Il feudo dei conti di Carpegna

Il feudo dei conti di Carpegna di Gaetano Dini

Il feudo dei conti Carpegna comprendeva l’Alta Valmarecchia e l’Alta Valconca.
Era un feudo vasto.
Nell’Alta Valmarecchia il feudo aveva inizialmente i castelli di Pennabilli, Bascio, Casteldelci, Gattara, Miratoio (per arrivare a Miratoio c’e’ anche una strada che parte dal Passo della Cantoniera senza scendere a Pennabilli), San Leo ed anche la rocca di Pietracuta.
Il castello di Cicognaia faceva invece parte del feudo di Badia Tedalda di cui oggi come retaggio storico dell’epoca, assieme al paesino di Ca’ Raffaello costituisce un’enclave toscana aretina in provincia di Rimini.
Nell’Alta Valconca il feudo possedeva inizialmente i castelli di Carpegna paese, Pietrarubbia, Villagrande, Monte Cerignone ed anche buona parte del territorio del comune di Frontino gli apparteneva.
I castelli posseduti erano in collegamento militare e commerciale tra loro, quindi i conti Carpegna coi loro cantonieri dovettero allargare e migliorare il tracciato di strade preesistenti per poter circolare bene con cavalli e mezzi.
La loro sfera d’influenza feudale all’inizio non arrivava ai territori attorno a S. Agata Feltria che all’epoca erano sotto il controllo del Vescovo di Sarsina il quale a sua volta dipendeva dall’Arcidiocesi di Ravenna.
Ulderico il Sassone era il capostipite dei conti di Carpegna, infeudato nel 962 dall’imperatore Ottone I di  Sassonia.
Ulderico era o un nobile sassone  coi suoi soldati al seguito dell’imperatore o un suo generale, sempre al seguito.
Come mai Ottone infeudò in maniera così geograficamente precisa  Ulderico di quelle terre ?
Perché in quel periodo le bazzicava, dando assedio una parte del suo esercito alla rocca di San Leo dove si era rifugiato con pochi fedeli il re d’Italia Berengario II ribellatosi in qualita’ di Vicario al re di Germania ed Italia, poi incoronato imperatore del Sacro Romano Impero a Roma dal papa il 2 febbraio 962, Ottone I il Sassone.
L’assedio duro’ dal 961 al 963.
Berengario ed i suoi si arresero per fame. Infatti il castello se ben difeso era pressoché inespugnabile.
Ottone lascio’ un altro suo segno imperiale in zona.
Infeudo’ nel 967 della contea di Badia Tedalda un altro suo vassallo, probabilmente anche lui sassone, Goffredo di Ildebrando.
Col passare dei decenni e le divisioni delle proprietà tra i vari figli dei conti Carpegna, si sono formati i rami cadetti della famiglia, i Malatesta a Pennabilli e poi Verucchio, i Della Faggiola a Casteldelci (famoso fu Uguccione, amico di Dante), i Da Montefeltro a Villagrande e poi San Leo e da lì alla contea di Urbino prima come conti della contea e poi come duchi del ducato.
Gaetano Dini ha svolto lavoro amministrativo presso AUSL Rimini dal 1991, 10 anni di ricerche sociologiche, dal 1989 al 2017 insegnamento di Sociologia ed in seguito di Legislazione socio-sanitaria al corso infermieri (prima che diventasse corso di laurea) ed in seguito ai corsi di operatore socio-sanitario (OSS).
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