La Ciociaria delle sorprese

11652075_10205979592801074_1878078295_nTesto e immagini di Luca Palumbo

Secondo viaggio in Lazio, dopo quello nella Tuscia viterbese di Febbraio, ho visitato la Ciociaria. Il mio obiettivo primario era la Cattedrale di Anagni, alla quale ho aggiunto una serie di siti che, almeno sulla carta, avrebbero dovuto essere sullo stesso livello. Ne è nato un viaggio affascinante e pieno di scoperte, pianificato poco o nulla, e quindi doppiamente di valore.
Lei, Anagni, è splendida. Arrivando dal paese la cogli alle spalle, dalle absidi, che hanno un fascino particolare, anche grazie al contesto in cui sono inserite. Già sull’uscio ti accolgono le decorazioni pavimentali cosmatesche. Non sono originali. Sono frutto di ricostruzioni e restauri del XVI secolo, ma riprendono abbastanza fedelmente i pavimenti cosmateschi originali. Molte tessere sono autentiche, mentre altre sono successive. La Cripta è un mondo a parte. Ho visto una gran quantità di cripte, di ogni epoca, ma quella della Cattedrale di Anagni è indubbiamente la più bella che abbia ammirato. Peccato che non si possano fare fotografie. Appena fuori dalla cripta, però, si può osservare l’oratorio di San Tommaso Becket, con affreschi che soffrono il tempo ma hanno un fascino notevole.
Con un punto di partenza così elevato, pensavo fosse difficile trovare altre chiese altrettanto belle ed “istruttive”. E’ stato sufficiente percorrere qualche chilometro per trovarsi a Ferentino, e poi ad Alatri. Continuare per Casamari, e ancora a Fossanova. E siccome l’appetito vien mangiando, un allungo verso Terracina, ed il suo splendido Duomo, per poi risalire alla volta di Tivoli. Ciascuno di questi siti ha qualcosa che lo rende unico.
Fossanova ed il suo borgo sono semplicemente maestosi, ed il gotico, essenziale e luminoso l’ho ritrovato anche a Casamari e a Ferentino nella chiesa di Santa Maria Maggiore. Le pareti bianche, gli ampi finestroni, il silenzio, sembrano proiettare chi le visita in leggendari periodi del passato. Edificate tutte e tre nel XIII secolo, in realtà lo percorrono nella sua lunghezza, a cominciare da Fossanova, iniziata alla fine del XII secolo, ma terminata nel XIII, Casamari costruita e consacrata all’inizio del XIII secolo, e infine l’Abbazia di Ferentino, costruita nella seconda metà dello stesso secolo. Il Gotico, ormai maturo, fa sfoggio di se. A Terracina, invece, mi sono perso nel Duomo, dedicato a San Cesareo, realizzato sui resti di un tempio romano a cinque navate. All’interno pavimenti e ornamenti con motivi cosmateshi, due Cibori con elementi di recupero, colonne e capitelli romani. C’è da perdersi, a cercare tutti i dettagli.
La vera sorpresa, però è stata la chiesa di San Silvestro a Tivoli. Anche all’interno di San Silvestro ci sono alcuni elementi cosmateschi. Le colonne ed i capitelli di recupero sono appena visibili. Ho supposto che sia a causa dell’eliminazione delle due navate laterali che hanno modificato la staticità della chiesa rendendo lo colonne da sole non sufficienti a reggere l’edificio. L’elemento più bello è certamente l’abside, interamente coperta di affreschi del XII secolo che richiamano, come stile, quelli della cripta di Anagni. A San Silvestro è presente una cripta a pianta semicircolare, sorretta da un’unica grande colonna centrale. Ne ho trovata una più o meno identica anche a San Pietro alla Carità, altra chiesa romanica di Tivoli, con pianta basilicale a tre navate e tutta una serie di belle colonne romane (tranne le prime, verso l’Altare che sono state sostituite da colonne nuove).
Termino con Alatri, e i suoi innumerevoli intrecci di epoche, dal preromano al barocco. Nel centro, ovviamente, il periodo medievale, e le sue splendide testimonianze. Santa Maria Maggiore, ad esempio, che forse riassume l’intreccio di epoche, essendo stata costruita nel V secolo su un Tempio romano dedicato a Venere, allargata e poi trasformata nel XIIi secolo, con lo stile romano-gotico dell’epoca. San Francesco, ed il suo monastero, all’interno del quale sono evidenti i segni lasciati dai Cavalieri del Tempio. Il bel Cristo nel labirinto, scoperto di recente abbattendo una parete divisoria (che non ho potuto fotografare), e i segni lasciati sul sagrato della chiesa di San Francesco, che, a quanto pare, riportano direttamente proprio ai templari.
Resta la nostalgia di una terra solare, piena di testimonianze straordinarie di ogni epoca. Un viaggio che definirei epico, per l’intensità e la quantità di insegnamenti che mi ha lasciato. Un viaggio che, forse, assieme agli altri, mi prepara alla meta più importante e ambita: Roma.

Luca Palumbo
Sono un quarantaduenne alla perenne ricerca di castelli. Artigiano nel settore delle costruzioni meccaniche, ho la mania dei castelli e li vado a cercare dappertutto. Da qualche tempo ho iniziato ad interessarmi anche ai monasteri e alle chiese di epoca medievale, ma la passione più grande è per le merlature. Altre passioni sono per la meccanica ed i vecchi transatlantici. Transatlantici e castelli hanno in comune il fatto di esser realizzati dall’unione molte di molte persone che, come diceva un mio amico, si spezzavano la schiena per metterli in piedi, quando l’abilità dell’uomo era l’unica cosa che contava.
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