Il califfo Harùn al-Rashìd e Carlo Magno: I contatti diplomatici tra Aquisgrana e Bagdad

bagdad di Soumaya Bourougaaoui

Durante il califfo di al-Mansùr venne fondata tra il 762 e il 763 la città di Bagdad, che divenne la capitale politica e culturale del califfato abbaside. Il momento di massimo splendore venne raggiunto con Harùn al-Rashìd (763-809), che regnò tra il 786 e l’809. Considerevole fu, nella sua epoca, il progresso scientifico e letterario, molte delle novelle contenute nel Le Mille e una Notte, poi sarebbero ispirate proprio alla vita del celebre sovrano.

Quando pensiamo alle relazioni tra occidente e oriente è molto probabile che la prima parola in grado di colpire i nostri pensieri sia “guerra” oppure “conflitto”. Ricordiamo le crociate e l’assedio di Vienna, l’espansione araba in Sicilia ed in Spagna. Sarebbe un errore ma anche il risultato della disonestà intellettuale. Perchè il Medioevo non fu solo un’epoca di guerre ma anche si deve pensare agli scambi culturali, commerciali ed artistici tra i due mondi orientale e occidentale.

Dunque i rapporti tra i musulmani e cristiani non sono stati caratterizzati solo da conflitti che non generano nulla di buono, ma anche da scambi culturali, diplomatici anche commerciali, da una viva curiosità reciproca che ha spinto uomini e donne a viaggiare, a scoprire, a capire e qualche volta fraintendere gli usi e costumi (dell’altro). Del resto cristianesimo e islàm condividono le stesse radici e hanno molto in comune, anche se le civiltà in cui si sono sviluppate queste due religioni hanno preso strade diverse, come spiega bene Bernard Lewis nella prefazione al suo saggio “I musulmani alla scoperta dell’Europa” (Rizzoli 2004).

Tra gli esempi di notevole importanza possiamo citare lo scambio di ambascerie tra Carlo Magno ed il califfo Harùn al-Rashìd, Carlo Magno inviò due spedizioni diplomatiche e culturali nel 797 e nell’802, mentre Harùn al-Rashìd rispose nell’801 e nell’807.

Realmente, la comune ostilità nei confronti dei bizantini avvicinò Harùn al contemporaneo Carlo Magno. I contatti diplomatici tra le due lontane città Aquisgrana e Bagdad furono frequenti e organizzati spesso dagli ebrei (secondo le cronache dello storico Eginardo viene citato come intermediario, l’ebreo Isacco). Sappiamo già che Carlo ricevette in dono da Harùn un elefante che destò la sua grande meraviglia.

Ci furono altri frequenti scambi di doni tra le due corti, anche se Carlo vietò l’esportazione di spade in oriente, senza tener conto che le spade occidentali, anche se di alta qualità non poterono naturalmente competere con l’acciaio di Damasco e con la raffinatissima tecnologia costruttiva delle armi arabe.

I due sovrani condivisero una cordiale amicizia perchè i loro regni non erano appunto confinanti. Alimentando saldamente la fantasia dei contemporanei, che crearono delle bellissime storie: l’imperatore Carlo Magno si reca in oriente dove il saggio califfo Harùn in segno di amicizia gli regala la Terra Santa affinchè i cristiani possano visitare senza ostacoli la tomba di signor Gesù. I cronisti arabi non hanno mai perdonato ad Harùn la debolezza di questo amore occidentale con Carlo. La storia ha del resto poi dimostrato che la Terra Santa è sata il motivo principale di secolari conflitti tra i successori di Carlo Magno e quelli di Harùn, duecento anni di crociate!

Basti citare la cronaca del monaco di San Gallo sui doni recati a Carlo Magno dai due dignitari musulmani appartenenti alla corte di Harûn al-Rashîd e dell’emiro di Kairuan, Ibrahim Ibn-Aghlab: scimmie, balsami, unguenti, profumi, spezie e medicinali di ogni sorta “in quantità tale che pareva avessero svuotato sia l’Oriente che l’Occidente”, oppure i racconti negli Annales Regni Francorum sulla seconda ambasceria inviata nell’802 che recò in dono a Carlo Magno una tenda di lino di straordinaria bellezza, pezze di seta colorata, due candelabri di bronzo dorato e un orologio che lasciava stupefatti tutti coloro che lo vedevano. “Nell’802, Harùn al-Rashì, il califfo di Mille notti e una notte invia a Carlo Magno un orologio di bronzo, le ore vegono segnate dalla caduta di palle di bronzo su un disco di metallo: e, alla dodicesima ora, dodici cavalieri escono dalle porte che si chiudono su di loro quando l’ora è suonata” (Pietro Citati, Meraviglie, La Repubblica. It, 13 giugno 2001).

Questo notevole esempio del rispetto, del dialogo politico ed interculturale tra i due grandi sovrani Carlo Magno e Harùn al-Rashì, potrebbe essere una vera e propria lezione agli altri monarchi contemporanei e delle altre epoche. Allora bisogna comprendere che nel Medioevo vi è stato un fruttuoso dialogo tra le varie culture e le differenze religiose non potrebbero mai essere un ostacolo agli scambi commerciali, culturali ed artistici. Quindi Bagdad e Aquisgrana rappresentano una terra di tolleranza dove i musulmani, i cristiani anche gli ebrei poterono convivere pacificamente, ma soprattutto creare una cultura unica al mondo. Come dice il grande storico francese Jacques Le Goff che è stato tra i più autorevoli studiosi viventi della storia e della sociologia del Medioevo “Il Medioevo è il sinonimo di progresso”. E non come pensano gli altri studiosi che purtroppo lo definiscono come un’epoca di guerre e dell’oscurantismo!

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Soumaya Bourougaaoui è Dottoranda in lingua, letteratura e civiltà italiana presso la facoltà di Lettere, delle Arti e dell’umanità di Manouba- Tunisia.
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