L’antica arte dell’affresco è una tecnica pittorica affascinante che regala grandi emozioni e soddisfazioni a quanti la praticano e le ragioni sono molteplici.
Utilizza materiali semplicissimi e naturali, che sono rimasti immutati nei secoli, calce e terre naturali.
E’ il sistema pittorico che ha resistito più a lungo nei tempi, frutto quindi di una tradizione secolare e grande patrimonio dell’arte italiana ed è la tecnica più impegnativa fra le tecniche artistiche, la madre di tutte le tecniche.
Richiede una summa di competenze per arrivare ad un buon risultato finale del quale la pittura vera e propria è solo una fase, infatti tutte le fasi contribuiscono a rendere l’opera in affresco eterna ed eccellente.
La complessità di questa tecnica fa sì che la qualità e le competenze dell’affreschista siano legate all’esperienza, alla conoscenza dei materiali e dei colori, e non solo alla sua sensibilità e abilità nel disegno.
L’insieme di questi motivi fa sì che il dipingere in affresco rappresenti molto di più del solo gesto pittorico, esigendo dall’affreschista conoscenze e competenze non comuni ed una rigorosa e attenta pianificazione del lavoro.
Ogni fase del lavoro deve essere studiata con metodo, devono essere eseguiti bozzetti, disegni preparatori e provini di colori, per far proprio il soggetto in modo che nella fase pittorica vera e propria l’esecuzione avvenga con quella sicurezza della quale parlava il Vasari.
Il disegno e il colore vanno studiati in maniera dettagliata senza lasciare spazio alla casualità e all’errore in fase di esecuzione. Una caratteristica della tecnica è la variazione del tono, della saturazione e della luminosità del colore una volta asciutto l’intonaco.
Il lavoro non può essere interrotto per essere poi ripreso in un secondo momento e impegna fisicamente per ore senza certezza del risultato.
Ciò che rende questa tecnica così affascinante è il mezzo sul quale si dipinge ovvero l’intonaco fresco.
L’intonaco si dipinge finché è ancora umido ed è questo fatto che rende l’affresco eterno e la tecnica essenziale. Ciò che determina la giornata in affresco è oltre alla capacità dell’affreschista, il breve tempo a disposizione per la fase pittorica. Con il passare del tempo infatti l’intonaco si asciuga e varia la sua capacità di prendere o rifiutare il colore, passato il periodo d’oro nel quale il pennello vola sulla superficie e i colori si amalgamano bene, domina l’ansia di far presto e bene. Il pittore deve applicare il colore lavorando contemporaneamente su tutte le parti della composizione, senza indulgere a completare una singola parte, dando il tempo al colore di assorbirsi nell’intonaco. La fase pittorica quindi deve essere iniziata e portata a termine senza interruzioni, lavorando con metodo e seguendo i tempi di asciugatura dell’intonaco, con rapidità e sicurezza senza ripensamenti. L’intonaco fresco è un supporto particolare, è vivo, non è inerte come una tela, una carta o una tavola, ha un suo carattere nel prendere o respingere il colore, durante l’esecuzione il pittore deve saper cogliere i segnali che determinano il momento giusto per iniziare e terminare il lavoro.
L’affresco è una tecnica antica che nasce dall’incontro tra calce e terre colorate fu variamente sperimentata nel corso dei secoli, al variare delle visioni pittoriche, dei colori disponibili e della loro natura. Le terre naturali sono materiali esistenti in natura, provengono da cave conosciute fin dall’antichità e vengono sottoposti ad una lavorazione durante la quale vengono lavati, frantumati, cotti per ottenere altre tonalità.
Per essere applicati sull’intonaco fresco vengono semplicemente disciolti in acqua. La reazione chimica di carbonatazione fissa i pigmenti all’interno dell’intonaco con un procedimento simile alla formazione dei marmi colorati che avviene in natura.
Studiare la tecnica dell’affresco, eseguirla e studiare le sue variazioni nel corso dei secoli ci porta a riscoprire antichi segreti di bottega e soprattutto a entrare in contatto con una lavorazione artigianale che spazia su un‘ampia tipologia di materiali calce, inerti e colori dei quali studiare approfonditamente caratteristiche tecniche e di lavorazione, oggi che possiamo tranquillamente comprare anonimi tubetti di colore senza sapere cosa contengono e come sono stati fatti.
Oggi è conosciuta la reazione chimica (carbonatazione) alla base della fissazione dei colori nell’intonaco ed è chiaro il motivo per il quale possono essere usati soltanto alcuni colori, fatto che limita fortemente la tavolozza del frescante ma nel passato si imparava dagli errori, si sperimentava a proprie spese. L’affreschista contemporaneo ha a propria disposizione colori artificiali per la gamma dei blu e dei verdi che risolvono le problematiche che rendevano necessari ritocchi o finiture a secco, pertanto oggi possiamo veramente eseguire un affresco senza interventi a secco che nel passato erano inevitabili.
Gli affreschi fanno parte della nostra cultura, sono presenti nei palazzi storici, nelle chiese, ma poche persone conoscono le peculiarità di questa tecnica, il motivo per il quale superano i secoli e arrivano fino a noi con fascino immutato, pochi sanno distinguere o conoscono la differenza tra un vero affresco e un dipinto murale eseguito a secco.
Infatti il termine affresco che deriva etimologicamente da “a fresco” ovvero dipinto su intonaco fresco, oggi si usa in una accezione più ampia ad indicare una pittura murale di grandi dimensioni.
Questa tecnica, antica, che ha reso grande la storia dell’arte italiana, è ormai praticata e insegnata da pochi, ma stiamo assistendo ad una rinascita di interesse nei confronti di questa nobile arte purtroppo motivazioni sia economiche che legate a tempi e modalità di realizzazione hanno portato a sviluppare tecniche che lo imitano, dal finto affresco fino ad arrivare agli affreschi digitali. Ma l’emozione, la lavorazione artigianale e artistica alla base della realizzazione di un affresco, sono uniche, come unico e irripetibile è il risultato del lavoro.
Gli affreschi sono pitture murali di grandi dimensioni tramite le quali si raccontavano storie, miti o leggende grazie alle immagini dipinte comprensibili da tutti dall’uomo del medioevo e dall’uomo contemporaneo.
Il documentario “Patrizia Gioia L’antica arte del Buon Fresco” nasce dall’amore e dalla passione per questa tecnica, dal desiderio di divulgarla, raccontando in modo coinvolgente e inconsueto a sua volta una storia, la storia di un’antica tecnica che nasce dall’incontro di calce e terre colorate….
Il documentario, si propone la divulgazione di questa antica tecnica mostrando l’intera e lunga lavorazione di un affresco murale in una ambientazione medievale del XIV secolo, quando si era ormai diffuso l’uso dei cartoni preparatori.
Il progetto audiovisivo è strutturato in due filmati di 15 minuti.
Il primo cerca di trasmettere l’atmosfera, le sensazioni e la passione che questa affascinante tecnica suscita negli animi di chi la pratica e di chi la ammira, al fine di divulgare questa antica forma pittorica, mentre una voce narrante spiega in modo semplice le fasi di lavorazione.
Il secondo è una intervista nella quale racconto la mia esperienza di studio della tecnica dell’affresco, nel mio laboratorio, con le immagini degli affreschi da me realizzati.
Il filmato non vuole essere un tutorial ma si rivolge ad un pubblico vasto, con l’intenzione di far comprendere la complessità della tecnica e le sue caratteristiche e di suscitare quell’emozione che l’affreschista prova nel far nascere un affresco. “Il più vago e dolce lavorar che sia”. (Cennino Cennini, nel suo Libro dell’arte)

Laureata in Chimica, lavora per alcuni anni nel campo informatico come analista e progettista, poi come consulente senjor ISO9000 e revisore nelle diverse fasi del ciclo di vita del software per svariate applicazioni gestionali e bancarie. Contemporaneamente segue dei corsi di ceramica, mosaico, finto marmo, doratura restauro mobili. Con il maestro Egidio Cosimato segue un corso di affresco della durata di cinque anni, che diventerà una passione irrinunciabile. Partecipa al concorso per trompe l’oeil ed affreschi nella Abbazia di Farfa nel 2007, nel 2012 partecipa ad una collettiva nella galleria d’arte a Roma “Hofficina d’arte”. Da questa passione nasce il progetto Bottega Affresco che si propone la divulgazione di questa antica tecnica attraverso la ricostruzione storica di una bottega d’affresco nella quale vengano mostrate tutte le fasi dell’esecuzione di un affresco. Aprile 2013 ottiene l’iscrizione presso il Consorzio Europeo Rievocazioni storiche, CERS.
Svolge presso il proprio laboratorio privato, attività di studio e ricerca sulla tecnica dell’affresco e sulla pittura a calce, sui materiali componenti le malte e sui colori, con particolare riguardo alla storia della tecnica ed alle sue variazioni nel corso delle epoche.
Realizza studi in affresco su supporti mobili di particolari di affreschi di svariate epoche, approfondendo lo studio per i secoli XIV e XV.
Partecipa con la Bottega Affresco a varie fiere: “Armi e Bagagli” a Ferrara e “Usi e Costumi” a Piacenza, nonchè a vari eventi di Rievocazione storica con la Bottega: Il Rinascimento a Colle Val D’Elsa, La Disfida con l’Arco a Montopoli Val D’Arno, Il Mastrogiurato a Lanciano, Assedio al Castello a Gradara, Raduno dei Cortei Storici Medievali a Gravina in Puglia.
Nel corso degli eventi rievocativi svolge attività didattica e divulgativa sulla tecnica dell’affresco, anche in lingua inglese. Effettua dimostrazioni dal vero della tecnica e svolge attività di laboratorio con il pubblico.
Nel 2014 la Bottega Affresco vince il Premio Italia Medievale nella categoria Arte.
Uno studio in affresco di un particolare tratto dall’allegoria degli “Effetti del Buon Governo in città e nella campagna” di Ambrogio Lorenzetti che ritrae la città di Siena viene esposto al Jheronimous Bosch Art Centre di Hertogenbosch in Olanda. L’affresco realizzato a scopo didattico mette in evidenza le tre fasi necessarie a realizzare un affresco.
Nel 2014 svolge una lezione di tecnica dell’affresco presso l’università di Roma Tre, Dipartimento degli studi Umanistici, Scienza dei Beni culturali, per il corso di laurea in Storia e conservazione del patrimonio artistico e archeologico, agli studenti di Storia dell’Arte Medievale.
Nel 2015 svolge uno workshop sulla “Tecnica della pittura murale” presso l’università della Tuscia (Viterbo), Dipartimento degli studi Umanistici, Scienza dei Beni culturali, nell’ambito del corso di “Procedimenti esecutivi e documentazione delle tecniche artistiche”.
Partecipa come espositore al Salone del Restauro 2015 a Ferrara con la Bottega, svolgendo seminari e laboratori d’affresco.
Nel 2015 realizza un breve documentario in qualità di autore e co-produttore dal titolo, “Patrizia Gioia: La nobile arte del buon fresco”.
E-mail: patriziacontegioia@gmail.com
Web: www.facebook.com/PatriziaGioiaFrescoes