La Sicilia normanna scritta dai viaggiatori arabi

La Sicilia normanna scritta dai viaggiatori arabi, nel libro «Voyageurs arabes en Sicile normande XI-XIII sec» del Prof. Alfonso Campisi di Soumaya Bourougaaoui

Il libro «Voyageurs arabes en Sicile normande XI-XIII sec, Mc-Editions», (Viaggiatori arabi nella Sicilia normanna XI-XIII sec), del professore ordinario di Filologia Romanza presso l’università la Manouba a Tunisi e presidente dell’Aislli, Associazione per lo Studio della Lingua e Letteratura Italiana, sezione Africa, il professore Alfonso Campisi, invita il lettore a un viaggio nella Sicilia cosmopolita, multiculturale, centro d’arte e cultura tra Oriente ed Europa. Questo libro ci presenta vari testi storici dei viaggiatori arabi, giunti nella Sicilia normanna, con un’analisi dettagliata.
Nella prefazione del libro, il professore Habib Kazdaghli scrive: «il prof. Alfonso Campisi nel suo libro, ha tentato di paragonare l’epoca di Ruggero II con quella de la Goulette, una cittadina cosmopolita, la piccola Sicilia in Tunisia dove convivevano musulmani, ebrei e cristiani uno accanto all’altro e tutte le feste religiose senza alcuna distinzione vennero celebrate insieme dai cristiani, dai musulmani e dagli ebrei».
Lo scrittore, nel suo libro, descrive l’epoca di Ruggero II d’Altavilla (il conte di Sicilia dal 1105 e re di Sicilia, Puglia e Calabria dal 1130 al 1154), la sua corte a Palermo, fu più brillante dell’Europa del XII secolo. Infatti, Ruggero il normanno, che unì il Sud, fu uno dei più grandi e illuminati sovrani della storia, noto per la grande curiosità intellettuale, fu un fenomeno raro tra i principi contemporanei. Egli chiamò alla sua corte, i più stimati studiosi sia dall’Occidente che dall’Oriente e volle trascorrere la maggior parte del suo tempo con i migliori scienziati, geografi, poeti, intrattenendosi con loro in amicizia, cordialità e rispetto.
Nel libro, troviamo i testi tradotti dal latino e dall’arabo di grandi viaggiatori arabi interessati alla conoscenza di nuove terre come: El-Edrisi, Ibn Giubayr che si mettono in cammino per ammirare le bellezze di natura e di arte nella Sicilia normanna. Ci sono anche i testi poetici di Ibn al-Qattà e Ibn Hamdis, molte qaside sono dedicate alla Sicilia perduta della propria giovinezza o celebrano la dolcezza e le bellezze degli edifici e la magnificenza di Palermo. El-Edrisi aveva già definito Palermo: « la più grande e la più bella metropoli del mondo e le sue bellezze sono infinite… Tutt’intorno alla città vi sono abbondanti corsi d’acqua ed ogni genere di frutti, i suoi edifici abbagliano lo sguardo, le sue difese sono inespugnabili ».
All’epoca del normanno Ruggero II, a Palermo, la capitale multietnica dove arabi, ebrei, greci, longobardi e normanni convivevano, la città d’oro, la città che inventò un suo stile di arte della arabo-normanna.
Questo libro «Voyageurs arabes en Sicile normande XI-XIII sec, Mc-Editions » del professore Alfonso Campisi, ci svela una pagina rara e brillante della storia. E un esempio raro della tolleranza tra un sovrano cristiano e le altre minoranze etniche e religiose.

1441502_252364174917628_1245218425_nSoumaya Bourougaaoui
Soumaya Bourougaaoui, tunisina, docente universitaria di lingua italiana presso l’Istituto di Studi Umanistici di Sbeitla-Università di Kairouan (Tunisia).
È interessata ai temi della multiculturalità e alla questione delle minoranze, affrontando i temi legati al dialogo interculturale e interreligioso.
Ha conseguito il suo dottorato nel 2018 in lingua e letteratura italiana con specializzazione in civiltà italiana presso la Facoltà di Lettere, delle Arti e delle Scienze umane-Università della Manouba, discutendo una tesi dal titolo: “La comunità ebraica nell’Italia Meridionale ai tempi di Federico II di Svevia”. L’obiettivo di questa tesi è quello di illustrare l’evoluzione della comunità ebraica nell’Italia meridionale,  all’epoca di Federico II di Svevia lo Stupor Mundi. A differenza della maggior parte degli altri sovrani coevi Federico II, come accennato, quest’ultimo aveva un sincero interesse per la cultura ebraica perché crebbe nel Mezzogiorno, a Palermo, in un ambiente cosmopolita e multiculturale con una forte tradizione di convivenza pacifica tra cristiani e ebrei.
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