Questo contributo è un estratto della conferenza “Medioevo oggi. Medioevo raccontato” che si è tenuta alla Libreria Treves di Napoli venerdì 15 febbraio 2008. Un grazie particolare al dott. Luigi Russo per la collaborazione e alla dott.ssa Fulvia Serpico che ha organizzato l’iniziativa. N.B.: Il contributo è stato aggiornato e ampliato lunedì 2 febbraio 2009.
A mo’ di premessa
«I libri, le cattedre universitarie, le riviste, i dibattiti, tutto ciò che un tempo costituiva la fonte di informazione primaria appare sovrastato da nuove forme di comunicazione. (…) Soggetti politici, operatori dei media, opinionisti della carta stampata hanno prodotto una ipertrofia della informazione storica destinata alla formazione di un nuovo senso comune che poggia sui generalizzati “vuoti di memoria” delle giovani generazioni (…)
In definitiva, se fino a qualche tempo fa erano gli storici a informare le opinioni comuni sul nostro passato, oggi sono gli strumenti dell’uso pubblico della storia a improntare giudizi e opinioni correnti. In poche parole, è come se la comunità degli storici si ponesse domande rivolte solo a se stessa. Questo non vuol dire che la storia sia in crisi. È in crisi semmai il suo ruolo pubblico sempre più confinato entro il recinto delle aule universitarie, della ricerca o delle riviste»
(Stefano Pivato, Vuoti di memoria. Usi e abusi della storia nella vita pubblica italiana, Laterza 2007, pp. VII-IX).
Il Medioevo nel XXI secolo
«Il Medioevo come contenitore di luoghi comuni» [1]: l’affermazione di Giuseppe Sergi esprime in maniera calzante tutta una serie di idee precostituite sull’epoca medievale molto in voga nei mezzi di comunicazione odierni, e di conseguenza presso il grande pubblico. In particolare, esse sono riconducibili ai processi qui sotto elencati:
a) Semplicità di alcune idee prevalenti sul Medioevo (economia naturale opposta a quella monetaria dell’epoca moderna, un mito ormai sfatato dalla ricerca storica più aggiornata [2]);
b) Bisogno di esotismo (il Medioevo è cronologicamente lontano rispetto alla nostra epoca ma appare vicino dal punto di vista spaziale); esempio dello ius primae noctis, la cui idea nasce in realtà presso i giuristi del Cinquecento che individuarono nel formariage (= pagamento monetario dovuto dai non liberi per avere il permesso di nozze nel caso che la sposa non appartenesse ai servi del suo signore) l’esito finale di un pagamento precedentemente in natura;
c) Deformazione prospettica, per cui l’epoche più vicine a noi sono quelle meglio definite, mentre quelle più remote sono meno definite; esempio della famiglia medievale che spesso noi vediamo come un gruppo allargato in senso patriarcale, mentre in realtà essa somigliava molto alla famiglia attuale [3] (in questo caso è la struttura familiare dei secoli XIX-XX ad essere interpretata come il tipo “classico” di famiglia);
d) Medioevo come epoca dei valori, nell’intento di costruire una critica alla modernizzazione affermatasi negli ultimi decenni che spesso disorienta larghe fasce della società attuale, si costruisce una realtà medievale i cui valori dominanti appaiono opposti a quelli imperanti oggi. Esempio: lo stretto contatto con la natura, la pura fede cristiana, il senso di comunità, la dignità del lavoro.
Cinema e Medioevo
Quanto detto è verificabile nel mezzo di comunicazione il cui impatto ha maggiormente influenzato l’opinione pubblica nel XX secolo (e verosimilmente continuerà a farlo in quello in corso), vale a dire il cinema, con particolare riferimento a quello statunitense che maggiormente ha influito sulla odierna percezione dell’età medievale. Basterà ricordare alcuni dei film più significativi usciti nelle sale cinematografiche negli ultimi decenni, ricordando però, al di fuori del taglio cronologico, due capolavori come Alexander Nevskij (1938) di Sergej Michajlovic Ejzenštejn, e La fontana della vergine (1959) di Ingmar Bergman:
CINEMA INTERNAZIONALE
Conan il barbaro (1982) di John Milius
Ladyhawke (1985) di Richard Donner
Il Nome della rosa (1986) di Jean-Jacques Annaud
I visitatori (1993) di Jean-Marie Poiré
Il primo cavaliere (1995) di Jerry Zucker
Braveheart (1995) di Mel Gibson
Giovanna d’Arco (1999) di Luc Besson
Il Signore degli anelli (2001-2003) di Peter Jackson
Timeline – Ai confini del tempo (2003) di Richard Donner
King Arthur (2004) di Antoine Fuqua
Le crociate (2005) di Ridley Scott (titolo originale: Kingdom of Heaven)
CINEMA ITALIANO
L’armata Brancaleone (1966) di Mario Monicelli
Brancaleone alle crociate (1970) di Mario Monicelli
Decameron (1971) di Pier Paolo Pasolini
Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno (1984) di Mario Monicelli
Non ci resta che piangere (1984) di Massimo Troisi e Roberto Benigni
Magnificat (1993) di Pupi Avati
I cavalieri che fecero l’impresa (2001) di Pupi Avati
Il mestiere delle armi (2001) di Ermanno Olmi
FILM D’ANIMAZIONE
La spada nella roccia (1963)
Robin Hood (1973)
Il gobbo di Nôtre Dame (1996)
Azur e Asmar (2006) di Michel Ocelot
Una menzione a parte merita quello che resta, ad oggi, il miglior film sul Medioevo, vale a dire Il settimo sigillo (1956) di Ingmar Bergman [4].
Riferimenti bibliografici e linkografici minimi
Giovanni Fiorentino, Il Medioevo sul grande schermo, in Enciclopedia del Medioevo, Garzanti 2007, pp. 1052-1053 (ma si veda anche la voce fantasy, Ibidem, pp. 631-632);
Mario Sanfilippo, Il Medioevo secondo Walt Disney. Come l’America ha inventato l’Età di Mezzo, Castelvecchi 1998²;
Paul Freedman – Gabrielle M. Spiegel, Medievalism Old and New: The Rediscovery of Alterity in North American Medieval Studies, in «The American Historical Review», 103 (1998), pp. 677-704;
Per ogni informazione sul cinema e il Medioevo si veda il portale specializzato, curato da un gruppo di medievisti ed esperti di mass-media, coordinati dal prof. Raffaele Licinio dell’Università di Bari www.cinemedioevo.net/.
Le Crociate tra cinema e storia
Sintesi del film: Il fabbro di un piccolo villaggio francese Baliano (= Orlando Bloom), in crisi per la recente perdita dei figli e della moglie morta suicida per la disperazione, riceve la visita del nobile Goffredo di Ibelin (= Liam Neeson), proveniente dalla Terrasanta, che gli rivela di essere il suo padre naturale e lo convince a seguirlo in Oriente per ottenere il perdono per sé e la moglie. A seguito delle ferite ricevute durante una scaramuccia, Goffredo spira a Messina non prima di aver fatto cavaliere Baliano e avergli affidato il compito di difensore del Santo Sepolcro. Il giovane arriva dopo varie disavventure in una Gerusalemme minacciata dai successi delle armate islamiche del Saladino, e difesa dal valoroso e sfortunato re Baldovino IV colpito da lebbra (interpretato dall’eccellente Edward Norton). La sorella del re, Sibilla (= l’affascinante Eva Green) è dunque destinata a succedere sul trono di Gerusalemme, insieme all’inetto e ambizioso marito, Guido di Lusignano (= Marton Csokas), mentre a corte si aggira una banda di sanguinari signori crociati e fanatici Templari, capeggiati dal violento Rinaldo di Châtillon. Baldovino muore di lì a poco, i crociati sono invece sconfitti in una battaglia campale a seguito della quale Guido di Lusignano è catturato e umiliato [= disfatta di Hattin, 4 luglio 1187]. Gerusalemme è quindi messa sotto assedio dalle armate islamiche e solo la strenua difesa della Città Santa organizzata dallo scaltro Baliano permette ai cristiani di ottenere un’onorevole resa. Grazie al leale comportamento del Saladino, Baliano torna in Francia insieme con Sibilla che ha abbandonato l’inetto marito. Il film si chiude con l’incontro con Riccardo I Cuor di Leone, sulla strada per la Terrasanta, che chiede a Baliano di unirsi a lui per la crociata. Quest’ultimo declina l’offerta del re rispondendo di essere solo un fabbro. Il film si conclude ricordando che l’impresa di Riccardo non avrebbe ottenuto la riconquista di Gerusalemme, e che ancora oggi in quella terra non regna affatto la pace.
Bibliografia e linkografia minima
Per una migliore valutazione del film di Ridley Scott, occorre fare riferimento alla versione integrale, di 45 minuti più lunga rispetto a quella vista nelle sale cinematografiche [Le Crociate, director’s cut – 4 Dvd, Medusa Video 2006, durata 194 minuti circa], più fedele alle intenzioni del regista; un elenco delle principali modifiche presenti nella versione extended è disponibile nella voce Kingdom of Heaven della versione inglese di Wikipedia: en.wikipedia.org/wiki/Kingdom_of_Heaven_(film).
Sugli eventi (non sempre fedelmente rispettati dallo sceneggiatore William Monahan) il lettore italiano può fare affidamento alla monografia di Giuseppe Ligato, Sibilla regina crociata. Guerra, amore e diplomazia per il trono di Gerusalemme, Bruno Mondadori 2005. Una lettura particolarmente critica del film di Ridley Scott è stata proposta nell’appendice al libro di Marco Meschini, Assedi medievali, Il Giornale 2006.
Per un primo orientamento biliografico generale sulle crociate rimando al mio saggio (versione 1,2) Le crociate, «Reti Medievali. Iniziative on line per gli studi medievistici» – Repertorio, 2008, (www.rm.unina.it/repertorio/rm_russo_le_crociate.html).
Sull’immagine della crociata in epoca moderna si veda almeno Elisabeth Siberry, Images of the Crusades in the nineteenth and twentieth centuries, nella Oxford history of the Crusades, ed. J. Riley-Smith, Oxford University Press 1999, pp. 363-384.
Cinemedioevo ha dedicato, tra gli altri, i seguenti link al film Le crociate:
www.cinemedioevo.net/castello/articoli/crociate.htm (presentazione del film);
www.cinemedioevo.net/castello/crociate.htm (commento di Vito Attolini);
www.cinemedioevo.net/castello/articoli/cardinicrociate.htm (commento di Franco Cardini).
Si veda inoltre:
a) l’intervista a Ridley Scott avvenuta nel corso della presentazione italiana del film.
b) la scheda Kingdom of Heaven presente nella Crusades Encyclopedia:
www.crusades-encyclopedia.com/truthisthefirstvictim.html;
c) le critiche al film avanzate da alcuni dei principali studiosi internazionali sono riassunte in un articolo apparso sul quotidiano Telegraph:
Note:
[1] Cfr. G. Sergi, La rilettura odierna della società medievale: i miti sopravvissuti, in Medioevo reale, medioevo immaginario. Confronti e percorsi culturali tra regioni d’Europa, a cura di D. Lupo Jalla – P. Denicolai – E. Pagnucco – G. Rovino, Città di Torino 2002, pp. 89-98 (scaricabile dall’url di Reti Medievali
[2] Valga su tutti il rimando alla raccolta di saggi di P. Toubert, Dalla terra ai castelli. Paesaggio, agricoltura e poteri nell’Italia medievale, Einaudi 1995.
[3] Si veda solo al riguardo D. Herlihy, La famiglia nel Medioevo, Laterza 19943.
[4] La sceneggiatura originale è stata tradotta in italiano da Alberto Criscuolo per i tipi della Iperborea nel 1994. Maggiori dettagli sul film nel volume di S. Trasatti, Ingmar Bergman, Il Castoro 2000.
Luigi Russo, nato nel 1971 a Piano di Sorrento, laureato in Storia medievale, ha svolto approfonditi studi sui normanni nel Mediterraneo nei secoli XI-XII. Presso l’Università degli Studi di Torino, ha discusso la tesi Ricerche sui cronisti della «prima Crociata». Attualmente è collaboratore di “Studi Medievali” , nonché revisore scientifico della “Garzantina” di Storia Medievale. E’ infine responsabile dell’aggiornamento della bibliografia normanna del sito del Centro Europeo di Studi Normanni di Ariano Irpino.