
(Veterum Fragmentorum Tomus III)
Riflessioni storiche sulla battaglia dello Scultenna (643) di Furio Isolani
Le riflessioni esposte in questa indagine prendono l’avvio da elementi individuati in un ambito geografico abbastanza circoscritto, l’Aemilia bizantina del VII secolo (1), ma arrivano a fissare alcuni punti conclusivi, in parte nuovi, di carattere generale, tali cioè da illuminare qualche aspetto delle oscure vicende attraverso le quali si svolse l’espansione dei Longobardi nell’Italia settentrionale.
Uno degli avvenimenti più importanti del regno di Rotari fu la battaglia sul fiume Scultenna.
Secondo il Cosentino tal scontro si svolse immediatamente dopo la morte dell’esarca Isacio (2), cioè nell’inverno 642 – primavera 643, interpretazione temporale con cui concordo. I Longobardi approfittarono, quindi, del vuoto di potere al vertice del potere bizantino per sferrare un’offensiva.
L’Hartmann (3), che concorda sostanzialmente col Cosentino, propendeva per l’inizio dell’offensiva longobarda contro la Provincia Maritima Italorum dopo la promulgazione dell’editto (22 novembre 643). Di non molto dalle precedenti ipotesi si discosta il Bognetti (4), il quale ritenne che la guerra longobardo-bizantina fosse scoppiata nell’estate del 643, subito dopo la morte dell’esarca di Ravenna, e che si fosse protratta fino all’autunno dello stesso anno, quando fu promulgato l’editto di Rotari.
Infine, il Formentini (5) invertì – rispetto alla tradizione storiografica più accettata – gli avvenimenti, testimoniati dalle fonti longobarde. Per lui la battaglia dello Scultenna avrebbe preceduto l’invasione della Liguria bizantina, attuata mediante la conquista di “una linea di castelli limitanei posti a guardia dell’antica comunicazione fra l’esarcato e Marittima, scendendo in Garfagnana e in Lunigiana fino al mare”.
In realtà, che la battaglia dello Scultenna sia da ricollegare alla conquista della Provincia Maritima Italorum è una acquisizione data per scontata da molti storici, ma tal assunto non ha fondamenti documentari. Le fonti ci dicono semplicemente che Rotari “pugnavit circa fluvium Scultenna”. Il brano intero che parla delle imprese di Rotari (6) ci fa vedere chiaramente che l’autore dell’Origo non sente alcuna necessità di articolare gli eventi in un quadro cronologico dettagliato e preciso, poiché il suo principale intento è quello di mettere in rilievo la personalità guerriera di Rotari, nella quale vengono appiattite tutte le imprese del sovrano attraverso un procedimento narrativo paratattico, ben noto alla cronachistica. Infatti, ad esempio, sappiamo, da una documentazione posteriore ai fatti, che la conquista di Oderzo avvenne attorno al 639 (7). Appare legittimo e logico domandarsi se azioni di guerra compiute su un fronte così ampio siano avvenute contemporaneamente o, come è più probabile, si siano svolte in tempi differenti.
I quesiti fondamentali riguardo la battaglia dello Scultenna sono, dunque, tre:
a) Quando si svolse la battaglia dello Scultenna ?
b) Dove realmente si svolse lo scontro fra le truppe esarcali ed i Longobardi ?
c) Quali furono le reali perdite bizantine e che conseguenza ebbe questa sconfitta per lo schieramento bizantino ?
a) La battaglia dello Scultenna ebbe le sue premesse nel vuoto di potere ai vertici del potere bizantino, cioè la morte dell’esarca Isacio, parrebbe avvenuta sul finire del 642. E’ ovvio che Rotari avesse approfittato di queste circostanze per sferrare la sua offensiva contro la Liguria bizantina nell’estate-autunno del 642, un’offensiva che, probabilmente, si concluse mesi prima del 22 novembre 643 (data della promulgazione dell’Editto di Rotari). Per ridurre l’indeterminatezza cronologica di questo avvenimento ci viene in aiuto un indizio indiretto: il 4 maggio 643 Bobuleno, abate di Bobbio, viene inviato – sotto scorta regia – da re Rotari, a Roma da papa Teodoro (24/XI/642 – 14/ V/649). Sapendo che la battaglia dello Scultenna si svolse prima della promulgazione dell’editto di Rotari (22 XI 643), possiamo ulteriormente precisare il termine ante quem di questo importante avvenimento, posizionandola nel ristretto lasso di tempo che va dalla primavera del 643 (quindi marzo-aprile) al 6 maggio 643. Concludendo, l’attacco sferrato al cuore dell’esarcato di Ravenna venne tentato da Rotari nei pochi mesi in cui il vertici dell’amministrazione bizantina era priva di una guida, il tutto iniziò con una campagna su vasta scala che portò – fra l’autunno 642 (morte dell’esarca Isacio) e la primavera del 643 – alla conquista della Provincia Maritima Italorum e terminò entro il 6 maggio del 643, termine ante quem per lo svolgimento della battaglia dello Scultenna.

b) Dove si svolse realmente questo scontro ? Per molto tempo gli storici hanno asserito che dovette svolgersi nell’alto corso del Panaro, dato accettato dalla maggior parte di loro. Personalmente ritengono che uno scontro di così grandi proporzioni non possa aver avuto come teatro le anguste valli appenniniche. Ed a sostegno di ciò ricordo che Paolo Diacono asserisce che la battaglia si svolse genericamente “apud Scultenna”, un termine che allora indicava tutto il corso del Panaro e non solo l’alto corso come oggi. Concludendo, dopo la conquista della Provincia Maritima Italorum, Rotari cercò di dare la spallata finale allo schieramento bizantino dell’Italia settentrionale, ritenendolo – a torto – in forte difficoltà. L’offensiva del re longobardo si svolse non sulle giogaie appenniniche, ma partendo dal potente ducato confinario di Parma lungo la via Emilia e cercando di sfondare l’antemurale di Bologna, costituito dal ducato di Persiceta e dal fortilizio bizantino di Castellarano (8). Il sistema difensivo bizantino resse, sostanzialmente, cedendo ai Longobardi solo i forti montani di Castellarano e Bismantova (9). Lo scontro avvenne, probabilmente, in pianura non lontano dalla longobarda (10) Modena lungo il corso del Panaro.
c) Questa vittoria tanto decantata fu così schiacciante ? Le fonti riportano che, addirittura, ben 8000 soldati bizantini morirono in questo scontro. E’ alquanto probabile che il dato sulle perdite dell’esercito imperiale sia stato esagerato per ingigantire il valore militare di Rotari, e che, in realtà, si sia trattato di una vittoria longobarda di misura. La perdita di ottomila soldati avrebbe significato la quasi totale distruzione dell’esercito esarcale e, quindi, avrebbe portato la perdita non solo del poco importante centro di Castellarano, ma almeno anche di Bologna. In realtà, Rotari si scontrò duramente con le truppe acquartierate a Persiceta ed a Castellarano, rinforzate da contingenti provenienti da Bologna, lungo l’Emilia non lontano dal corso del Panaro. L’esito fu a lui favorevole, la vittoria comportò l’occupazione di Castellarano, ma il sistema difensivo bizantino – anche se momentaneamente privo dell’esarca (Isacio era morto) – resse alla pressione longobarda.
Paolo Diacono afferma che nella battaglia dello Scultenna caddero 8000 soldati romani. La cifra è indubbiamente esagerata, ma essa vale, come ha osservato il Bertolini (11), “ad indicare che l’esercito schieratosi a sbarrare il passo ai Longobardi contava forze ingenti, tali da far presupporre che ne avesse il comando lo stesso esarca d’Italia, residente in Ravenna, come gli invasori erano sotto il comando del loro re”. In realtà, se pensiamo che alle spalle dei Romani esisteva una zona assai ben fortificata, come i castra di Oecubaria e di Samoggia – magari rinforzati da distaccamenti provenienti dal Frignano – attestano, non ci riesce difficile ammettere che proprio allo Scultenna il comandante delle truppe imperiali abbia fatto lo sforzo maggiore per bloccare l’offensiva. Uno sforzo militare ingente da parte bizantina, che, però, a costo di gravi perdite, riuscì nel suo intento poiché l’avanzata longobarda subì una battuta d’arresto.
Concludendo, la battaglia dello Scultenna si svolse con ogni probabilità nella tarda primavera del 643, allorquando Rotari, cercando di approfittare del vuoto di potere creatosi per la morte dell’esarca d’Italia Isacio, sferrò una potente offensiva lungo la via Aemilia. L’azione del sovrano longobardo non fu coronata da un successo completo, poiché i Bizantini, seppur privi dell’esarca, riuscirono – a costo di gravi perdite – a bloccare sullo Scultenna lo slancio longobardo. I Longobardi si impossessarono di Castellarano, ma i Bizantini rimasero padroni del Frignano, Persiceta e Bologna. Questo successo parziale viene riportato dalle cronache longobarde come una grande vittoria, onde esaltare le capacità guerresche del re longobardo, ma questo rientra nella normale propaganda come l’esagerare il numero delle perdite romane (12). In sostanza, l’autore friulano, riportando un fatto storico realmente accaduto, cercò di tinteggiare le virtù guerresche di Rotari ingigantendo la portata dello scontro sullo Scultenna che, nella realtà storica, non fu altro che uno scontro di frontiera dal risultato non molto significativo (13). Del resto, se questo fatto d’armi fosse stato rilevante, lo Pseudo-Fredegario lo avrebbe riportato nella sua cronaca, dove invece ricorda solo la conquista di Oderzo e della Liguria bizantina.

Note
1) Per Aemilia nel VII secolo inoltrato si intendeva la montagna parmense che gravitava attorno al fortilizio bizantino di Bismantova, il Pavullo, il Modenese e Bologna.
2) COSENTINO 1993:35–36.
3) HARTMANN 1889:243.
4) BOGNETTI 1966:313.
5) FORMENTINI 1941:125.
6) Origo , pp. 5 – 6: “Et post ipso [sc. Arioaldo] regnavit Rothari ex genere Arodus, et rupit civitatem vel castra Romanorum quae fuerunt circa litora aprisio Lune usque in terra Francorum quam Ubitergium ad partem orienti, et pugnavit circa fluvium Scultenna, et cecidit a parte Romanorum octo milia numerus”.
7) IOHANNIS DIACONI, Chronica, in Cronache veneziane antichissime, a cura di G. Monticolo, Roma 1890:64. Il saccheggio di Oderzo avrebbe causato il trasferimento della sede vescovile ad Eraclea, trasferimento avvenuto con il consenso del papa Severino. Il tutto non deve essersi svolto oltre il 2 settembre 640, data di morte del su menzionato pontefice.
8) ISOLANI 2014:20. Vedi cartina n 1.
9) Sebbene abbia ritenuto possibile una conquista longobarda di Bismantova da parte del re longobardo Agilulfo nel 594 (Cfr. ISOLANI 2013), alle luce di ulteriori studi ritengo che la fortezza bizantina sia caduta solo in età rotariana (Cfr. ISOLANI 2016, c.s.).
10) Concordo pienamente con DALL’AGLIO 1994:35–36 nel ritenere Modena longobarda prima di Rotari. Personalmente – alla luce dei dati archeologici – che essa sia stata occupata da Agilulfo durante la sua campagna militare nell’Italia settentrionale (601-603).
11) BERTOLINI 1953:120-132.
12) Paolo Diacono afferma che ben 8000 soldati romani morirono nella battaglia dello Scultenna. Se ciò fosse stato vero, sarebbe significato il quasi totale annientamento delle truppe bizantine in questa porzione d’Italia, il che avrebbe portato anche alla conquista longobardo di Bologna. Anche se si dovette trattare di un importante scontro militare, la battaglia dello Scultenna fu, in realtà, poco più di una scaramuccia di frontiera se paragonato alla conquista longobarda della Provincia Maritima Italorum. Paolo Diacono esagerò le proporzioni della vittoria a fini propagandistici, mentre in realtà i Bizantini ripiegarono semplicemente più ad ovest lungo la via Emilia.
13) Addirittura DALL’AGLIO 1994:37 ipotizza che “l’esagerazione nel numero dei nemici uccisi servirebbe a trasformare in vittoria quella che in realtà è stata una sconfitta”.
FONTI
IOHANNIS DIACONI, Chronica, in Cronache veneziane antichissime, a cura di G.Monticolo, Roma 1890.
BIBLIOGRAFIA
BERTOLINI O., Il patrizio Isacio esarca d’Italia (625-643), in “Atti del II Congresso Internazionale di studi sull’alto medioevo (Grado-Aquileia-Gorizia-Cividale, Udine 1952), Spoleto 1953: 120-132.
BOGNETTI G.P., L’età longobarda, 4 voll , Milano 1966-1968.
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DALL’AGLIO P.L., La conquista dell’Emilia da parte dei Longobardi: considerazioni storico-topografiche, in “Ocnus. Quaderni della Scuola di Specializzazione in Archeologia”, II (1994): 33-42.
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ISOLANI F., Castellum Oloriani nell’età di Agilulfo (590-616): un fortilizio bizantino, in “Reggio Storia”, XXXVI, fasc. 2 (2014): 19 – 21.
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Fulvio Isolani
Degree in Italian Literature, Siena University (Italy);
Ph.D. in Medieval History , Siena University (Italy); Ph. Thesis ‘High middle Age Territorial Organization of Sourthern Tuscany from Justinian I to Otto I (Relator: Director of Italian-German Institute of Rome, Willhelm Kurze)
Diploma of “English for Academic and Research Purposes 1 & 2”(University of York).
About my publications I take the liberty of choosing only more representative ones:
Agilulph’ Military Expedition towards Perugia (594): some considerations, International Medieval Congress of Leeds (University of Leeds, 12-15 July 1999);
Ipotesi sull’origine e sulla natura della circoscrizione territorial altomedievale di “Maritima”, in “Studi Senesi”, CXI (III serie, XLVIII), fasc. I:179–189;
The Origin of Longobard Duchy of Lucca , 35th International Congress on Medieval Studies, Western Michigan University (Kalamazoo, 4-7 May 2000);
L’origine del ducato longobardo di Lucca e la sua espansione nella Valdera volterrana, in “Rassegna Volterrana”, LXXVIII (2000):3–24;
Contributo alla Descriptio Orbis Romani di Giorgio Ciprio : Kastron Eourias entha to agkos loukanon , in “Rassegna Volterrana”, LXXIX (2001):3–10;
The Siege of Rome and the Battle of Taginae during the Gothic-Byzantine War , 36th International Congress of Medieval Studies, Western Michigan University (Kalamazzo, 3-6 May 2001);
Ferento, Orvieto e Toscanella:fortezze byzantine fra VI e VII secolo, in “Studi Senesi”, CXXIII (III serie, LX), Fasc. 2, 2011. 376–379;
La traslazione da Corneto a Tuscania delle spoglie di San Secondiano e la conquista longobarda del territorio di Tarquinia ,“Bollettino della Società Tarquiniense d’Arte e Storia”, XXXIX (2012);
La spedizione militare di Agululfo contro Perugia (594): alcune considerazioni, in “Studi Senesi”, CXXV (III serie, LXII), fasc. I, 2013:166–172;
The Military Operations of the Exarch of Ravenna at the End of VI Century (592-593), International Medieval Congress (University of Leeds, 1-4 July 2013);
L’episcopo di Volterra Gaudenzio e lo scisma dei tre Capitoli , in “Rassegna Volterrana”, XC (2013): 81–95;
Contributo alla “Descriptio Orbis Romani”: Kastron Tiberias , in “Pagine Altotiberine”, XVII (2013): 61–68;
Il limes bizantino nella valle del Mignone, in “Bollettino della Società Storica Tarquiniense d’Arte e Storia”, XL (2013): 114–121;
Castellum Oloriani in età agilulfiana (590-616): un fortilizio bizantino, in “ReggioStoria”, XXXVI, fasc. 2, 2014;
Il “Picenum Suburbicarium” e la nascita dei gastaldati minori del ducato longobardo di Spoleto : Septempeda e Castelpetroso (591–601), in “Medioevo Adriatico”, V (2014);
S.Cerbone di Populonia fra Bizantini e Longobardi sul finire del VI secolo, in “Rassegna Volterrana”, XCI (2014): 3–18;
Kastron Samnion ed il ducato longobardo di Benevento fra VI e VII secolo, in “Medioevo Adriatico”, VI (2015): 18–32;
Tracce della presenza bizantina nel Casentino di fine VI secolo: S.Donato d’Evorea, in “Pagine Altotiberine”, XIX, fasc. 55 (gennaio-aprile 2015): 65–72;
Un castello/porto nell’area di comando mantovana: Viadana, il “Castrum quod Vulturina vocatur”(569-603), in “Vitelliana. Bollettino della Società Storica Viadanese”, X (2015): 9–26;
Il bizantino kastron Samnion ed il ducato longobardo di Benevento sul finire del VI secolo, in “Medioevo Adriatico”, VI (2015);
Sabiniano : un papa volterrano ? in “Rassegna Volterrana”, XCVI (2016): 55–61;
Il Reggiano e lo scisma dei Tre Capitoli, in “Reggio Storia”, XXXVIII (2016): 14–18;L’origine della “Provincia Castellorum” e il “Castellum Verona”, in “Pagine Altotiberine”, XX, fasc. 57-58 (settembre-dicembre 2016): 41–48.
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