Le chiese del terremoto

immagineLe chiese del terremoto: un progetto virtuale riporta in vita gli edifici colpiti di Roberto Del Monte

L’impressionante serie di scosse che si è verificata nel Centro Italia a partire da agosto non ha solamente colpito le popolazioni, ma anche un patrimonio artistico straordinario, un tessuto complesso poiché risultato dell’incrocio tra culture diverse (quella  umbra, toscana, romana e poi adriatica) e tempi diversi, dalle attestazioni di età romana alle pieve trecentesche fino ai fasti cinque e secenteschi. Non solo i centri di Norcia e Amatrice, ma anche un insieme eterogeneo di realtà minori, da Ussita a Visso, da Sarnano ad Amandola, fino alla valle del Chienti: ognuno di questi luoghi ha dovuto stilare la lista dei suoi feriti e (purtroppo) anche dei caduti.
Un gruppo di studiosi (il Gruppo NUME, Nuovo Medioevo), profondamente impressionato dalla tragedia del sisma, ha attivato il progetto “LE CHIESE DEL TERREMOTO”, con l’obiettivo di creare un percorso virtuale ed interattivo attraverso la ricostruzione tridimensionale di alcuni dei luoghi simbolo di questo drammatico evento. Dalla Basilica di San Benedetto a Norcia, fino alla meno conosciuta Santi Pietro e Lorenzo di Accumoli, il progetto restituisce idealmente ad ogni edificio il suo aspetto originale, con lo scopo fondamentale di portare alla conoscenza del grande pubblico la ricchezza di un territorio spesso poco conosciuto.
I modelli sono il prodotto di una elaborazione digitale basata sui documenti fotografici in parte in  possesso del Gruppo, ed in parte tratti dall’indispensabile strumento Google Street View. Raccolte le immagini, scattate spesso in condizioni di luce sfavorevole o da angolazioni proibitive, vengono trasformate in elementi ortogonali, che sono poi assemblati in un modello virtuale. Come si può immaginare, tanto il lavoro di ricerca dei documenti fotografici, quanto quello di elaborazione delle immagini è enorme: ogni singolo elemento architettonico, anche il più piccolo rilievo, deve essere preso in considerazione, affinché il risultato finale sia il più vicino possibile alla realtà.
Una volta terminato il processo, l’elaborato viene caricato sulla piattaforma di condivisione di NUME: l’utente sarà così in grado di interagire con il modello attraverso l’uso del mouse o, se provvisto di apposito device, di guardare il modello in VR (Virtual Reality). L’esperienza che potrà dunque fare sarà più ricca e più soddisfacente della semplice osservazione di foto bidimensionali.
Il progetto è in continuo aggiornamento: purtroppo, allontanandosi dai luoghi simbolo della tragedia, come Norcia o Amatrice, si scoprono piccole chiese rurali, pievi, abbazie meno note, che sono state duramente colpite dal sisma, e che sarà necessario recensire al più presto.
La speranza è che questo lavoro di ricerca e disegno possa essere uno strumento valido per sensibilizzare il grande pubblico sul problema, mai attuale come oggi, della conoscenza e della difesa del patrimonio culturale. L’ambizione del Gruppo NUME è quella di integrare il percorso con le esperienze degli utenti, quindi con i loro ricordi legati a luoghi che il sisma ha trasformato o cancellato: immagini, frasi, aneddoti per creare una vera e propria mappa mentale della memoria, e raccontare un territorio che deve tornare ad essere quello di prima attraverso l’impegno e la partecipazione di tutti.

bassissima-risoluzioneRoberto Del Monte
Roberto Del Monte è storico dell’arte medievale, formatosi all’Università di Firenze sotto l’ala di Guido Tigler, è impegnato nella ricerca sul Medioevo Europeo. Da un anno lavora per NUME, portando avanti numerosi progetti volti all’approfondimento della conoscenza del patrimonio medievale europeo.
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