L’Italia Medievale e il significato del mio viaggio nel tempo al Castello di Bevilacqua

italia_medievale_castello_bevilacquaL’Italia Medievale e il significato del mio viaggio nel tempo al Castello di Bevilacqua di Rosario Pipolo.

Le rievocazioni storiche sono utili scorciatoie per immaginare un viaggio nel tempo. Perché non agganciare ad un weekend fuori porta, in un angolo nascosto dell’Italia, anche un evento che ci faccia diventare protagonisti della memoria?
La XV Festa Medievale, ospitata dal Castello di Bevilacqua sabato 28 e domenica 29 marzo 2015, è una delle tante rievocazioni storiche che svelano, attraverso piccole suggestioni, i segreti dell’Italia Medievale. Situato in una zona di frontiera tra le province di Verona, Padova e Vicenza, il Castello di Bevilacqua è un grande tesoro per il territorio, perché custodisce il sogno di un veneto: più di venticinque anni fa il compianto Gabriele Cerato se ne innamorò e restituì ad una meravigliosa perla abbandonata del Veneto una nuova vita, condividendolo con la comunità.
Oggi, grazie all’impegno e alla passione di Roberto Iseppi e della moglie Miresi, figlia del “veneto sognatore”, questa suggestiva location del veronese è diventata anche uno scrigno di memoria locale. La rituale Festa Medievale al Castello di Bevilacqua attira centinaia e centinaia di visitatori ogni anno anche dalle regioni limitrofe, i quali entrano a far parte di questa cornice medievale per portarsi a casa spunti e riflessioni.
L’ho fatto anche io in una maniera bizzarra, attraverso un viaggio nel tempo di 24 ore, nei panni di un cantastorie castellano dell’Italia Medievale, con tanto d’abito, piuma d’oca, inchiostro e calamaio. La lettura intensa dell’attore padovano Alessandro Martello di uno stralcio di Mistero Buffo, mi ha fatto tornare in mente il primo incontro con Dario Fo. Nel camerino di un teatro di Napoli, alla metà degli anni ’90, il Nobel per la Letteratura mi disse: “I giullari hanno fatto di piazze, mercati e cortili i luoghi privilegiati per raccontare brandelli di storia. A noi fa ancora comodo non prenderli sul serio”.
In effetti “la giullarata” della drammaturgia di Fo è così ricca di sfumature che, dentro la corteccia della grottesca ilarità, scompagina il nostro timore di confrontarci con la storia, proprio come in Mistero Buffo. Oggi in Italia ci sono professionisti e appassionati che si danno da fare per abbattere l’odioso cliché che vorrebbe liquidare alcune rievocazioni storiche come esibizioni estemporanee da luna park. Le suggestioni e le emozioni raccontate dalla Festa Medievale del Castello di Bevilacqua sono merito di tutti, come si vede in questa foto di Tony Anna Mingardi: dall’impeccabile animazione in costume di Omero Armeno e della sua Compagnia D’Arme San Vitale agli sbandieramenti degli Alfieri della Regina di Piovene Rocchette; dai giochi di prestigio di Circo Famiglia Group alla giocoleria e acrobatica in maschera di CircaTeatro.
Nella Preghiera di un clown di Antonio De Curtis, in arte Totò, c’è gran piccola verità: “C’è tanta gente che si diverte a far piangere l’umanità, noi dobbiamo soffrire per divertirla”. Aggiungerei anche per farla riflettere attraverso qualsiasi forma d’arte, proprio come nella battaglia finale messa in scena domenica pomeriggio. Un esercito di bambini in tenuta medievale sfida gli adulti in un commovente passaggio teatrale che solfeggia emblematicamente Carlo Martello torna dalla battaglia di Poitiers di Fabrizio De Andrè e Paolo Villaggio, gioiello musicale contro le atrocità della guerra.
Le rievocazioni dell’Italia Medievale e di tutti coloro che le creano ci aiutano a liberarci da una paura vigliacca. Indossare un costume d’epoca non è un’azione goliardica da emerito buffone, perché vale quanto sfogliare una pagina di storia. La storia siamo noi anche senza ricorrere ad un parco tematico alla Puy du Fou. Basta un viaggio per ereditare la memoria, nel posto e con le persone giuste. Torniamo ad essere liberi tutte le volte che la memoria fa germogliare il futuro. Qualche volta accade anche in Italia.

Rosario Pipolo
www.rosariopipolo.it

rosario_avatar_blogGiornalista e blogger, una laurea con lode in Lingue straniere alla Federico II di Napoli, una specializzazione in web communication allo IED di Milano, ricerca e attività didattica alla facoltà di Sociologia, vent’anni di attività giornalistica tra musica, cinema e teatro per Stampa Quotidiana, Radio, Tv e Internet. Tra gli intervistati Dustin Hoffman, Jack Nicholson, Woopy Goldberg, Harold Pinter, Annie Lennox, Paco De Lucia, Bob Geldof. Negli anni ’90, sotto la direzione di Gillo Pontecorvo, è Presidente della giuria dei giovani di CinemAvvenire al Festival del Cinema di Venezia e ideatore del progetto FELLINI 2000 in collaborazione con Mediaset e Fondazione Fellini. Ha pubblicato il saggio Harold Pinter sceneggiatore per Losey tra letteratura, cinema e multimedialità (Napoli, 1999); il romanzo L’ultima neve alla masseria (Teramo, 2012); l’eBook 40 storie di un giornalista travestito da blogger (Amazon, 2014).

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