
L’arcivescovo Rinaldo da Concorezzo negli Annali Camaldolesi di Fabio Serafini
Rinaldo da Concorezzo è una figura forse ancora non conosciuta appieno dal cosiddetto grande pubblico, nonostante gli studi specifici già pubblicati nel corso del tempo[1], a cui hanno poi potuto fare riferimento anche altri storici[2].
In breve, Rinaldo nacque a Milano – sebbene taluni ipotizzino ancora la località di Concorezzo, nonostante i documenti coevi dimostrino la sua origine milanese, mentre il “da Concorezzo” è la famiglia di appartenenza – attorno la metà del XIII secolo.
Fattosi ecclesiastico, ricoprì importanti incarichi sia in Italia che all’estero ed ebbe ottimi rapporti in particolare con papa Bonifacio VIII, il quale lo elevò prima a vescovo di Vicenza e poi a Rettore di Romagna ed infine arcivescovo di Ravenna, oltre ad impiegarlo in importanti e delicati incarichi in Francia in qualità di Legato Pontificio.
Proprio nel periodo francese, il da Concorezzo ebbe la possibilità di recarsi presso la corte di quel Filippo IV prima in contrasto con quel Bonifacio VIII così caro a Rinaldo e poi fautore, durante il pontificato di Clemente V, dei processi ai Templari.
Si può quindi credere che la volontà del da Concorezzo di non utilizzare la tortura contro i Templari durante il processo all’Ordine del Tempio tenutosi a Ravenna e poi di non ripetere il processo con l’utilizzo della tortura, come ordinato da Clemente V, fu una conseguenza sia dei contrasti fra Bonifacio VIII e corte francese che della sua personale conoscenza dello stesso Filippo IV.
Un simile comportamento, ad ulteriore prova di un carattere forte e deciso da parte dell’ecclesiastico oggetto di studio, forse compromise l’ulteriore carriera di Rinaldo, che morirà ad Argenta durante il 1321 ed è ora sepolto nella cattedrale di Ravenna.
La continua ricerca archivistica basata sugli Annali Camaldolesi, i cui primi risultati sono già stati pubblicati[3], ha permesso di rintracciare riferimenti anche su Rinaldo da Concorezzo.
Per l’anno 1265 i redattori dell’opera appena menzionata si sono soffermati su un necrologio su tale Galeatensi, su cui non fu inerita alcuna informazione per identificarlo, risalente al primo settembre[4].
Nel prosieguo del documento fu inserito un elenco di arcivescovi eletti per la sede di Ravenna nel quale, fra gli altri, risulta Rinaldo da Concorezzo, nominato per quella sede durante il 1303, come poi ricordato dai compilatori degli Annali Camaldolesi nelle pagine successive, nello spazio dedicato all’anno appena menzionato.[5]
L’elezione del Rinaldo ad arcivescovo di Ravenna si dovette al Concilio provinciale riunitosi a seguito della morte dell’arcivescovo Opizo – Obizzo Sanvitale, in carica dal 1295 al 1303, così come riportato dal Caravita in alcune sue pubblicazioni -, in concorrenza con Leonardo Fieschi di Lavagna e fu papa Benedetto XI a decidere a favore del da Concorrezzo, così come già ricordato dal Serafini nello studio sui soggiorni del Rinaldo in Francia, a seguito della lettura della relativa bolla pontificia.
I redattori degli Annali Camaldolesi ricordarono come il Rinaldo fosse originario di Milano, vescovo di Vicenza ed impegnato, nel periodo precedente, in Francia come Legato e poi in Romagna in qualità di Rettore, ma non riportarono la sua elezione ad arcivescovo ravennate per opera di Benedetto XI, menzionando invece papa Bonifacio VIII, ignorato dai partecipanti al Concilio, intendendo almeno probabilmente coloro che furono a favore di Leonardo Fieschi di Lavagna.
Nello stesso contesto venne riportato parte di un documento o di un testo riferibile al successivo 1305 – poi ricordato dal Caravita – in cui, a seguito dell’elezione a pontefice di Clemente V – avvenuta a Perugia il 7 giugno 1305, ma non menzionato negli Annali Camaldolesi -, Rinaldo decise di entrare solennemente nell’arcidiocesi ravennate, cosicché egli, insieme all’arcidiacono Ranuccio, il prevosto Giovanni Andrea ed il coro di Ravenna, a mezzo di Giacomo rettore di Santa Maria in Cepadella – presentata dal Caravita come chiesa di Ravenna nell’indice del suo testo del 1964 -, il 4 ottobre 1305 portò a conoscenza Rainuccio, abate del monastero di Classe – a quel tempo proprietà camaldolese ed è per questo che la vicenda venne ricordata negli Annali Camaldolesi -, del suo arrivo presso Sant’Apollinare in Classe.
Rainuccio fu quindi invitato ad andare incontro l’arcivescovo con una processione pubblica per riceverlo con l’onore dovuto.
Durante il 1308 venne invece eletto un nuovo abate per l’abbazia Galeatensis, facilmente locata nel Montefeltro essendo stata amministrata da Uberto, vescovo feretrano – nome latino del Montefeltro -; nel successivo 1311 il presbitero Geremia, sicuramente legato a tale abbazia, fu destinato a partecipare ad un concilio provinciale organizzato durante lo stesso anno dall’arcivescovo Rinaldo da Concorezzo e da tenersi a Ravenna.[6]
Va ricordato che la diocesi del Montefeltro è suffraganea dell’arcidiocesi ravennate fin dalla sua istituzione, avvenuta al più tardi durante l’VIII secolo[7]
Tornando agli Annali Camaldolesi, il concilio provinciale a cui è stato fatto cenno si riferisce sicuramente ad uno degli incontri in cui venne tenuto il processo ai Templari e, come già riportato in una precedente pubblicazione[8], gli autori degli Annali appena menzionati hanno dato nuovamente spazio alla vicenda legata all’Ordine del Tempio nelle pagine successive.[9]
Chi compilò gli Annali Camaldolesi riportò innanzitutto il 1311 come l’anno in cui fu soppresso l’Ordine templare: essi caddero tuttavia in errore, poiché la bolla di Clemente V con cui venne decretata la soppressione di tale Religione risale al 1312[10].
Gli stessi autori dell’opera, basandosi su un documento coevo depositato presso l’Archivio diocesano di Ravenna, indicarono la presenza di Guido, abate di Vangadizza – sicuramente proprietà camaldolese – durante il Concilio provinciale tenutosi a Bologna, poiché delegato da Giovanni vescovo di Adria e dal clero di quest’ultima località.
Come già riportato dal Caravita, poi in parte corretto dal Bagni, il Concilio bolognese si tenne nel settembre 1309 ed il da Concorezzo, insieme agli altri inquisitori della zona di competenza, organizzò il futuro lavoro processuale in ottemperanza della bolla di Clemente V del 12 agosto 1308 con cui ordinò di processare l’Ordine del Tempio nel mondo cristiano.
Il successivo processo si tenne a Ravenna e fu diviso in due sessioni, la prima delle quali tenutasi fra il 13 ed il 16 gennaio 1311, mentre la seconda dal 17 al 21 giugno del medesimo anno: come già in parte accennato, gli inquisitori decisero di non utilizzare la tortura ed assolsero i Templari dalle imputazioni, sebbene vennero puniti con una purgazione, che sarebbe dovuta essere effettuata alla presenza del vescovo della diocesi di residenza.
Una simile sentenza non soddisfò il pontefice, cosicché Clemente V ordinò la ripetizione del processo ravennate, anche attraverso l’utilizzo della tortura, ma Rinaldo da Concorezzo – come già anticipato – si rifiutò di rendere effettiva la richiesta papale.
L’ultima notizia pubblicata negli Annali più volte menzionati sul rapporto intrattenuto – direttamente o meno – da Rinaldo da Concorezzo con la Congregazione camaldolese risale al 1316, anno entro il quale morì, presso la chiesa di Santa Maria di Civitella di Romagna, Bernardo abate di Galeata ed i monaci di tale monastero, fra il 14 marzo ed il 19 aprile, elessero come suo successore Giacomo.[11]
Tale elezione fu poi confermata dall’arcivescovo ravennate il successivo 23 aprile, durante un suo soggiorno ad Argenta, località oggi in provincia di Ferrara; durante il 1317, invece, allo stesso Giacomo sembra essere stato affidato la procura per alcuni contrasti fra Rinaldo di Concorezzo da una parte e Guidone de Pondo abate di Castello prima e poi il monaco Bandinum dall’altra parte.[12]
Quantomeno Bernardo e Giacomo furono quindi monaci camaldolesi e la loro Congregazione possedeva, oltre alla già menzionata Santa Maria del Borgo, locata a Civitella di Romagna, un monastero a Galeata – non lontana dalla stessa Civitella di Romagna – da identificarsi forse con l’abbazia di Sant’Ellero o con la chiesa di Santa Maria del Pantano.
Per concludere, l’ultima vicenda riguardante l’arcivescovo più volte menzionato pubblicata sugli Annali Camaldolesi, corroborata dal documento coevo – unico caso per l’opera persa in considerazione -, non sembra essere stata presa in considerazione per le precedenti pubblicazioni, con la conseguenza che tale stessa vicenda va ad integrare quanto già conosciuto ed edito su Rinaldo da Concorezzo.
Note
[1] R. Caravita, Rinaldo da Concorrezzo Arcivescovo di Ravenna (1303-1321) al tempo di Dante, Firenze 1964; id., Rinaldo da Concorrezzo: Arcivescovo di Ravenna (1303-1321) – Canonico di Laon, non di Lodi, 1964; id., L’arcivescovo Rinaldo da Concorezzo ed Argenta, in XII Convegno di Ricerche Templari (Argenta, 8-9 ottobre 1994), Latina 1995, pp. 3-22; id., La “purgazione” nel processo inquisitorio. Il caso dei Templari processati a Ravenna, in XV Convegno di Ricerche Templari (Castrocaro Terme, 6-7 settembre 1997), Latina 1998, pp. 7-32; id., Il primo dei due concili provinciali ravennati sui Templari, in XVII Convegno di Ricerche Templari (Chiaravalle Milanese, 11-12 settembre 1999), Latina 2000, pp. 79-93; id., Dal primo al secondo concilio provinciale di Ravenna sui templari, in XVIII Convegno di Ricerche Templari (Altopascio, 16-17 settembre 2000), Latina 2001, pp. 65-85; id., La figura di Rinaldo da Concorrezzo, arcivescovo di Ravenna, grande inquisitore per il processo ai Templari, in I Templari: mito e storia, Poggibonsi 2002, pp. 87-105; id., L’Arcivescovo di Ravenna Rinaldo da Concorezzo e il processo ai Templari, Ravenna 2008; G. Bagni, I Templari a Bologna e Frate Pietro, il difensore dell’Ordine: nuove fonti, in XXXII Convegno di Ricerche Templari (Perugia, 27 settembre 2014), Tuscania 2015, pp. 35-46; id., Dante, Pietro da Bologna, l’arcivescovo Rinaldo da Concorezzo e papa Clemente a Bologna e Ravenna: l’influenza dei loro rapporti nel processo ai templari, in XXXVI Convegno di Ricerche (Ravenna, 22 settembre 2018), Tuscania 2019, pp. 109-117; F. Serafini, Il soggiorno di Rinaldo da Concorezzo in Francia, in XXXVI…, cit., pp. 83-96. Il Caravita si è altresì laureato con una tesi su Rinaldo da Concorezzo, una cui copia è depositata presso l’Istituzione Biblioteca Classense di Ravenna con il codice identificativo MAZZ. 400 448 RAV. 318439.
[2] E. Valentini, Storia segreta dei Templari, Roma 2014, p. 215; A. Demurger, I Templari, Milano 2007, pp. 12, 463, 479, 503, 509.
[3] F. Serafini, San Marco, chiesa camaldolese e giovannita di Fano, in Medioevo Adriatico, volume 5, Roma 2015, pp. 147-164; id., La Congregazione benedettina dei Silvestrini negli Annali Camaldolesi, pubblicato da Italia Medievale il 21 dicembre 2020; id., Corsignano nei documenti camaldolesi, in Canonica, volume 10, Pienza 2020, pp. 47-54; id., Giovanniti, Templari e Teutonici negli Annali Camaldolesi, pubblicato da Italia Medievale il 4 gennaio 2021.
[4] G. B. Mittarelli – A. Costadoni, Annales Camaldulenses Ordinis Sancti Benedicti, volume 5, Venezia 1760, p. 72.
[5] G. B. Mittarelli – A. Costadoni, volume 5, cit., pp. 255-256.
[6] G. B. Mittarelli – A. Costadoni, volume 5, cit., p. 273.
[7] E. Guerriero – L. Mezzadri – M. Tagliaferri, Le diocesi d’Italia, volume 1, Cinisello Balsamo 2007.
[8] F. Serafini, Giovanniti…, cit..
[9] G. B. Mittarelli – A. Costadoni, volume 5, cit., pp. 274, 279-282.
[10] F. Serafini, Giovanniti…, cit.; E. Valentini, cit., pp. 223-228; A. Demurger, cit., pp. 469-477.
[11] G. B. Mittarelli – A. Costadoni, volume 5, cit., pp. 421-422 dell’appendice, documento 255.
[12] G. B. Mittarelli – A. Costadoni, volume 5, cit., p. 299.
Fabio Serafini
Originario della regione del Montefeltro, oggi appartenente all’entroterra pesarese, si è poi trasferito a Fano, dove si è diplomato in Analista Contabile, per poi trasferirsi in altre città per motivi di lavoro, vivendo oggi a Ravenna. Fa parte della Libera Associazione di Ricerche Templari Italiani (L.A.R.T.I.), dell’Associazione Ravennate Astrofili Rheyta (A.r.a.r.) e dell’Archeoclub d’Italia – sede di Fano.
È stato relatore durante i seguenti convegni della L.A.R.T.I.:
- XXX convegno (Cesenatico, 2012), con lo studio Falsi ed inesattezze sull’Ordine del Tempio;
- XXXI convegno (Bologna, 2013), con gli studi La magione templare de La Rochelle e Falsi ed inesattezze nella ricerca templare;
- XXXII convegno (Perugia, 2014), con lo studio Le dipendenze templari della magione de La Rochelle;
- XXXIII convegno (Vicenza, 2015), con lo studio terreni dipendenti dalla magione templare de La Rochelle;
- XXXIV convegno (Nizza Monferrato, 2016), con lo studio La bolla papale “Dura nimis est” sull’eventuale fusione degli Ordini templare e giovannita;
- XXXV convegno (Roma, 2017), con lo studio Il ruolo di templari e giovanniti nella lotta all’eresia catara;
- XXXVI convegno (Ravenna, 2018), con lo studio soggiorno di Rinaldo da Concorezzo in Francia;
- XXXVII convegno (Fano, 2019), con lo studio I templari e i giovanniti nella Quarta Crociata visti dalle bolle pontificie.
- XXXVIII convegno (2020) non effettuato per covid-19
Gli sono stati pubblicati i seguenti studi negli atti della L.A.R.T.I.:
- Falsi ed inesattezze sull’Ordine del Tempio negli Atti del XXX Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2013;
- La magione templare de La Rochelle negli Atti del XXXI Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2014;
- Falsi ed inesattezze nella ricerca templare negli Atti nel XXXI Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2014;
- Le dipendenze templari della magione de La Rochelle nel XXXII Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2015;
- Falsi ed inesattezze nella ricerca templare negli Atti del XXXII Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2015;
- I terreni dipendenti dalla magione templare de La Rochelle negli Atti del XXXIII Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2016;
- Falsi e inesattezze nella ricerca templare negli Atti del XXXIII Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2016;
- La bolla papale “Dura nimis est” sull’eventuale fusione degli Ordini templare e giovannita negli Atti del XXXIV Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2017;
- Falsi e inesattezze nella ricerca templare negli Atti del XXXIV Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2017;
- Il ruolo di templari e giovanniti nella lotta all’eresia catara negli Atti del XXXV Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2018;
- Falsi e inesattezze nella ricerca templare negli Atti del XXXV Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2018;
- Il soggiorno di Rinaldo da Concorezzo in Francia negli Atti del XXXVI Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2019;
- Falsi e inesattezze nella ricerca templare negli Atti del XXXVI Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2019;
- I templari e i giovanniti nella Quarta Crociata visti dalle bolle pontificie negli Atti del XXXVII Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2020;
- Falsi e inesattezze nella ricerca templare negli Atti del XXXVII Convegno di Ricerche Templari, edito nel 2020.
Gli sono stati pubblicati i seguenti studi nelle Ricerche A.R.S.O.M.:
- I giochi dei Templari in Templari, Cavalieri, Architetture nella Sardegna medioevale – Ricerche A.R.S.O.M. 2013, edito nel 2013.
Ha pubblicato i seguenti studi nella rivista Cronache Medievali:
- Piandimeleto, il paese dei Conti Oliva nel numero 43 (giugno-settembre 2014).
Per Italia Medievale ha pubblicato i seguenti studi:
- La Rocca Brancaleone di Ravenna, il 5 dicembre 2014;
- La Congregazione benedettina dei Silvestrini negli Annali Camaldolesi, il 21 dicembre 2020.
Nella rivista Medioevo Adriatico, della Società Internazionale per lo Studio dell’Adriatico nell’Età Medievale (Sisaem) ha pubblicato i seguenti studi:
- San Marco, chiesa camaldolese e giovannita di Fano, inserito nel quinto volume, pubblicato nel 2015.
Gli sono stati pubblicati i seguenti studi astronomici sul bimestrale Oculus Enoch dell’Associazione Ravennate Astrofili Rheytta Aps (A.R.A.R.):
- Rheyta, un astronomo ed ottico boemo a Ravenna, nel numero 77 maggio-giugno 2019;
- Paolo Maffei e l’infrarosso in astronomia, nel numero 81 gennaio-febbraio 2020;
- Luigi Volta e la scoperta di cinque asteroidi, nel numero 84 luglio-agosto 2020;
- Cassini, una dinastia scientifica, nel numero 86 novembre-dicembre 2020.
Sul mensile InStoria ha pubblicato i seguenti studi:
- Platone Tiburtino – Astronomo, matematico e “traduttore” del XII secolo, nel numero 150 del giugno 2020;
- Gherardo da Cremona – Illustre traduttore di testi astronomici, nel numero 151 del luglio 2020;
- Guido Bonatti – Illustre astronomo italiano di epoca medievale, nel numero 152 dell’agosto 2020;
- Omero e l’astronomia – L’universo nell’Iliade e nell’Odissea, nel numero 153 del settembre 2020.
Sulla rivista Canonica del Centro Studi Pientini gli sono stati pubblicati i seguenti studi:
- Corsignano nei documenti camaldolesi nel numero 10 del 2020.
Contatto e-mail dell’autore: fabio.serafini@hotmail.com