che aveva ucciso in battaglia Clodomiro, nel 524. Contro i figli di costui complottò poi con Clotario e nel 536 ottenne la Provenza dal Sovrano ostrogoto Vitige. A Clotario, allora, cedette Arles e Marsiglia affiacandolo nelle spedizioni contro i Visigoti spagnoli cui sottrasse Pamplona. Promosse, infine, la fondazione di chiese e abbazie, tra cui saint- Germain -des -Près a Parigi, ove fu sepolto nel 558.
In assenza di prole legittima, la sua corona passò a Clotario I.
Teodebaldo
Unico figlio di Teodeberto I e Deuteria, alla morte del padre nel 548 ereditò a soli 13 anni il Regno di Austrasia. Sposò Vuldetrada, sorella di Visigarda, seconda moglie di suo padre e morì dopo pochissimi anni di governo. In mancanza di eredi, i suoi territori passarono al prozio Clotario I.
Clotario I
Nato verso il 497 e morto a Compiègne verso il 561, fu l’ultimo dei figli di Clodoveo e Clotilde ed ereditò la parte settentrionale del Regno dei Franchi, con capitale a Soissons.
Partecipò con i fratelli a una lunga serie di campagne militari tese ad ampliare i domini e fu alleato di Childeberto I e Clodomiro nella conquista della Borgogna; tuttavia, dopo la morte in battaglia del secondo, nel 534, complottò col primo contro i nipoti facendoli uccidere; spartendosi i territori; sconfiggendo Gondomaro Re dei Burgundi; battendosi contro i Turingi e contro i Visigoti di Spagna.
Clotario partecipò anche alla spartizione della Provenza, sottratta agli Ostrogoti tra il 536 e il 537. Nel 555 si spense senza eredi il pronipote Teodebaldo, ultimo erede di suo fratello Teodorico I di Austrasia: ne annesse i territori e, nel 558, morto anche Childeberto, restò unico Sovrano franco.
Si sposò più volte: con Gunteuca, vedova di Clodomiro, ripudiata per sterilità; con Radegonda, figlia del Re Berterio di Turingia; con Ingonda, dalla quale ebbe cinque figli maschi dei quali gli sopravvissero Cariberto, Chilperico I, Gontrano; con Aregonda dalla quale ebbe un altro Chilperico; con Chunsina dalla quale ebbe Cramno, che gli si ribellò e venne ucciso; con la longobarda Vuldetrada, dalla quale ebbe Sigeberto.
Alla sua morte, nel 561, Cariberto prese Parigi; Chilperico I la Neustria; Gontrano la Borgogna; Sigeberto l’Austrasia.
*Clotario di Soissons conquistò gli altri Regni dopo il decesso dei fratelli e dei loro eredi. Alla sua morte, il Regno fu di nuovo diviso in Austrasia ad Est; Borgogna ad Ovest; Parigi a Nord.
Cariberto I
Nato verso il 518 e morto il 7 novembre del 567, fu il maggiore dei figli sopravvissuti a Clotario ed alla prima moglie. Egli ereditò l’area tra i fiumi Somme e Loira con le città di Parigi, Rouen e Tours, la Novempopulania e l’Aquitania con Poitiers, Limoges, Bordeaux, Tolosa, Albi e Cahors.
Il suo tentativo di consolidare l’assolutismo monarchico fu contrastato dal Clero e da Gregorio Vescovo di Tours che lo descrisse ignorante, rozzo e dissoluto.
Cariberto si sposò quattro volte, ma non ebbe figli maschi.
Alla sua morte, il Regno fu diviso tra i fratelli Gontrano, Sigeberto e Chilperico I.
Sigeberto I
Nato nel 535, alla morte del padre Clotario I ebbe assegnata l’Austrasia con Metz capitale.
Deceduto il fratello Cariberto, nel 567, prese anche parte del regno di Parigi con Poitiers e Tours.
Fin dal principio fu costretto a contenere la spinta degli Avari e a battersi col fratellastro Chilperico I di Neutria che tentò invano di conquistare l’Austrasia e che, nel 566, ingelosito dalla nozze di Sigeberto con Brunechilde, figlia del Re visigoto Atanagildo, reagì ripudiando la moglie Audovera e sposando Galsuinda, sorella della cognata.
Ella fu tuttavia assassinata dalla favorita Fredegonda e per vendicare la morte, il Sovrano marciò sulla Neustria: dopo varie battaglie vittoriose, con la mediazione di Gontrano, ottenne i territori dotali della sfortunata Galsuinda. Nel 575, attaccato ancora da Chilperico, Sigeberto occupò la Neustria e ne fu salutato Re, ma Fredegonda lo fece uccidere.
La corona di Austrasia passò così al piccolo Childeberto II con reggenza materna di Brunechilde mentre la figlioletta Ingunda sposava Ermenegildo, figlio del Re Leovigildo, così consolidando l’alleanza franco/ visigota.
Chilperico I
Nato verso il 539 e morto nel 584, alla morte del padre Clotario I ereditò la Neustria e Soissons; ampliò i suoi possedimenti nel 567 quando, deceduto Cariberto, poté dividerne il territorio con gli altri fratelli e, dissoluto e malvagio, istituì un governo sanguinario.
Sposato ad Audovera, ne ebbe due figli: Meroveo e Clodoveo e, geloso del germano Sigeberto I, che aveva impalmato la Principessa visigota Brunechilde, ripudiò la moglie e si unì, nel 567, alla cognata Galsuinda, tenendo comunque presso di sé la concubina Fredegonda.
Istigato da costei, nel 568, Chilperico fece strangolare la consorte per risposarsi ma il delitto scatenò una lunga serie di sanguinose guerre: pur di vendicare la sorella, Brunechilde spinse Sigeberto a marciare contro di lui ma Fredegonda lo fece assassinare assieme ad Audovera e ai due figli di primo letto di Chilperico, per assicurare il trono al proprio Clotario: il Sovrano morì in una battuta di caccia nel 584 ed ella amministrò la reggenza per il piccolo Clotario II.
Gontrano
Nato verso il 545 da Clotario I e dalla terza moglie Ingolda e morto nel 592, fu venerato dalla Chiesa per la sua infaticabile opera di sostegno alla evangelizzazione.
Alla morte del padre ottenne il Regno di Borgogna ma, in seguito al decesso del fratello Cariberto, ne divise i territori con i germani Sigiberto I e Chilperico I estendendo i suoi domini.
Tentò invano di mantenere la pace tra i Regni franchi, mediando anche i contrasti tra Neustria e Austrasia e ponendo fine alla prima fase della guerra tra Sigeberto I e Chilperico I.
Privo di eredi dai matrimoni con Marcatrude e Austrichilde, nel 587 adottò il nipote Childeberto II, figlio di suo fratello Sigeberto I di Austrasia e, col Trattato di Andelot del 587, ne dispose la successione alla Borgogna che formò un unico regno con l’Austrasia.
Childeberto II
Nato nel 570, fu unico figlio maschio di Sigeberto I e Brunechilde e successe nel 575 al trono di Austrasia quando il padre fu assassinato dai sicari di Fredegonda e la madre tenuta in ostaggio a Rouen: egli stesso fu posto in salvo dal fedelissimo Duca Gondobaldo che lo trasferì da Parigi a Metz, facendolo proclamare Re.
Dal 578 Brunechilde potette per lui esercitare la reggenza ma, con la sua politica accentratrice, riduttiva dei poteri, dei privilegi e delle esenzioni del Clero e dell’Aristocrazia, si inimicò gli Austrasiani la cui rivolta fu domata da Gontrano che adottò il giovane erede e, col Trattato di Andelot del 587 lo nominò successore anche di Borgogna.
La circostanza infuriò Fredegonda, reggente di Neustria e vedova di Chilperico I: volendo per il figlio Clotario II quella eredità, nel 592 ella occupò Parigi ed i territori da lui ereditati alla morte del fratello Cariberto ma non riuscì a condizionare i diritti acquisiti da Childeberto II che, in seguito, intrattenne relazioni diplomatiche coi Bizantini; combatté i Longobardi in Italia per l’imperatore Maurizio nel 585; divise infine il suo patrimonio tra i due figli avuti dalla moglie Failuba: a Teodorico II dette la Borgogna e a Teodeberto II l’Austrasia.
Egli si spense nel 595 affidando la reggenza dei minori a Brunechilde.
Teodorico II
Secondogenito di Childeberto II, nato nel 587, governò la Borgogna dal 595 al 613 e l’Austrasia dal 612 al 613. Succeduto al padre all’età di otto anni, si insediò a Orléans mentre il fratello maggiore Teodeberto II, titolare dell’Austrasia, ascendeva al trono di Metz.
La nonna Brunechilde tenne la reggenza per entrambi.
Tra costei e Fredegonda, Reggente di Clotario II di Neustria, riesplosero le ostilità iniziate già nel 568 quando quest’ultima aveva fatto assassinare Galsuinda, sorella della prima. Lo scontro si giocò nel 596 a Leucofao: Brunechilde aspirava al recupero di Parigi, ceduta da Gontrano con la Borgogna a Chidelberto II col Trattato di Andelot del 587, ma occupata da Fredegonda nel 592. Tuttavia Teodorico e Brunechilde furono sconfitti e nel 599, per una rivolta di Corte, ella dovette abbandonare Metz e riparare in Borgogna, ove fu accolta solennemente dall’altro nipote. Intanto era morta Fredegonda e il giovane Clotario II fu battuto a Dormelles nel 600: sotto l’abile regìa della nonna, nel 604 Teodorico annientò ad Etampes le truppe del cugino; liberò dall’assedio Orléans e prese Parigi senza, però, poter eliminare Clotario in cui sostegno si era mosso Teodeberto II.
Si pervenne, pertanto, alla Pace di Compiègne.
Gli anni successivi furono segnati dagli scontri col fratello Teodeberto II, gestito dalla Nobiltà austrasiana: nel 610 costui tolse a Teodorico l’Alsazia, il territorio di Toul, la Champagne e la Turgovia; ma nel 612 Teodeberto fu battuto; catturato e rinchiuso col figlio Meroveo in un monastero ove morirono entrambi, forse assassinati per ordine di Brunechilde.
Teodorico II divenne così anche Re d’Austrasia.
Nell’accingersi a riprendere la lotta a Clotario II, si spense lasciando erede il piccolo Sigeberto II sotto reggenza dell’ava; ma tradito dagli Austrasiani guidati da Pipino di Landen e da Arnolfo di Metz, il piccolo fu consegnato a Clotario II.
Teodeberto II
Primogenito di Childeberto II, fu Re d’Austrasia.
Succeduto al padre a dieci anni, si insediò a Metz mentre il fratello minore sedeva al trono di Orléans, entrambi sotto reggenza della nonna Brunechilde.
Influenzato dai cortigiani, nel 605 Teodeberto mosse guerra col cugino Clotario II al fratello Teodorico II che si accingeva ad occupare la Neustria, dopo aver ripreso proprio a Clotario i territori sottratti alla Borgogna da Fredegonda.
La lotta durò anni: nel 610 recuperò l’Alsazia, poi la Turgovia e la Champagne. Ma Teodorico II lo sconfisse e liquidò definitivamente nel 612 nella Battaglia di Tolbiac.
Sigeberto II
Figlio naturale di Teodorico III, nato nel 601, alla morte del padre nel 613 ereditò i Regni di Austrasia e Borgogna. Per sventare l’assolutismo della bisnonna Brunechilde, gli Aristocratici e il Clero austrasiani complottarono con Pipino Landen e Arnolfo di Metz, impedendogli di insediarsi sul trono che consegnarono a Clotario II di Neustria.
Sigeberto II e Brunechilde tentarono di resistere sul fiume Aisne, ma furono battuti per la diserzione di gran parte delle truppe. Il successivo tentativo di spostarsi ad Orbe fallì: catturati sul lago di Neuchâtel, furono assassinati.
Non avendo mai regnato, Sigeberto II non è considerato Re e spesso viene confuso con Sigeberto III, figlio di Dagoberto I.
Clotario II
Quando suo padre Chilperico I morì, aveva quattro mesi; tuttavia regnò sotto reggenza di Fredegonda e poté godere della protezione dello zio Gontrano di Borgogna.
Alla morte di costui, nel 592, ella prese anche Parigi, pur assegnata per testamento al nipote Childeberto II di Austrasia, figlio dell’invisa Brunechilde e nel 596 vinse gli Austrasiani a Leucofao. Morta la madre, a soli tredici anni Clotario II ascese al trono: era già deceduto anche Chidelberto II e Brunechilde guidava i troni di Borgogna e di Austrasia in nome dei nipoti Teodorico II e Teodeberto II.
Approfittando della giovane età di Clotario, costei lo sconfisse nelle battaglie di Dormelles e di Etampes fra il 600 ed il 604 e lo costrinse ad accettare la Pace di Compiègne.
Quando una rivolta dei Nobili e del Clero austrasiano costrinse Brunechilde alla fuga in Borgogna presso il nipote Teodorico, lasciando Teodeberto nelle mani degli insorti, Clotario ne approfittò per marciare sulla regione: era il 605.
Il conflitto si protrasse fino al 612, quando Teodeberto II morì e Teodorico poté recuperare l’Austrasia. Costui però si spense nel 613 succedendogli il dodicenne Sigeberto III, per il quale Brunechilde avrebbe dovuto ancora assumere la reggenza.
La dura ribellione popolare non condizionò il suo assolutismo, benché Clotario II riconoscesse privilegi alla Nobiltà, a partire dalla ereditarietà della carica di Maggiordomo di Palazzo fino all’esenzione dalle tasse per il Clero e al diritto papale di elezione dell’Episcopato: fu così che Pipino di Landen e Arnolfo di Metz organizzarono un colpo di stato e consegnarono l’ormai ottantenne Brunechilde e il piccolo Sigeberto al Sovrano che, dopo averli fatti torturare, li fece uccidere unendo l’Austrasia e la Borgogna alla Neustria.
Diventato unico Re dei Franchi nel 614, con l’Edictum Clotarii redatto a Parigi confermò le grandi concessioni a Nobili e Clero; garantì l’autonomia amministrativa dei tre Regni e ne affidò la guida ad un Maggiordomo, così smantellando l’edificio romano dello Stato e, nella visione strettamente barbara, così conferendo alle cariche ed al territorio il carattere di proprietà private. Pipino di Landen ed Arnolfo di Metz assunsero il controllo della Corte: i loro figli Begga e Ansegiselo si sposarono e dall’unione nacque Pipino di Héristal: il Regno si trasformò in groviglio di potentati civili ed ecclesiastici ed i Regnanti persero i loro poteri fino ad assumere la definizione di Re fannulloni.
Nel 623, Clotario proclamò suo figlio Dagoberto I Signore d’Austrasia spegnendosi nel 629, dopo quarantacinque ininterrotti anni di governo.
Cariberto II
Nato nel 614 e morto a Blaye l’8 aprile del 632, fu figlio di Clotario II e della terza moglie Sichilde.
Alla morte del padre, nel 629, avrebbe dovuto ereditare la Neustria ma, minorenne, fu lo zio materno Brodulfo di Aquitania a trattare la spartizione del territorio. Tuttavia, Dagoberto fece assassinare costui e offrì a Cariberto l’Aquitania in cambio della rinuncia all’eredità paterna:l’ accordo si convenne nel 631, in occasione del battesimo di Sigeberto III di cui proprio Cariberto fu padrino.
Il nuovo Regno si estendeva dai Pirenei alla Garonna comprendendo Tolosa, Cahors, Agen, Périgueux, Saintes e la Guascogna per effetto delle nozze con Gisela, erede di Armando di Guascogna. Costretto a difendersi dalle continue incursioni vasconi, Cariberto fu assassinato forse su mandato del fratello Dagoberto.
Gli succedette il figlio Chilperico, anch’egli presto eliminato mentre il superstite Bertrando dichiarandosi suddito di Dagoberto ottenne il titolo di Duca d’Aquitania con il germano Boggio.
Chilperico d’Aquitania
Nel 632, all’età di un paio d’anni ascese al trono aquitano di Cariberto II ma, come il padre, anch’egli fu eliminato dallo zio Dagoberto aspirante al possesso dei suoi beni, come sostenne Fredegario.
Dagoberto I
Figlio di Clotario II e della Regina Bertetrude, nato verso il 605, fu dapprima Re di Austrasia e, morto il padre nel 629, di tutti i Franchi.
Cedendo alle rivendicazioni autonomiste della Nobiltà laica e religiosa dell’Austrasia, Clotario II lo designò Re di gran parte di quelle terre affiancandogli i Consiglieri Pipino di Landen e Arnolfo di Metz. Quando, in quello stesso anno si spense il padre, Dagoberto fece di Parigi la capitale e negò i diritti sul trono di Neustria al fratellastro Cariberto II cui fu assegnata l’Aquitania e rese il suo Regno il più solido del tempo, impegnandosi al consolidamento dell’autorità monarchica: domata la ribellione dei Vasconi ed assoggettati i Bretoni, Dagoberto riorganizzò la Giustizia e la Finanza con la collaborazione dei Vescovi Desiderio di Chaors, Audoeno di Rouen ed Eligio di Noyon.
Alla morte di Cariberto II, nel 632, Dagoberto ne fece eliminare il figlio Chilperico e riprese i territori concessi al fratello: nello stesso anno, tuttavia, fu costretto a cedere alle pressioni degli Austrasiani riassegnandogli l’indipendenza e designandone Re il suo treenne primogenito Sigeberto III, sotto tutela del Primate Cuniberto di Colonia.
Si dette poi ad intense relazioni diplomatiche con la Corte bizantina di Eraclio; coi Longobardi e coi Sassoni servendosi della loro amicizia per contrastare l’avanzata dei Vendi.
Per meglio difendere i confini, affidò la Turingia al Duca Radulfo ma costui, in seguito, rifiutò di riconoscere l’eredità di Sigeberto III e scatenò una guerra da cui uscì vittorioso.
Dagoberto morì nel 639: quel Regnum Francorum, il cui processo di sgretolamento egli aveva interrotto, fu di nuovo diviso: l’Austrasia a Sigeberto III; la Neustria e la Borgogna a Clodoveo II, nato dalla unione del Sovrano con Nantechilde che governò durante la minorità.
*Dopo la morte di Dagoberto, il Regno fu nuovamente ripartito in Austrasia e Neustria/Borgogna
Sigeberto III
Figlio di Dagoberto I e di Regintrude, nato verso il 630, fu designato dal padre Re d’Austrasia nel 634 e posto sotto tutela di Cuniperto.
Nel 641 prese parte alla guerra contro il Duca Radulfo, cui il genitore aveva affidato la difesa della Turingia dai Sassoni: costui, morto Dagoberto, era insorto ed aveva creato un Ducato indipendente ma, sconfitto, solidalizzò con Grimoaldo I, figlio di Pipino di Landen che gli salvò la vita in battaglia ottenendo la nomina a Maggiordomo di Austrasia nel 643.
Considerato il primo dei Re fannulloni, Sigeberto si dedicò a varie opere di carità ed alla fondazione di monasteri mantenendo saldi rapporti con Papa Martino I, che sostenne nella lotta ai Monoteliti. Fece anche ampia opera di evangelizzazione con i Vescovi Amando di Maastricht e Remaclo di Colonia. In mancanza di eredi adottò Childeberto, figlio di Grimoaldo I, ma quando la sveva Imnigilde lo rese padre di Dagoberto II e di Bilichilde, cambiò l’ordine di successione. Tuttavia, dopo la sua morte nel febbraio del 656, Grimoaldo fece esiliare l’erede in Irlanda e proclamò il proprio figlio.
Childeberto l’Adottato
Impropriamente detto anche Childeberto III e figlio del Maggiordomo Grimoaldo I, fu adottato e designato alla successione dell’Austrasia da Sigeberto III. Tuttavia, quando nel 652 nacque Dagoberto, l’adozione fu revocata.
Della minorità del legittimo erede profittò Grimoaldo che insediò Childeberto.
Ma il loro governo fu breve: nel 660 l’Austrasia fu annessa alla Neustria e i due usurpatori furono deposti e uccisi.
Clodoveo II
Fu il più giovane dei figli di Dagoberto I e della Regina Nantechilde: nato verso il 634 e morto verso il 656, succedette al padre nel governo della Neustria e della Borgogna ma, essendo ancora minorenne, fu assistito dalla madre e dal Maggiordomo Ercinoaldo.
Morta la Reggente, costui presto assunse il potere ed estromise l’erede.
Riappropriatosi delle prerogative, nel 650 Clodoveo sposò la britannica Batilde dalla quale ebbe tre figli: Clotario III, Childerico II e Teodorico III e, Re anche dell’Austrasia tra il 657 ed il 662, abbattè il governo degli usurpatori Grimoaldo I e Childeberto l’Adottato.
Dagoberto II
Nato verso il 652 e morto a Stenay il 23 dicembre del 679, figlio di Sigeberto III e di Imnigilde fu Re di Austrasia solo a partire dal 676 ma designato erede universale nel 656, quando suo padre revocò l’adozione di Childeberto, figlio del Maggiordomo Grimoaldo.
Profittando della sua minorità, costui lo fece rapire e segregare in un monastero irlandese.
Durante l’esilio ad York, Dagoberto sposò Margerita che, figlia del Re di Northumbria, mise al mondo Erminia ed Adele, abbadesse rispettivamente dei monasteri di Oëren e di Pfalzel.
L’Austrasia intanto veniva annessa alla Neustria e gli usurpatori Grimoaldo e Childeberto deposti e assassinati.
È incerto se tali eventi si svolgessero nel 657 ad opera di Ercinoaldo o nel 661 ad opera di Ebroino, Maggiordomo di Clotario III: è certo che costui nel 662 staccò insediasse al trono il novenne Chilperico II; che conquistasse la Neustria; che regnasse fino al 675, quando gli successe il figlio presunto Clodoveo III morto subito dopo l’acclamazione.
Al mancato Sovrano subentrò il fratello di Clodoveo II, Teodorico III ma un’insurrezione della Nobiltà austrasiana sollecitò il ritorno di Dagoberto, rientrato in patria con Vilfrido di York: egli consolidò la Monarchia e si scontrò con Ebroino, intenzionato a riunire i Regni Franchi sotto Teodorico III. E’ verosimile che proprio costui organizzasse quella partita di caccia in cui, nel 679, Dagoberto perse la vita a seguito di un colpo di lancia.
A memoria dell’infausto evento, Carlo il Calvo fece erigere una basilica nella foresta di Woëvre, nella lorena Stenay.
In mancanza di discendenza diretta, intanto, la corona di Austrasia andò a Teodorico III.
Clotario III
Primogenito di Batilde e di Clodoveo II, nato nel 654, ereditò i regni di Neustria e Burgundia sotto tutela materna per minorità. Anche nella sua reggenza si inserì il Maggiordomo Ercinoaldo cui subentrò Ebroino: costui costrinse la Regina alla vita monastica e con un colpo di mano prese il potere tenendolo saldamente fino alla morte di Clotario III.
Tra il 657 ed il 661 furono giustiziati Grimoaldo I e Childeberto l’Adottato: l’Austrasia, usurpata dai due, fu assoggettata alla Neustria; ma l’unione territoriale ebbe breve durata. Obbligato dalle spinte autonomiste locali, nel 662 Ebroino rese indipendente l’Austrasia e ne designò Re Childerico II, fratello di Clotario III.
In definitiva, il governo continuò ad essere amministrato dal Maggiordomo che tentò di ricostituire il Regnum Francorum scontrandosi con l’Aristocrazia laica e religiosa e deponendo ed esiliandone il più prestigioso esponente dei Borgognoni alla Corte di Neustria: il Vescovo Leodegario di Autun. Morto tra il marzo ed il maggio del 673, Clotario fu sepolto nella basilica parigina di saint-Denis e, in mancanza di eredi diretti, ascesero al trono il fratello minore Teodorico III e poi Childerico II.
Childerico II
Figlio di Clodoveo II e di Batilde, nato verso il 655, fu prima Re di Austrasia e poi Re dei Franchi. Alla morte del padre, verso il 657, tutti i Regni erano guidati dal primogenito Clotario III ma, nel 662, il Maggiordomo Ebroino aveva dovuto cedere alle rivendicazioni autonomiste dell’Aristocrazia austrasiana ed affidarne il trono a Childerico II.
Childerico II sposò Bilichilde, figlia di Sigeberto III, ultimo Sovrano dell’Austrasia indipendente e sorella maggiore dell’esule Dagoberto II: profittando dei disordini seguiti alla morte di Clotario III, nel 673 invase la Neustria; costrinse Teodorico III ed Ebroino a ritirarsi in convento e divenne Re di tutti i Franchi. Morì però due anni dopo, assassinato durante una battuta di caccia. Sul trono di Neustria allora si insediò Teodorico III, mentre Dagoberto II assumeva il controllo dell’Austrasia. Il piccolo Chilperico, allora, fu confinato in un monastero donde uscì solo nel 715 per assumere il governo della Neustria, alla morte di Dagoberto III.
Teodorico III
Figlio di Clodoveo II e di Batilde, fu considerato un Re/fantoccio nelle mani di Pipino di Héristal e di Ebroino che, nel 673, morto il fratello Clotario III, lo proclamò Re di Neustria e Borgogna contro il parere della Nobiltà e del Clero: Teodorico III fu rinchiuso nell’abbazia di saint-Denis e il suo protettore in quella di Luxeuil.
Tornarono entrambi liberi nel 675 ma, questa volta, il Maggiordomo sostenne i diritti di Clotario III, presunto figlio di Childerico. Nel 676 Teodorico fu restaurato sul trono di Neustria e Borgogna: opponendosi alla successione, gli Austrasiani richiamarono dall’esilio Dagoberto II.
Nel 679, morto costui, Teodorico ne ereditò il patrimonio ma ebbe grandi difficoltà nell’imporre la sua autorità nella regione il cui Maestro di Palazzo Pipino di Héristal insorse prima di essere sconfitto da Ebroino a Leucofao. Deceduti quest’ultimo ed il suo successore Varato, Pipino batté il nuovo Maggiordomo di Neustria Bertacido nella Battaglia di Tertry del 687: Teodorico III fu riconosciuto Sovrano unico e legittimo di tutti i Regni franchi ma dovette cederne il controllo al potente Héristal ormai Dux et Princeps Francorum del quale sposò la sorella Clotilde avendone i figli Clodoveo IV e Childeberto III e forse anche Clodoveo III e Clotario IV, la cui paternità legittima restò dubbia.
Chilperico II
Unico figlio di Bilichilde e di Childerico II, nato verso il 670, alla morte del padre nel 675 venne confinato in un monastero e il suo patrimonio fu diviso tra gli zii Teodorico III e Dagoberto II.
Approfittando dei contrasti tra Carlo Martello e Plectrude, alla morte di Dagoberto III nel 715, il nobile Ragenfrido dichiarò l’indipendenza della Neustria e dell’Austrasia e si proclamò Maggiordomo richiamando al trono l’ormai ultraquarantenne Chilperico II.
Diversamente dai suoi predecessori, costui partecipò attivamente al governo e alle campagne militari. Nel frattempo in Austrasia Carlo Martello soverchiava Plectrude e Teodolaldo e proclamava Re Clotario IV: ne derivò una serie di lotte per la conquista della Neustria e, solo dopo le battaglie vittoriose dell’Amblève, di Soissons e di Angers del 719 e dopo la morte di Clotario IV, Chilperico fu Sovrano di tutti i Franchi.
Morì tuttavia l’anno dopo.
Clodoveo III
Considerato figlio bastardo di Clotario III, nacque verso il 673. Parte degli Storici lo ritiene però figlio di Teodorico III, altra di Clodoveo II.
Di fatto, alla morte del genitore presunto, nel 675 Ebroino lo candidò alla successione contro le pretese di Teodorico III e di Dagoberto II.
Acclamato dall’Aristocrazia, morì subito dopo e il Regno franco tornò quindi a dividersi: a Teodorico III, andarono Neustria e Borgogna; a Dagoberto II, rientrato dall’esilio, l’Austrasia.
Clodoveo IV
Primogenito di Teodorico III e di Clotilde di Héristal, nato nel 678 succedette al padre come Re dei Franchi alla sua morte nel 691. Furono pertanto la madre ed lo zio materno Pipino di Héristal a governare; ma la precoce morte lo spazzò dalla scena politica.
Clotario IV
Forse figlio di Teodorico III, fu proclamato Re d’Austrasia da Carlo Martello nel 717, quando il trono era vacante da due anni a seguito della morte di Dagoberto III. Le contrapposizioni tra Plectrude e Carlo Martello per la carica di Maggiordomo avevano, infatti, impedito l’ascesa di un nuovo Sovrano e delle circostanze aveva profittato il referente di Neustria Ranfredo che, col Re Chilperico II, aveva recuperato l’indipendenza della regione: Carlo Martello riuscì a sollevare gli Austrasiani contro Plectrude e ad assumere il controllo del Regno, iniziando una guerra per la riconquista della Neustria; sconfiggendo Ranfredo nel 719 e diventando Maggiordomo di tutti i Franchi. In quello stesso anno Clotario IV morì e Chilperico II restò Sovrano unico.
Childeberto III
Figlio di Teodorico III e di Clotilde di Héristal, nato nel 678, succedette al fratello maggiore Clodoveo IV nel 695. Non avendo mai realmente governato se non attraverso il nonno Pipino, entrò nel novero dei Re fannulloni. Sotto di lui, le regioni meridionali della Gallia: Borgogna, Aquitania e Provenza, si resero autonome.
Morì nel 711 e gli successe il figlio Dagoberto III.
Dagoberto III
Figlio di Childeberto III, nato nel 699, succedette al padre nel 711.
Non partecipò mai concretamente al governo del Paese, poiché il potere restò concentrato nelle mani di Pipino di Héristal alla cui morte esplosero le rivalità fra la moglie Plectrude, fautrice dei diritti del nipote Teodolaldo, e il figlio illegittimo Carlo Martello.
Morto nel 715, Dagoberto III lasciò il trono al figlio Teodorico IV che venne, invece, rinchiuso nel monastero di Chelles e proclamato Re solo nel 721.
Gli successe, pertanto, Chilperico III, figlio di Childerico II.
Chilperico III il Vigliacco
Fu deposto da Pipino il Breve dopo un insignificante governo.
Teodorico IV
Nato nel 713; figlio di Dagoberto III, alla morte del padre nel 715 fu rinchiuso nel monastero di Chelles: morto Chilperico II senza prole, nel 721 Carlo Martello lo trasse dall’abbazia e lo proclamò Re dei Franchi.
Si trattò di un governo di facciata: la politica fu gestita dal Maggiordomo che, pur rafforzando il potere centrale, estese il suo dominio.
Morto il Sovrano, nel 737, il trono restò vacante per sette anni, finché Carlomanno e Pipino il Breve misero sul trono Childerico III.
Childerico III
Detto l’Idiota, nel 743 fu insediato al trono ma non è certa la paternità. Fu un fantoccio nelle mani dei Maggiordomi: quando, nel 747, Carlomanno si ritirò in un monastero, Pipino depose il Sovrano per sostituirglisi dopo aver posto a Papa Zaccaria il quesito se il titolo di Re spettasse a chi esercitava il potere o a chi portasse sangue reale. Il Primate indicò la prima opzione: nel 751 Childerico fu deposto e rasato su ordine del Pontefice Stefano II perché, a parere di Eginardo, era un inetto. Poiché i suoi lunghi capelli simboleggiavano la dinastia ed i diritti reali, glieli tagliarono. Nel 752 col figlio Teodorico, il Sovrano deposto fu chiuso nel convento di saint-Bertin ove morì quattro anni più tardi.
*Iniziò la successione dei Maggiordomi di Palazzo dei Merovingi nel sottoRegno di Austrasia e poi nel Regno franco unito:
Arnoldo di Metz
Pipino di Landen o Pipino I il Vecchio: 628- 639
Pipino di Héristal o Pipino II: 687- 714
Carlo Martello: 714- 741
Carlomanno: 741- 747
Pipino III il Breve: 747- 751
Quando Pipino III divenne Re, si insediò la dinastia carolingia
Pipino III il Breve: 751- 768
Carlomanno: 768- 771
Carlo Magno: 768- 814
Ludovico il Pio: 814- 840
*Il Regno Franco fu diviso con il Trattato di Verdun, nell’843, tra i figli di Ludovico il Pio. La dinastia Carolingia si ripartì nei nuclei delle future Francia e Sacro Romano Impero.
Bibliografia:
R. Caggese: L’Alto Medioevo
G. Monod: Études critiques sur les sources de l’histoire mérovingienne
Ornella Mariani, sannita.
Negli anni scorsi: Opinionista e controfondista di prima pagina e curatore di Terza Pagina per testate nazionali; autore di saggi, studi e ricerche sulla Questione Meridionale.
Ha pubblicato: saggi economici vari e:
Pironti ” Per rabbia e per amore”
Pironti ” E così sia”
Bastogi “Viaggio nell’ entroterra della disperazione”
Controcorrente Editore ” Federico II di Hohenstaufen”
Adda Editore “Morte di un eretico” – dramma in due atti
Siciliano Editore “La storia Negata”
A metà novembre 2006, per le Edizioni Mephite: “Matilde” -dramma in due atti; a teatro interpretata da Manuela Kustermann e Roberto Alinghieri.
GIUDITTA (edizioni Mephite – 2006)
COSTANZA (edizioni Mephite – 2006)
Aprile 2007, “Profili di perle. Donne nella storia”, Edizioni Mephite.
Collaborazione a siti vari di storia medievale.
Ha in corso l’incarico di coordinatore per una Storia di Benevento in due volumi, (720 pagine) commissionata dall’Ente Comune di Benevento e diretta dal Prof. Enrico Cuozzo).
L’11 agosto 2007 ha concluso un accordo di programma col Paleoantropologo Prof. Francesco Mallegni dell’Università di Pisa per pubblicare, assieme all’antropologo Giacomo Michelini, un gruppo di monografie in termini scientifico/storici. La prima riguarderà Enrico VII.