Atti del Convegno
Medioevo e Neo Templari
23-24 Marzo 2013 – Orte
Le origini del Tempio
“Poiché, o figli di Dio, gli avete promesso di osservare tra voi la pace e di custodire fedelmente le leggi con maggior decisione di quanto siate soliti, è il caso d’impegnare la forza della vostra onestà (ora che la correzione divina vi ha rinvigoriti) in qualche altro servizio a vantaggio di Dio e vostro. È necessario che vi affrettiate a soccorrere i vostri fratelli orientali, che hanno bisogno del vostro aiuto e lo hanno spesso richiesto. Infatti, come a molti di voi è già stato detto, i Turchi, gente che viene dalla Persia e che ormai ha moltiplicato le guerre occupando le terre cristiane sino ai confini della Romània uccidendo molti e rendendoli schiavi, rovinando le chiese, devastando il regno di Dio, sono giunti fino al Mediterraneo cioè al Braccio di San Giorgio3. Se li lasciate agire ancora per un poco, continueranno ad avanzare opprimendo il popolo di Dio. Per la qual cosa insistentemente vi esorto – anzi non sono io a farlo, ma il Signore – affinché voi persuadiate con continui incitamenti, come araldi di Cristo, tutti, di qualunque ordine (cavalieri e fanti, ricchi e poveri), affinché accorrano subito in aiuto ai cristiani per spazzare dalle nostre terre quella stirpe malvagia. Lo dico ai presenti e la comando agli assenti, ma è Cristo che lo vuole. Per tutti quelli che partiranno, se incontreranno la morte in viaggio o durante la traversata o in battaglia contro gli infedeli, vi sarà l’immediata remissione dei peccati: ciò io accordo ai partenti per l’autorità che Dio mi concede. Che vergogna sarebbe se gente così turpe, degenere,serva dei demoni, dal nome di Cristo! E quante accuse il Signore stesso vi muoverà, se non aiutate chi come voi si trova nel novero dei cristiani! Si affrettino alla battaglia contro gli infedeli, che avrebbe già dovuto incominciare ed esser portata felicemente a termine, coloro che prima erano soliti combattere illecitamente contro altri cristiani le loro guerre private! Diventino cavalieri di Cristo, quelli che fino a ieri sono stati briganti! Combattano a buon diritto contro i barbari, coloro che prima combattevano contro i fratelli e i consanguinei! Conseguano un premio eterno, coloro che hanno fatto il mercenario per pochi soldi! Quelli che si stancavano danneggiandosi anima e corpo, s’impegnino una buona volta per la salute di entrambi! Poiché quelli che sono qui tristi e poveri, là saranno lieti e ricchi; quelli che sono qui avversari del Signore, là Gli saranno amici. Né indugino a muoversi: ma, passato quest’inverno, affittino i propri beni per procurarsi il necessario al viaggio e si mettano risolutamente in cammino.”
Con queste parole, Urbano II durante il Concilio del Clermont, invocò la prima spedizione verso la Terra santa, passata alla storia come Prima Crociata. Era il 27 novembre dell’Anno del Signore 1095 e il pontefice, nel rispondere ad una lettera di aiuto scritta dall’imperatore di Bisanzio Alessio Comneno che chiedeva truppe per respingere l’attacco dei turchi Selgiuchidi ormai ad un passo da Costantinopoli proprio nel momento in cui molti pellegrini cristiani, giunti in Terra santa per visitare i luoghi evangelici erano sottoposti ad indicibili torture, decise di richiamare “all’ordine” tutti i principi cristiani per difendere in nome di Dio e di suo Figlio i luoghi santi. L’obiettivo per la verità neanche troppo velato era quello di normalizzare la vita dei ranghi nobili europei duramente provati dalla lotta per le investiture e dalle guerre interne. E’ importante sottolineare come ancora non si parlava dell’obbiettivo di riconquista di Gerusalemme dato che i luoghi, benché fossero in mano musulmana, erano visitati dai pellegrini cristiani grazie a salvacondotti anche se circa un secolo prima al Hakim nel 1009 distrusse la basilica del santo Sepolcro e tutti i simboli cristiani. La spedizione era da considerarsi come metodo per redimere i peccati e chi fosse perito in battaglia avrebbe guadagnato il Premio Celeste. Secondo alcuni eminenti storici come Franco Cardini, l’intenzione dei civili e dei cavalieri era il pellegrinaggio a Gerusalemme al fine di ottenere la completa remissione di ogni peccato senza dimenticare che, benché animato in alcuni casi da un vero spirito religioso interiore, rimaneva pur sempre un pellegrinaggio armato.
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