La chiesa di San Giacomo a Termeno (Tramin, Bolzano anzi Bozen) di Francesco Venturini
La parte originale della chiesa (inizio XIII sec, poi fu aggiunta una navata, nel ‘400 – foto 1 e 2) presenta nel registro inferiore dell’abside un piccolo campionario di creature fantastiche (foto 3, 4 e 5), tra le quali uno sciàpode (foto 6), il quale, come da tradizione iconologica, tiene l’unica gamba levata per ombreggiarsi col piede. E’ da capire: viveva in torridi luoghi. Ibi erant leones.
Esistenza e morfologia degli sciapodi sono bensì certificate in modo univoco dai bestiari e da numerose illustrazioni sparse per libri e miniature, ma raramente documentate nei decori delle chiese romaniche, pur così abbondevoli di creature insolite ai nostri occhi, ed effigiate solitamente nella pietra.
Dall’esplorazione di un centinaio di cattedrali pievi e oratori, edificati in Italia fra l’alto medio evo (mi scuso per l’ossimoro) e il sec. XIV, posso riportare questa unica immagine della elusiva bestiola, dipinta e non scolpita. Anche più rari i blemmi e i panozi, del resto. Rari cioè gli umani che, nella loro difformità, comunque attendevano la Parola, e la raffigurazione era auspicio ma anche certezza della loro conversione alla vera fede. Un giorno sicuramente a venire.
Gli è, probabilmente, che gli scalpellini e la maggior parte dei pittori, fino al Duecento, non frequentavano la cultura (scritta) dei bestiari. Diamo altresì credito alla Controriforma di aver puntigliosamente eradicato per quanto poté le amene stravaganze che distraevano i fedeli. Tanto più preziosa, quindi, l’abside di Sankt Jakob (non chiedete indicazioni stradali per San Giacomo, se andate da quelle parti).
Purtroppo questa parte affrescata, che è la più antica e la sola parte romanica della decorazione, è anche la più danneggiata. Si sono per altro salvati i due telamoni, uomo e donna (foto 3), essi pure dipinti e non scolpiti, il che costituisce la seconda perla di questo gioiellino. Possiamo benedire, per una volta, la probabile carenza di mezzi dei committenti.
Sulla navata corrispondente c’è un Davide indaffarato a tagliare la testa di un Golia davvero gigantesco (foto 7 e 8). Nell’altra navata trovate invece la gettoniera nella quale infilare due euro, se volete che sia fatta la luce.
Per tutto il rimanente spazio della chiesa un ciclo di affreschi ben conservati, di argomento evangelico e agiografico, opera terminata entro il 1441 dal celeberrimo Maestro Ambrosius Gander. E non ditemi che non ne sapevate. Il Maestro ha lasciato in questa chiesa, fra le altre perle del suo repertorio, una scena di inconsueta vivacità, proprio sopra il portale (foto 9).
Un miracolo, per quanto meno raro di uno sciapode, esorbita pur sempre dalla quotidiana monotonia del vivere, e del morire. Qui vediamo il Cristo che interviene a sorreggere, e quindi probabilmente a salvare, un pellegrino ingiustamente impiccato per un furto non commesso, nell’epoca in cui Termeno era punto di passaggio e di sosta per i Romei provenienti dai territori dell’Impero. Si può supporre che il nostro abbia compiuto poi il suo viaggio con devozione anche maggiore.
Nato nel 1950. Per molti lunghi anni docente di materie letterarie in un liceo. Ora dedito a interessi vari e per la maggior parte innocenti, come l’esplorazione di chiese romaniche, delle quali parlo ai miei coetanei nelle Unitre.
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