La bolla di Celestino III sui Templari e le sepolture nel sud Italia

Celestino III ed Enrico VI

La bolla di Celestino III sui Templari e le sepolture nel sud Italia di Fabio Serafini

Nei Regesti dei Romani Pontefici per le chiese della Calabria sono state inserite alcune bolle di Celestino III, pontefice dal 30 marzo 1191 all’8 gennaio 1198[1], fra le quali ne risulta una riguardante i Templari,[2] unico atto attinente l’Ordine del Tempio e, più in generale, gli ordini monastico-cavallereschi.
L’atto pontificio è datato 11 agosto 1192 e fu inviato agli arcivescovi, ai vescovi ed ai prelati di Puglia, Calabria e Sicilia – i cui territori comprendevano forse anche l’attuale regione della Basilicata -, i quali ricevettero innanzitutto la benedizione apostolica da parte di Celestino III.
Le prime parole della bolla furono sia una difesa che al contempo un elogio a favore dell’Ordine del Tempio, poiché la Religione – inteso come Ordine – dei fratelli della Milizia templare era necessaria per la difesa della cristianità, poiché gradito a Dio onnipotente, in quanto essa favoriva e preservava il fervore che i non appartenenti all’Ordine avrebbe dovuto accendere ed animare.
Nel proseguo del documento, Celestino III ricordò, dandone nuovamente conferma, come i suoi predecessori Alessandro III, Lucio III, Urbano III e Clemente III decisero di privilegiare i Templari permettendo loro di possedere propri cimiteri dove poter seppellire anche i non appartenenti dell’Ordine, ad eccezione degli scomunicati o da chi fu colpito dall’interdetto.
Va ricordato che i pontefici ricordati da Celestino III sono stati quasi ininterrottamente sul soglio pontificio dal 7 settembre 1159 al 25 marzo 1191,[3] poiché ad essi va aggiunto Gregorio VIII, papa dal 21 ottobre al 17 dicembre 1187[4].
Precedenti studi hanno già accertato come Alessandro III, fra il 1161 ed il 1179, sia stato costretto a rivolgersi per ben tre volte al clero residente in sud Italia per lo stesso motivo di Celestino III; tale studio non ha tuttavia fatto cenno alla bolla del 1192, dando invece spazio ad una bolla di Innocenzo IV del 1244.[5]
Celestino III ordinò, nel proseguo della bolla, che l’Ordine del Tempio potesse continuare a seppellire nei propri cimiteri anche i corpi di coloro che non appartenevano allo stesso, ad eccezione degli scomunicati e dei colpiti dall’interdetto.
Nessuno avrebbe inoltre dovuto impedire che l’Ordine potesse godere di un simile privilegio, né di esigere dai Templari la quarta parte dell’elemosina per tali sepolture.
Precedenti pubblicazioni hanno ricordato la bolla di Celestino III, sebbene non addentrandosi nei dati completi forniti dalla stessa fatta eccezione per il Ricci che ha invece pubblicato maggiori informazioni, datandola tuttavia 10 agosto 1191 o solo 1191[6]: tale data è erronea, poiché il testo dell’atto pontificio consultato riporta la sua data di promulgazione, in cui venne specificato il secondo anno di pontificato di Celestino III, coincidente con il 1192.
Il documento preso in esame può essere considerato di una certa importanza, poiché fornisce alcune informazioni sebbene indirette sulla presenza dell’Ordine del Tempio nel sud Italia.
Innanzitutto i Poveri Cavalieri di Cristo si stanziarono in Sicilia, Calabria e Puglia – a cui aggiungere anche la Basilicata, dove sono attestate quantomeno proprietà dipendenti da Barletta[7] – già prima della data della bolla di Celestino III, come già riportato anche da precedenti autori[8].
Tenendo fede al momento in cui fu promulgato il documento che qui interessa, per la Puglia si contano edifici o terreni coltivati almeno a Canne, Trani, Minervino Murge, nella zona di Molfetta – Vaditello e Badistello -, Barletta – che possedeva dipendenze anche in Basilicata -, Ruvo di Puglia e nella zona circostante, Bari, Brindisi, Corneto, Castelpagano, Troia, Foggia, Corato e Spinazzola, quest’ultima all’epoca appartenente alla Basilicata.[9]
Prendendo in considerazione solo il periodo precedente la bolla di Celestino III, fra i possedimenti templari pugliesi citati allo stato attuale è conosciuta la sepoltura del Giudice Lucifero presso una chiesa di Trani indicata come grancia templare in un documento del 1191, a cui aggiungere due sepolture successive il documento pontificio preso in esame nella stessa Trani ed una sepoltura a Sapri, sempre successiva l’atto papale.[10]
Si è già accennato alla Basilicata, per la quale va aggiunta la possibile esistenza di una tomba di un Templare a Tursi,[11] mentre in Sicilia i Templari si sarebbero stanziati a Trapani, Scordia – vicino Lentini -, Pantalica già prima del pontificato di Celestino III[12].
In Calabria, infine, si conta almeno una donazione datata fra il 1137 ed il 1259 riportata dal Ricci e quanto riportato dalla Capone in almeno un suo studio su un totale di cinque località dove i Poveri Cavalieri di Cristo si sarebbero installati dopo la data della bolla presa in esame; la stessa proprietà di Barletta, inoltre, possedeva alcune dipendenze anche in Calabria che risultano usurpate durante il 1274[13].
Attraverso una breve digressione, rimanendo alle regioni del meridione italiano, occorre comunque ricordare che l’Ordine del Tempio si stanziò anche in Molise – forse nella diocesi di Termoli già entro la data della bolla di Celestino III, oltre in altre località a partire dalla prima metà del XIII secolo -, in Abruzzo ed in Campania[14].
Va tuttavia fatto presente che non per tutte le località menzionate vi è attualmente la sicurezza della presenza templare innanzitutto per quanto riguarda l’anno in cui l’Ordine si sarebbe lì stanziato.
La bolla di Celestino III, inoltre, dimostra indirettamente che anche le proprietà templari del sud Italia erano fornite di cimiteri e ciò è confermato dai documenti presi in esame da precedenti pubblicazioni, sebbene sicuramente solo in parte.
Si può infatti ipotizzare, con una certa sicurezza, che ogni proprietà templare del sud Italia dove era locata una chiesa vi fosse presente anche un cimitero e quanto appena affermato esclude conseguentemente quei possedimenti consistenti solo in terreni destinati alla coltivazione od alla pastorizia.
Dal 1139 ai Templari fu concesso, fra gli altri privilegi, di poter costruire proprie chiese e di possedere propri cimiteri[15] ed è da questo momento, quindi, che anche nel meridione italiano sorsero i cimiteri presso le proprietà dell’Ordine.
Forse fin da subito e comunque entro i primi anni di pontificato di Alessandro III – il quale, come si è visto, divenne pontefice il 7 settembre 1159 -, i Templari permisero le sepolture nei propri cimiteri di coloro che non appartennero all’Ordine.
Un simile servizio permise allo stesso Ordine di incamerare denaro che il medesimo avrebbe sicuramente utilizzato per il proprio sostentamento, avendo ingenti spese sia per il mantenimento delle proprietà che per le attività belliche a cui partecipò.
Tuttavia in sud Italia – ed ulteriori ricerche potrebbero dimostrare situazioni simili in altre zone geografiche – a partire al massimo dalla seconda metà del XII secolo i Poveri Cavalieri di Cristo ebbero problemi con il clero locale, tanto che Alessandro III – come dimostrato da precedenti pubblicazioni – e Celestino III, oltre ai pontefici succedutisi fra i due appena menzionati così come ricordato dallo stesso Celestino III, dovettero rivolgersi agli ecclesiastici residenti nel meridione italiano affinché permettessero al Tempio di continuare a seppellire nei propri cimiteri anche i non appartenenti all’Ordine senza obbligare i parrocchiani ad utilizzare altri sepolcreti, né richiedendo ai monaci-cavalieri una parte dei loro guadagni derivati da un simile servizio.
Stando ai documenti attualmente conosciuti, grazie all’intervento di Celestino III – l’ultimo di una serie, come si è visto – le proprietà templari della parte meridionale italiana non furono più coinvolte in controversie sulle sepolture: nel Ricci, già utilizzato per la bibliografia per il presente studio, vi è infatti una vertenza nella stessa zona geografia risalente al periodo di pontificato di Innocenzo IV ma avente tutt’altro motivo.

NOTE
[1] F. Fiumalbi, La bolla di Celestino III alla Pieve di Corazzano e alcune considerazioni sulla più antica chiesa plebana, estratto dal Bollettino dell’Accademia degli Euteleti della Città di San Miniato, volume 83, San Miniato 2016, p. 52, nota 5; P. C. Claussen, Il XII secolo: da Pasquale II (1099-1118) a Celestino III (11911198), in La committenza artistica dei papi a Roma nel Medioevo, Roma 2016, pp. 19-20; A. Gloria, Compendio delle lezioni di paleografia e diplomatica, Padova 1870, p. 239.
[2] D. Taccone-Gallucci, Regesti dei Romani Pontefici per le chiese della Calabria, Roma 1902, pp. 80-81, documento LXIX.
[3] A. Gloria, cit., p. 239; V. Caperna, Storia di Veroli, Veroli 1907, p. 210.
[4] S. Amorini – G. Bosi, Manuale storico-statistico-topografico della arcidiocesi bolognese, Bologna 1857, p. 15, nota 2; A. Gloria, cit., p. 239.
[5] V. Ricci, Strategie insediative e patrimonio fondiario dei Templari in Capitanata, durante il regno normanno-svevo, in XXXV Convegno di Ricerche Templari, Tuscania 2018, pp. 164-165; id., La formazione del patrimonio fondiario templare nel Mezzogiorno italiano durante l’età normanno-sveva, in XXXVII Convegno di Ricerche Templari, Tuscania 2020, pp. 53-54.
[6] V. Ricci, La formazione del patrimonio fondiario templare nel Mezzogiorno italiano durante l’età normanno-sveva, cit., p. 54; F. Bramato, Storia dell’Ordine dei Templari in Italia, volume I, Roma 1991, p. 66; M. Falchi Delitala, I Templari nei Giudicati sardi, Latina 2003, pp. 98-99, nota 153.
[7] V. Ricci, Aspetti economici delle domus templari pugliesi, in XXVII Convegno di Ricerche Templari, Tuscania 2010, p. 132.
[8] F. Bramato, cit., p. 66.
[9] V. Ricci, Aspetti…, cit., pp. 125-182; id., Templari ed Ospitalieri a Molfetta tra XII e XV secolo, in XXVII Convegno di Ricerche Templari, Tuscania 2011, cit., pp. 55-104; V. Ricci – E. A. Serafino, Un’ipotesi sulla domus templare di Ruvo di Puglia, in XXVII…, cit., pp. 45-53; V. Ricci, Ordini religioso-militari e territorio a sud-est di Bari, in XXIX Convegno di Ricerche Templari, Tuscania 2012, pp. 37-90; V. Ricci, Nuove scoperte e ipotesi sulla presenza templare a Ruvo di Puglia, in XXX Convegno di Ricerche Templari, Tuscania 2013, pp. 83-106; id., Gli Ordini religioso-militari e i porti pugliesi, in XXXI Convegno di Ricerche Templari, Tuscania 2014, pp. 51-108; id., Insediamenti templari e giovanniti lungo la via Traiana da Canosa a Bitonto (XII-XVI secolo), in XXXII Convegno di Ricerche Templari, Tuscania 2015, pp. 175-184; id., Strategie…, cit., pp. 147-205; id., Templari e giovanniti a Trani (secc. XII-XVI), in XXXVI Convegno di Ricerche Templari, Tuscania 2019, pp. 29-82; id., La formazione del patrimonio fondiario templare nel Mezzogiorno italiano durante l’età normanno-sveva, cit., pp. 25-80; id., I Templari nella Puglia medievale, Bari 2009; id., Presenza e possedimenti degli Ordini religioso-militari a Bari (XII-XV secolo), estratto da Nicolaus Studi Storici fasc. 1-2/2014, Bari; id., Province e maestri provinciale templari nel Mezzogiorno italiano, Taranto 2017; B. Capone Ferrari, Alla ricerca delle mansioni templari – Italia centrale e meridionale, Torino 2009, pp. 125-132; C. Guzzo, Milites Templi Hierosolimitani in Regno Siciliae. Vecchi documenti , nuove acquisizioni, in I Templari nell’Italia centro-meridionale. Storia ed architettura., Tuscania 2008, pp. 57-132.
[10] V. Ricci, Aspetti…, cit., pp. 131-132; id., Gli Ordini religioso-militari e i porti pugliesi, cit., pp. 73-74; V. Ricci, La formazione del patrimonio fondiario templare nel Mezzogiorno italiano durante l’età normanno-sveva, cit..
[11] B. Capone Ferrari, cit., pp. 133-148.
[12] V. Ricci, La formazione del patrimonio fondiario templare nel Mezzogiorno italiano durante l’età normanno-sveva, cit.; id., Province e maestri provinciale templari nel Mezzogiorno italiano, Taranto 2017; C. Guzzo, cit..
[13] V. Ricci, V. Ricci, La formazione del patrimonio fondiario templare nel Mezzogiorno italiano durante l’età normanno-sveva, cit., p. 61, tabella 2; B. Capone Ferrari, cit., pp. 149-160; G. Maddalena Capoferro, Templari tra Aprutium e Comitatum Molisii, in I Templari nell’Italia…, cit., p. 134; G. Pascale, La Calabria dei templari, Rossano 2018.
[14] V. Ricci, La formazione del patrimonio fondiario templare nel Mezzogiorno italiano durante l’età normanno-sveva, cit.; C. Guzzo, cit.; G. Maddalena Capoferro, cit., pp. 133-160.
[15] F. Serafini, La magione templare de La Rochelle, in XXXI…, cit., p. 115; A. Demurger, I Templari, Milano 2006, 109-120; G. Bordonove, I Templari nel XIII secolo, Milano 2001, pp. 40-50.

Fabio SerafiniFabio Serafini

Originario della regione del Montefeltro, oggi appartenente all’entroterra pesarese, si è poi trasferito a Fano, dove si è diplomato in Analista Contabile, per poi trasferirsi in altre città per motivi di lavoro, vivendo oggi a Ravenna. Fa parte della Libera Associazione di Ricerche Templari Italiani (L.A.R.T.I.), dell’Associazione Ravennate Astrofili Rheyta (A.r.a.r.) e dell’Archeoclub d’Italia – sede di Fano.

È stato relatore durante i seguenti convegni della L.A.R.T.I.:

  • XXX convegno (Cesenatico, 2012), con lo studio Falsi ed inesattezze sull’Ordine del Tempio;
  • XXXI convegno (Bologna, 2013), con gli studi La magione templare de La Rochelle e Falsi ed inesattezze nella ricerca templare;
  • XXXII convegno (Perugia, 2014), con lo studio Le dipendenze templari della magione de La Rochelle;
  • XXXIII convegno (Vicenza, 2015), con lo studio terreni dipendenti dalla magione templare de La Rochelle;
  • XXXIV convegno (Nizza Monferrato, 2016), con lo studio La bolla papale “Dura nimis est” sull’eventuale fusione degli Ordini templare e giovannita;
  • XXXV convegno (Roma, 2017), con lo studio Il ruolo di templari e giovanniti nella lotta all’eresia catara;
  • XXXVI convegno (Ravenna, 2018), con lo studio soggiorno di Rinaldo da Concorezzo in Francia;
  • XXXVII convegno (Fano, 2019), con lo studio I templari e i giovanniti nella Quarta Crociata visti dalle bolle pontificie.
  • XXXVIII convegno (2020) non effettuato per covid-19

Gli sono stati pubblicati i seguenti studi negli atti della L.A.R.T.I.:

  • Falsi ed inesattezze sull’Ordine del Tempio negli Atti del XXX Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2013;
  • La magione templare de La Rochelle negli Atti del XXXI Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2014;
  • Falsi ed inesattezze nella ricerca templare negli Atti nel XXXI Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2014;
  • Le dipendenze templari della magione de La Rochelle nel XXXII Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2015;
  • Falsi ed inesattezze nella ricerca templare negli Atti del XXXII Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2015;
  • I terreni dipendenti dalla magione templare de La Rochelle negli Atti del XXXIII Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2016;
  • Falsi e inesattezze nella ricerca templare negli Atti del XXXIII Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2016;
  • La bolla papale “Dura nimis est” sull’eventuale fusione degli Ordini templare e giovannita negli Atti del XXXIV Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2017;
  • Falsi e inesattezze nella ricerca templare negli Atti del XXXIV Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2017;
  • Il ruolo di templari e giovanniti nella lotta all’eresia catara negli Atti del XXXV Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2018;
  • Falsi e inesattezze nella ricerca templare negli Atti del XXXV Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2018;
  • Il soggiorno di Rinaldo da Concorezzo in Francia negli Atti del XXXVI Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2019;
  • Falsi e inesattezze nella ricerca templare negli Atti del XXXVI Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2019;
  • I templari e i giovanniti nella Quarta Crociata visti dalle bolle pontificie negli Atti del XXXVII Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2020;
  • Falsi e inesattezze nella ricerca templare negli Atti del XXXVII Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2020.

Gli sono stati pubblicati i seguenti studi nelle Ricerche A.R.S.O.M.:

  • I giochi dei Templari in Templari, Cavalieri, Architetture nella Sardegna medioevale – Ricerche A.R.S.O.M. 2013, edito nel 2013.

Ha pubblicato i seguenti studi nella rivista Cronache Medievali:

  • Piandimeleto, il paese dei Conti Oliva nel numero 43 (giugno-settembre 2014).

Per Italia Medievale ha pubblicato i seguenti studi:

  • La Rocca Brancaleone di Ravenna, il 5 dicembre 2014;
  • La Congregazione benedettina dei Silvestrini negli Annali Camaldolesi, il 21 dicembre 2020.

Nella rivista Medioevo Adriatico, della Società Internazionale per lo Studio dell’Adriatico nell’Età Medievale (Sisaem) ha pubblicato i seguenti studi:

  • San Marco, chiesa camaldolese e giovannita di Fano, inserito nel quinto volume, pubblicato nel 2015.

Gli sono stati pubblicati i seguenti studi astronomici sul bimestrale Oculus Enoch dell’Associazione Ravennate Astrofili Rheytta Aps (A.R.A.R.):

  • Rheyta, un astronomo ed ottico boemo a Ravenna, nel numero 77 maggio-giugno 2019;
  • Paolo Maffei e l’infrarosso in astronomia, nel numero 81 gennaio-febbraio 2020;
  • Luigi Volta e la scoperta di cinque asteroidi, nel numero 84 luglio-agosto 2020;
  • Cassini, una dinastia scientifica, nel numero 86 novembre-dicembre 2020.

Sul mensile InStoria ha pubblicato i seguenti studi:

  • Platone Tiburtino Astronomo, matematico e “traduttore” del XII secolo, nel numero 150 del giugno 2020;
  • Gherardo da Cremona – Illustre traduttore di testi astronomici, nel numero 151 del luglio 2020;
  • Guido Bonatti – Illustre astronomo italiano di epoca medievale, nel numero 152 dell’agosto 2020;
  • Omero e l’astronomia – L’universo nell’Iliade e nell’Odissea, nel numero 153 del settembre 2020.

Sulla rivista Canonica del Centro Studi Pientini gli sono stati pubblicati i seguenti studi:

  • Corsignano nei documenti camaldolesi nel numero 10 del 2020.

Contatto e-mail dell’autore: fabio.serafini@hotmail.com

CATEGORIE
CONDIVIDI SU
Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
WhatsApp
Email
Stampa
My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.