Testo e foto di Luca Palumbo
Assisi, Roma, Verona, Concordia Sagittaria, Aquileia. Cosa hanno in comune questi e tanti altri luoghi italiani? La ricerca medievale è affascinante e, quando si trovano gli edifici aperti, dà sempre grandi soddisfazione. Nelle chiese più antiche è frequente trovarsi di fronte ad elementi di reimpiego di provenienza romana. Colonne, capitelli, lastre tombali reimpiegate come elementi costruttivi di edifici nuovi.
Torniamo però alla domanda iniziale. I luoghi citati hanno tutti dei sotterranei interessantissimi. E non parlo di cripte, ma di sotterranei veri e propri; edifici ancora esistenti sui quali sono state costruite le chiese successive.
La prima volta che mi sono imbattuto in un sotterraneo di valore ero a Concordia Sagittaria, ed ero ancora quasi digiuno di medioevo e di tutto il mondo che lo accompagna. Concordia Sagittaria è un paese in provincia di Venezia. Sotto la chiesa romanica possiamo trovare non una, ma ben due chiese del IV secolo. IV secolo! Gli albori dell’accettazione (quasi) definitiva da parte dell’Impero romano della religione cristiana. Vi si possono trovare anche stanze dove i primi cristiani, ancora clandestinamente, professavano e diffondevano la loro religione.
Anche ad Aquileia, sotto la Basilica si possono trovare i resti dell’edificio precedente, del primo fonte battesimale, e delle domus romane. A Verona, sotto la chiesa di San Fermo si trova, praticamente integra, la chiesa precedente, abbandonata e riedificata a causa dei frequenti allagamenti che si verificavano con eccessiva frequenza. Lo stesso accade per la chiesa di San Bartolomeo all’isola a Roma. Costruita sull’Isola Tiberina, la vecchia San Bartolomeo si trovava spesso sott’acqua. Si decise così di costruirne una salendo di un “livello”. Sempre a Roma sono incredibili i sotterranei di San Clemente, dove gli strati sotterranei sono addirittura due. I sotterranei di San Rufino, il Duomo di Assisi sono bellissimi. I superlativi si sprecano, ma probabilmente non sono sufficienti a descrivere ciò che ci si trova davvero davanti.
Personalmente poi, nel caso di San Rufino, come per altri, non immaginavo minimamente che ci fossero, quando ho varcato la soglia della chiesa, e scoprirli, metro dopo metro, ha un fascino particolare, quasi di scoperta. Sono spesso semibui, intrisi di umidità, ed hanno una temperatura sensibilmente inferiore a quella esterna. Il più delle volte, dalle pareti di roccia o di terra, emergono elementi di varie epoche, e nei sotterranei più articolati si avverte una sensazione che io chiamo “da grotta”, quasi ci si trasformasse, per qualche manciata di minuti, in provetti speleologi, intenti ad esaminare e datare i reperti che ci si trova di fronte.
Ricordo con particolare piacere i sotterranei della Cattedrale di Lucca, dedicata a San Martino. Sotto l’attuale Cattedrale, infatti, c’è tutta un’area archeologica, aperta una ventina di anni fa, attraverso la quale si può ammirare la pianta ed i resti della prima cattedrale, del IV-V secolo e del coevo Battistero. Nell’area del Battistero, addirittura, gli scavi hanno potuto portare alla luce ben 5 livelli, attraverso i quali è possibile ripercorrere 12 secoli di storia della città. Sono visibili anche le fornaci medievali attraverso le quali i marmi romani diventavano calce. Anche nella vicina Pistoia, accedendo al museo del Duomo, è possibile visitare i sotterranei e osservare la fornace di epoca medievale.
Tornando a Roma, visitando la Chiesa di Santa Maria Maggiore è possibile accedere ai sotterranei di questa chiesa. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, non si visita la chiesa precedente, sulla quale è stata costruita quella più recente, ma due domus romane, che si trovavano appunto sul luogo dove sarebbe nata la chiesa dedicata alla Madonna più importante del mondo.
Termino con i sotterranei, splendidi, che si trovano a Bergamo, sotto il Duomo di Sant’Alessandro. Non è possibile scattare foto, ma, contrariamente alle sensazioni che di solito provo di fronte a questo tipo di divieti, questa volta non ha scalfito minimamente il senso di meraviglia e piacere provati in questa affascinante visita, che riavvolge il nastro del tempo fino alla costruzione dell’edificio precedente e più indietro ancora, fino all’epoca romana. Quelli che ho citato sono solo alcuni dei sotterranei che ho visitato ed imparato ad amare. Se dovessimo aggiungere alla categoria anche le cripte, il cerchio si allargherebbe a dismisura, ma si potrebbero includere siti di primissimo livello, come la cripta di Anagni (FR) o quella di Abbadia San Salvatore (SI).
E’ proprio il caso di dire che spesso, per fare un cospicuo salto all’indietro nel tempo, bisogna davvero fare un viaggio sottoterra. Tra colonne, capitelli, affreschi e mosaici vecchi quanto il mondo cristiano.

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