I Templari negli Annali delle epidemie occorse in Italia

Ruggiero da Flor

I Templari negli Annali delle epidemie occorse in Italia di Fabio Serafini
Oltre almeno ad un testo di chirurgia pubblicato almeno apparentemente in due edizioni,[1] Alfonso Corradi fu autore degli Annali delle epidemie occorse in Italia dalle prime memorie fino al 1850, diviso in più volumi pubblicati fra il 1865 ed almeno il 1870, sebbene alcuni tomi rintracciati risultino più probabilmente editi nel 1880 apparentemente in seconda edizione.
Si può conoscere la sua biografia grazie a due pubblicazioni ormai datate[2]: nacque a il 6 novembre 1833 a Bologna, dove compì anche i suoi studi, laureandosi in Medicina nel 1856 e poi in Chirurgia nel 1857; lavorò nel biennio successivo presso l’Ospedale Maggiore di Bologna come assistente, per poi diventare nel 1859 professore di Patologia generale all’Università di Modena, trasferendosi poi all’Università di Palermo nel 1863, dove insegnò la stessa materia; nel 1867 ottenne invece la cattedra di medicina e farmacologia all’Università di Pavia, dove insegnò fino al 28 novembre 1892, giorno della sua morte.
La pubblicazione dei suoi Annali risale almeno in parte al periodo palermitano e vi inserì notizie su varie epidemie già pubblicate precedentemente da altri studi storici.
Gli stessi Annali delle epidemie possono e devono essere considerati a tutti gli effetti una pubblicazione di storia della medicina e probabilmente anche di storia generica ed è un’opera così accurata da essere già stata utilizzata per la bibliografia di alcune recenti pubblicazioni, sia italiane che straniere.[3]
L’Alfredo Corradi professore universitario, infine, non va confuso con quell’Alfredo Corradi impegnato in campo artistico attraverso la pittura e vissuto dal 1889 al 1972[4].
I Templari negli Annali delle epidemie
Nella sua opera già ricordata, il Corradi ha menzionato in più occasioni i Templari, sebbene in modo sintetico.
Per l’anno 1301, il professore universitario ricordò l’assedio a Messina posto via mare dal Duca di Calabria Roberto; la città siciliana, che patì la fame ed alcune malattie non specificate, fu soccorsa prima da Ruggiero da Flor e poi da re Federico, i quali rifornirono Messina di viveri.[5]
Ruggiero da Flor fu menzionato dal Corradi come formidabile corsaro, a sicura prova di come egli fu un abile navigatore, tralasciando tuttavia i suoi trascorsi nell’Ordine del Tempio.
Ruggero da Flor[6] nacque a Brindisi attorno il 1265-1266 da una nobildonna locale e da un maestro falconiere tedesco al servizio dell’Imperatore Federico II; caduto nell’indigenza a seguito della morte del padre, Ruggero, all’età di circa otto anni, fu affidato al templare fra’ Vassayl, comandante di una nave templare che attraccò a Brindisi.
Il da Flor divenne ben presto un ottimo marinaio, tanto da essere considerato il miglior conoscitore della marineria di quei tempi, tanto da meritarsi il comando della nave templare più importante, il Falco o Falcone.
L’Ordine del Tempio noleggiò il Falco in varie occasioni fra il 12 febbraio 1277 e l’8 novembre 1281 e Ruggero da Flor la utilizzò durante l’assedio di San Giovanni d’Acri del 1291, portando in salvo fino a Castel Pèlerin diversi assediati in cambio di una somma di denaro, poi versata nelle casse dell’Ordine.
A seguito dell’accusa di aver trattenuto per sé una parte del denaro, Ruggero fuggì con il Falcone, trovando riparo a Marsiglia, ove abbandonò la nave templare, per poi trasferirsi a Genova, dove allestì la galera chiamata Olivetta.
Non si ha invece traccia del Falcone fino al 1301, quando è attestato nuovamente fra le imbarcazioni in possesso dell’Ordine del Tempio.
Fu con l’Olivetta che Ruggero raggiunse Messina affinché fosse al servizio degli Aragonesi, nemici di quegli Angioini che combatterono gli Svevi nella battaglia di Tagliacozzo in cui perse la vita il padre del da Flor durante l’infanzia dello stesso Ruggero: le parole del Corradi si riferiscono quindi a questo periodo.

Galera Olivetta

Dopo la fine del conflitto fra Aragonesi ed Angioini nel 1302, a seguito della pace di Caltabellotta con cui gli Aragonesi si impadronirono della Sicilia e gli Angioini del sud Italia, Ruggero da Flor organizzò e coordinò un esercito del tutto personale denominato Compagnia Catalana e si mise al servizio dell’imperatore bizantino Andronico II Paleologo per combattere i Turchi.
La vita di Ruggero da Flor terminò durante il 1305, ucciso da una guardia del figlio dell’imperatore durante un banchetto.
Tornando agli Annali delle epidemie, il Corradi, dopo aver ricordato i dolciniani per il 1307, anno in cui fu bandita contro di loro una crociata per eresia, diede spazio poco più avanti ai roghi subiti dal Maestro e da alcuni Templari e l’Ordine del Tempio distrutto qualche anno più tardi, poiché accusato di vizi e nefandezze, a causa della cupidigia del re francese Filippo IV il Bello, il quale prima si impossessò dei beni degli ebrei francesi per poi scagliarsi contro i Poveri Cavalieri di Cristo, troppo doviziosi agli occhi del re.[7]
Per motivi di spazio, si rimanda l’interessato a quegli studi che hanno già trattato gli ultimi anni di esistenza dell’Ordine templare:[8] in questo contesto si vuole solo ricordare come l’Ordine del Tempio sia stato sciolto da Papa Clemente V nella primavera 1312, mentre i roghi ricordati dal Corradi risalgono invece al 18 marzo 1314.
Un nuovo riferimento alla persecuzione templare da parte del regnante francese fu inserito per l’anno 1321, quando i lebbrosi in Francia furono accusati di aver avvelenato l’acqua affinché le persone sane morissero o si ammalassero, ma una simile accusa sarebbe stata del tutto inventata da re Filippo V, in quanto interessato alle ricchezze possedute dei lebbrosi.[9]
Già il Corradi criticò l’avidità regia, per lo più essendo discendente di quel San Luigi IX difensore dei lebbrosi, paragonandolo all’avaro e rapace Filippo IV – suo padre -, tremendo persecutore dei Templari: un eventuale futuro studio potrebbe quindi forse dimostrare una sorta di continuità politica fra Filippo IV ed il suo successore nel perseguire una parte della società francese con lo scopo di incamerarne i possedimenti in virtù dei problemi economici dello Stato.
Conclusioni
I riferimenti all’Ordine del Tempio nel Corradi sono indubbiamente scarni e le vicende a cui si riferiscono sono inoltre già conosciute.
Tuttavia, l’opera medica in cui sono menzionati i Poveri Cavalieri di Cristo dimostra come talvolta si possano rintracciare notizie sui Templari dove forse non si pensa di cercare.
Assume comunque maggiore rilevanza il fatto che il Corradi sia un esempio – non l’unico, stando al Bramato[10] – di come già durante il XIX secolo si sia compreso di quanto l’Ordine del Tempio sia stato vittima di un gioco di potere perpetrato dal re francese e non invece un sodalizio contrario all’ortodossia cattolica.
NOTE
[1] A. Corradi, Della chirurgia in Italia dagli ultimi anni del secolo scorso fino al presente, Bologna 1870; id., Della chirurgia in Italia dagli ultimi anni del secolo scorso fino al presente, Bologna 1871.
[2] L. Mazzotti, Necrologia del professore Alfonso Corradi, Bologna 1893; A. De Gubernatis, Dizionario biografico degli scrittori contemporanei, Firenze 1879, pp. 316-317.
[3] E. Tognotti, La “spagnola” in Italia, Milano 2002; G. Cosmacini, L’arte lunga, Roma 2014; A. Porro – D. S. Iannotti, A peste, fame et bello libera nos, Rudiano 2020; J. Duffin – A. Sweetman, SARS in Context, Montreal 2006; M. Armiero – M. Hall (a cura di), Nature and History in Modern Italy, Athens 2010; R. Alibrandi, In salute e in malattia, Milano 2012; E. Gugliuzzo – G. Restifo, La piaga delle locuste, Napoli 2015; AA.VV., Archeologia medievale, VIII volume, Firenze 1981; G. Cosmacini, Guerra e medicina, Roma 2014.
[4] P. Mosca, Bergamo nella storia dell’arte, Bergamo 1985, p. 330; AA.VV., Il Novecento a Palazzo Isimbardi, Milano 1988, pp. 55, 56, 212.
[5] A. Corradi, Annali delle epidemie occorse in Italia dalle prime memorie fino al 1850, parte prima, Bologna 1865, p. 161.
[6] E. Valentini, La marineria templare, in XXX Convegno di Ricerche Templari, Tuscania 2013, pp. 37-40; V. Ricci, Gli Ordini monastico-militari e i porti pugliesi, in XXXI Convegno di Ricerche Templari, Tuscania 2014, pp. 58, 63.
[7] A. Corradi, Annali…, parte prima, cit., pp. 163-164.
[8] L. Imperio, Parigi 1307 – Il venerdì maledetto dei Templari, Tuscania 2007; id., Il tramonto dei Templari, terza ristampa aggiornata e ampliata, Tuscania 2005; id., Chinon 1308: gli interrogatori dei dignitari del Tempio, in XXVI Convegno di Ricerche Templari, Tuscania 2009, pp. 61-78; id., L’inventario inquisitoriale della domus di Montebello Vicentino, in XIX Convegno di Ricerche Templari, Tuscania 2002, pp. 81-116; B. Capone, L’itinerario del giovannita fra’ Atto, ricevitore dei beni templari in Romagna, in I primi 10 convegni della L.A.R.T.I., IV volume, Torino 2010, pp. 115-120; id., L’itinerario del giovannita fra’ Atto, ricevitore dei beni templari in Romagna, in X Convegno di Ricerche Templari, Firenze 1994, pp. 21-26; A. M. Caroti, Storia di un Templare dopo il 1312: Giorgio di Castellengo, in XXIX Convegno di Ricerche Templari, Tuscania 2012, pp. 213-220; D. Capolongo, Atteggiamento iniziale dei Giovanniti verso i beni templari trasferiti, in XXVII Convegno di Ricerche Templari, Tuscania 2010, pp. 119-124; R. Caravita, Rinaldo da Concorrezzo Arcivescovo di Ravenna (1303-1321) al tempo di Dante, Firenze 1964; id., Rinaldo da Concorrezzo: Arcivescovo di Ravenna (1303-1321) – Canonico di Laon, non di Lodi, 1964; id., La “purgazione” nel processo inquisitorio. Il caso dei Templari processati a Ravenna, in XV Convegno di Ricerche Templari, Latina 1998, pp. 7-32; id., Il primo dei due concili provinciali ravennati sui Templari, in XVII Convegno di Ricerche Templari, Latina 2000, pp. 79-93; id., Dal primo al secondo concilio provinciale di Ravenna sui templari, in XVIII Convegno di Ricerche Templari, Latina 2001, pp. 65-85; id., La figura di Rinaldo da Concorrezzo, arcivescovo di Ravenna, grande inquisitore per il processo ai Templari, in I Templari: mito e storia, Poggibonsi 2002, pp. 87-105; id., L’Arcivescovo di Ravenna Rinaldo da Concorezzo e il processo ai Templari, Ravenna 2008.
[9] A. Corradi, Annali…, parte prima, cit., pp. 170-171.
[10] F. Bramato, La memoria dei Templari, Roma 2004.

Fabio SerafiniFabio Serafini

Originario della regione del Montefeltro, oggi appartenente all’entroterra pesarese, si è poi trasferito a Fano, dove si è diplomato in Analista Contabile, per poi trasferirsi in altre città per motivi di lavoro, vivendo oggi a Ravenna. Fa parte della Libera Associazione di Ricerche Templari Italiani (L.A.R.T.I.), dell’Associazione Ravennate Astrofili Rheyta (A.r.a.r.) e dell’Archeoclub d’Italia – sede di Fano.

È stato relatore durante i seguenti convegni della L.A.R.T.I.:

  • XXX convegno (Cesenatico, 2012), con lo studio Falsi ed inesattezze sull’Ordine del Tempio;
  • XXXI convegno (Bologna, 2013), con gli studi La magione templare de La Rochelle e Falsi ed inesattezze nella ricerca templare;
  • XXXII convegno (Perugia, 2014), con lo studio Le dipendenze templari della magione de La Rochelle;
  • XXXIII convegno (Vicenza, 2015), con lo studio terreni dipendenti dalla magione templare de La Rochelle;
  • XXXIV convegno (Nizza Monferrato, 2016), con lo studio La bolla papale “Dura nimis est” sull’eventuale fusione degli Ordini templare e giovannita;
  • XXXV convegno (Roma, 2017), con lo studio Il ruolo di templari e giovanniti nella lotta all’eresia catara;
  • XXXVI convegno (Ravenna, 2018), con lo studio soggiorno di Rinaldo da Concorezzo in Francia;
  • XXXVII convegno (Fano, 2019), con lo studio I templari e i giovanniti nella Quarta Crociata visti dalle bolle pontificie.
  • XXXVIII convegno (2020) non effettuato per covid-19

Gli sono stati pubblicati i seguenti studi negli atti della L.A.R.T.I.:

  • Falsi ed inesattezze sull’Ordine del Tempio negli Atti del XXX Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2013;
  • La magione templare de La Rochelle negli Atti del XXXI Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2014;
  • Falsi ed inesattezze nella ricerca templare negli Atti nel XXXI Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2014;
  • Le dipendenze templari della magione de La Rochelle nel XXXII Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2015;
  • Falsi ed inesattezze nella ricerca templare negli Atti del XXXII Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2015;
  • I terreni dipendenti dalla magione templare de La Rochelle negli Atti del XXXIII Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2016;
  • Falsi e inesattezze nella ricerca templare negli Atti del XXXIII Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2016;
  • La bolla papale “Dura nimis est” sull’eventuale fusione degli Ordini templare e giovannita negli Atti del XXXIV Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2017;
  • Falsi e inesattezze nella ricerca templare negli Atti del XXXIV Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2017;
  • Il ruolo di templari e giovanniti nella lotta all’eresia catara negli Atti del XXXV Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2018;
  • Falsi e inesattezze nella ricerca templare negli Atti del XXXV Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2018;
  • Il soggiorno di Rinaldo da Concorezzo in Francia negli Atti del XXXVI Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2019;
  • Falsi e inesattezze nella ricerca templare negli Atti del XXXVI Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2019;
  • I templari e i giovanniti nella Quarta Crociata visti dalle bolle pontificie negli Atti del XXXVII Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2020;
  • Falsi e inesattezze nella ricerca templare negli Atti del XXXVII Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2020.

Gli sono stati pubblicati i seguenti studi nelle Ricerche A.R.S.O.M.:

  • I giochi dei Templari in Templari, Cavalieri, Architetture nella Sardegna medioevale – Ricerche A.R.S.O.M. 2013, edito nel 2013.

Ha pubblicato i seguenti studi nella rivista Cronache Medievali:

  • Piandimeleto, il paese dei Conti Oliva nel numero 43 (giugno-settembre 2014).

Per Italia Medievale ha pubblicato i seguenti studi:

  • La Rocca Brancaleone di Ravenna, il 5 dicembre 2014;
  • La Congregazione benedettina dei Silvestrini negli Annali Camaldolesi, il 21 dicembre 2020.

Nella rivista Medioevo Adriatico, della Società Internazionale per lo Studio dell’Adriatico nell’Età Medievale (Sisaem) ha pubblicato i seguenti studi:

  • San Marco, chiesa camaldolese e giovannita di Fano, inserito nel quinto volume, pubblicato nel 2015.

Gli sono stati pubblicati i seguenti studi astronomici sul bimestrale Oculus Enoch dell’Associazione Ravennate Astrofili Rheytta Aps (A.R.A.R.):

  • Rheyta, un astronomo ed ottico boemo a Ravenna, nel numero 77 maggio-giugno 2019;
  • Paolo Maffei e l’infrarosso in astronomia, nel numero 81 gennaio-febbraio 2020;
  • Luigi Volta e la scoperta di cinque asteroidi, nel numero 84 luglio-agosto 2020;
  • Cassini, una dinastia scientifica, nel numero 86 novembre-dicembre 2020.

Sul mensile InStoria ha pubblicato i seguenti studi:

  • Platone Tiburtino Astronomo, matematico e “traduttore” del XII secolo, nel numero 150 del giugno 2020;
  • Gherardo da Cremona – Illustre traduttore di testi astronomici, nel numero 151 del luglio 2020;
  • Guido Bonatti – Illustre astronomo italiano di epoca medievale, nel numero 152 dell’agosto 2020;
  • Omero e l’astronomia – L’universo nell’Iliade e nell’Odissea, nel numero 153 del settembre 2020.

Sulla rivista Canonica del Centro Studi Pientini gli sono stati pubblicati i seguenti studi:

  • Corsignano nei documenti camaldolesi nel numero 10 del 2020.

Contatto e-mail dell’autore: fabio.serafini@hotmail.com

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