La cronica infedeltà di Francesco Sforza e le reazioni della moglie Bianca Maria di Laura Malinverni
Se Francesco Sforza era diventato signore di Milano, era stato grazie alle sue nozze con la figlia dell’ultimo Visconti, Bianca Maria. Francesco e Bianca si amarono, ma i tradimenti del consorte furono spine costanti nella vita coniugale di Bianca Maria, le cui reazioni, visto il suo carattere tutt’altro che remissivo, furono sempre vivaci. Lo Sforza nutriva rispetto, riconoscenza e in un certo senso anche devozione per la moglie, alla quale doveva il potere e anche buona parte del consenso presso la nobiltà lombarda, ma non riusciva a fare a meno dei rapporti extraconiugali, che del resto erano ampiamente accettati dal costume del tempo.
Con il passare degli anni, Francesco si fece amanti sempre più giovani, arrivò a tingersi grottescamente i capelli di nero, mentre in Bianca aumentò l’insofferenza per i suoi tradimenti. Le baruffe dei signori di Milano fornirono addirittura argomento alla novellistica: Antonio da Corazzano narra che lo Sforza una volta si era fatto condurre una donzella per capriccio, ma Bianca, intercettatala, le si era sostituita; quando il Duca si accorse dell’inganno, ingiunse alla moglie di portargli la fanciulla, ma lei introdusse una figura velata che poi risultò essere una vecchia. La buffa storia fu ripresa da Sabatino Arienti nelle sue Porrettane.
All’ultima sua fiamma, Elisabetta da Robecco, che gli diede due figli e che secondo le malelingue avrebbe accelerato in focosi amplessi il decadimento delle sue condizioni fisiche, Francesco Sforza comprò una casa, mantenendo tutta la sua famiglia. Bianca si indignò e chiese al vescovo di Foligno, legato papale, di indurre il Pontefice a inviare un messo speciale per fare le rimostranze allo Sforza: i legittimi risentimenti coniugali di Bianca rischiarono però di trasformarsi in una temibile arma contro gli Sforza, perché Papa Paolo II mandò addirittura un Inquisitore con l’intenzione di imbastire un processo per stregoneria: voleva attribuire a pratiche negromantiche la straordinaria virilità di Francesco. L’inchiesta probabilmente lusingò segretamente lo Sforza, che rilasciò in tutta tranquillità questa dichiarazione: “E’ vero che noi abbiamo dimestichezza con una giovane chiamata Elisabetta, che però non teniamo pubblicamente; sta in casa sua come semplice cittadina con 8 o 10 persone e il marito va qua e là per i suoi affari e quando torna a Milano va a casa di lei come suo marito; e noi non facciamo niente con lei se non con buona volontà di lei e di lui. Madonna Bianca lo sa e già ce ne ha parlato e ha detto come sapete che dicono le donne ai mariti…”. L’Inquisitore si persuase e se ne tornò a Roma, confermando l’innocenza del duca.

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È autrice del saggio “La cucina medievale: umori, spezie e miscugli” (Italia Medievale, 2016) che si può acquistare online cliccando qui !