Nomadi guerrieri e popoli delle steppe

di Giuseppe Cossuto.

Raccogliendo l’invito della gentilissima dottoressa Serpico, con questo articolo si vuole iniziare una trattazione su vari aspetti dell’interscambio storico e culturale avuto dai cosiddetti popoli delle steppe (Unni, Avari, Bulgari, Turchi, Peceneghi, Cumani, Tatari, ecc.) nel medioevo con gli “Europei” in generale e con gli Italiani in particolare, cercando di evidenziare come, fin dall’apparire degli Unni, vi sia stata una presenza costante, a volte evidente, il più delle volte misconosciuta, delle società dei nomadi guerrieri nel processo storico europeo, non escludendo quello occidentale.

Convenzionalmente il punto di passaggio tra l’età antica ed il medioevo europeo è proprio determinato, come si vedrà, dalle azioni degli eredi “politici” di Attila.

Ed è proprio con loro che si andrà ad incominciare questo viaggio che vede protagonisti (e capita raramente!) lo specchio negativo per eccellenza dell’Europa, i nomadi guerrieri, considerati non soltanto come elementi distruttivi o perniciosi e quindi estranei, ma storicamente (e quindi razionalmente).

Giuseppe Cossuto

Giuseppe Cossuto nasce a Cassino nel 1966. Si Laurea in Islamistica (summa cum laude) nel 1993 presso l’Università “La Sapienza” di Roma con una tesi dal titolo: “I musulmani di Romania tra sopravvivenza e riscatto”. Dal 1990 compie numerosi viaggi di formazione, studio e ricerca prolungato nell’Est Europeo e in varie aree turcofone, lavorando anche come dirigente nella cooperazione internazionale e come corrispondente per note agenzie giornalistiche. Nel 1994 è vincitore di un corso di specializzazione nella ricerca storica presso l’Università “Ca’ Foscari” di Venezia: “Le popolazioni di origine turca nei secoli IX-XIII sul territorio dell’attuale Romania”. Nel 2002, dopo aver studiato negli archivi d’Istanbul e di Bucarest, riceve il Ph.D presso “La Sapienza” di Roma discutendo una tesi dal titolo: “La vicenda umana e politica di Kantemir Mirza e gli statuti giuridici di Moldavia e Valacchia e Crimea (Stati vassalli ottomani). E’ membro dell’Istituto per l’Oriente “C.A: Nallino” di Roma, del Centro di Studi Ottomani di Bucarest-Istanbul, ed è socio fondatore dell’Associazione culturale per la promozione degli studi orientalistici “Oxus” (Roma).

Ha all’attivo numerose pubblicazioni scientifiche e di divulgazione. Si occupa di relazioni tra il “mondo della steppa” e l’Europa, dell’identità e della storia delle minoranze dell’Est Europa.

Ha pubblicato due monografie:
Storia dei Turchi di Dobrugia, Istanbul, Isis, (2001);
Giovan Battista de Burgo. Viaggio di Cinque anni in Asia, Africa & Europa del Turco – Milano 1689, Istanbul, Isis (2003).

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