Testi e foto di Luca Palumbo
Poco meno di mille chilometri, fra andata e ritorno. Un viaggio lungo, in una “due giorni” emozionante e produttiva. Poco meno di mille chilometri e poco meno di due millenni. Tanto si percorre partendo dalla antica Mediolanum per raggiungere Aquileia, e poi Grado e, poi ancora Cividale del Friuli, e tornare indietro stanchi, ma incredibilmente arricchiti.

Aquileia e Cividale le avevo già visitate, ma, come spesso accade, tornare vuol dire osservare meglio e di più. Amo profondamente Santa Maria Assunta e i suoi diciassette secoli di storia. Iniziata nel IV secolo, e rimaneggiata (se non ricostruita) in età medievale, la Basilica Patriarcale di Aquileia è un tesoro dal valore immenso. Appena entrati si viene rapiti dall’immensa distesa di mosaici pavimentali che ricoprono, praticamente, l’intera pianta, fatta eccezione per il presbiterio. Il turista distratto potrebbe passare accanto, senza dargli più di tanto peso, all’unica riproduzione medievale del Santo Sepolcro. Un edificio a pianta circolare datato XI secolo di rara bellezza. Accanto al Santo Sepolcro, attraverso una porticina, si accede agli scavi. Qui si può amare ciò che resta degli originali ambienti del IV secolo, voluti dall’Imperatore Costantino, il primo Battistero (anch’esso del IV secolo) e, ancora più sotto, pavimenti e lacerti di affreschi delle domus romane che qui sorgevano prima dell’edificazione del complesso cristiano. La zona presbiteriale è da scoprire. I catini absidali sono coperti da affreschi antichissimi, alcuni dei quali del XI secolo.
Qualora rimanesse ancora energia, si può andare a visitare la cripta, interamente coperta da affreschi bizantini da urlo. C’è anche il Battistero. Un tempo, esternamente, aveva una forma quadrata, mentre all’interno è rimasta l’originale forma ottagonale, tipica di questi edifici. Sono però state chiuse 3 delle quattro nicchie. Ipotizzo che anche questo edificio dovesse essere interamente affrescato. Sempre ad Aquileia, per chi volesse, è incredibile il museo Archeologico, mentre quello Paleocristiano è aperto solo di giovedì e venerdì (pomeriggio). Per chi, come me, fosse giunto di sabato… non resta che sperare di tornare nei giorni giusti. Una buona visita di Aquileia può durare anche tutto il giorno. Al di la del periodo medievale, sono infiniti gli scavi archeologici, e ritengo siano imperdibili. Una nota critica. Sono andato a rivedere il Sepolcreto. Mi auguro che i lavori di restauro siano serviti effettivamente a salvare o salvaguadare le tombe, perché a vederlo, ha perso gran parte del suo fascino.

Grado, seconda meta del mio viaggio, è stata una vera e propria sorpresa. Sapevo che avrei trovato due chiese interessanti, ma come spesso accade, la realtà ha di gran lunga superato le aspettative. La Basilica Patriarcale di Sant’Eufemia è pazzesca. Edificata nel VI secolo ha il pavimento interamente coperto di mosaici dello stesso secolo, un Ambone del XIII secolo imperdibile, e una splendida pala d’oro ed argento che si trova nel catino absidale centrale. Non si possono non ammirare le colonne, tutto di riutilizzo ed i maestosi capitelli, eterogenei per stile e dimensioni, ma tutti di epoca romana. Ci sono poi due ambienti, che non so se definire “saccelli”, entrambi con pavimento musivo, ed entrambi mi hanno colpito per un dettaglio. Uno per un simbolo nel centro della stanza, musivo, di cui ignoro il significato. L’altro per lo splendido trono di cui voglio assolutamente sapere di più. A sinistra della Basilica c’è il Battistero, del V secolo. Anche qui pavimento musivo coevo al Battistero e storia a quintalate.

Poco più avanti, nella stessa piazza di Sant’Eufemia c’è una seconda splendida chiesa. E’ la Basilica di Santa Maria delle Grazie, edificata nel VI secolo. Gioiello con pavimenti musivi, colonne e capitelli di recupero ed una zona più bassa, dove gli scavi hanno riportato alla luce l’antico edificio del V secolo. Quando mi trovo di fronte elementi romani perdo l’uso della ragione. A poche decine di metri dalle due Basiliche ci sono i resti di un terzo edificio sempre del VI secolo a pianta basilicale, che vale la pena di andare a vedere.

Ultima tappa del viaggio è stata Cividale del Friuli ed il suo Tempietto Longobardo. Rarissimo edificio longobardo rimasto pressoché integro, è splendido e assolutamente imperdibile. Sempre a Cividale consiglio la visita del Museo del Duomo. All’interno del museo c’è l’Altare longobardi di Rachtis ed il Battistero di Callisto, composto da numerosi frammenti di plutei di fattura altomedievale. Interessantissimi sono anche gli altri rilievi longobardi sulle pareti. In un’altra visita avevo fatto anche il giro della cittadina. Bella da meritarsi un posto nei Patrimoni Unesco. A rievocare ciò che ho visto i mille chilometri di strada sembrano più leggeri. Anzi, aspetto con ansia la prossima scusa che mi permetterà di tornare in Friuli e tornare a riabbracciare ciascuna delle meraviglie dell’estremo est del nostro Paese.

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