San Donato e Santa Maria Assunta a Venezia

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Immagini e testo di Luca Palumbo

Se fosse un esercizio scolastico potremmo intitolarlo: osserva e deduci. La visita a Venezia delle chiese di San Donato a Murano e Santa Maria Assunta a Torcello è stata un ‘incredibile quanto inaspettata fonte di spunti di riflessione. Entrando in San Donato, a Murano, non si può non rimaner colpiti dal pavimento. Pavimento musivo di varia natura. La maggior parte del pavimento è a tessere relativamente grandi che creano figure geometriche. Alcune sono “classiche“ quinconce, molto simili a quelle cosmatesche, almeno nella forma. Un esagono ed un ottagono completano il tutto a simboleggiare il Fonte Battesimale. L’associazione con i pavimenti cosmateschi è immediata, ma, ho pensato, questi potrebbero essere una sorta di “anello di congiunzione” con l’arte musiva bizantina. Supposizione rafforzata dalle sezioni prettamente musive, presenti in molte zone, sparse, ma ad intervalli regolari, che rappresentano nodi salomonici, che sono il “mattone” con cui, poi, vengono realizzati i nodi bizantini più complessi, ed alcune creature più o meno fantasiose. Sezioni musive simili a quelle che si possono trovare a Pavia, nella chiesa di San Michele, ad Ivrea o ad Aosta. Altra osservazione che mi viene spontaneo fare è che pavimenti come quelli presenti a San Donato, e che poi ho ritrovato a Santa Maria Assunta li ho osservati (nel Nord Italia), solo a Pomposa. Ciò mi fa pensare che siano presenti solo dove l’influenza Bizantina sia stata più forte.

Santa Maria Assunta, a Torcello è un tesoro di inestimabile valore. Costruita all’inizio dell’XI secolo, mi ha portato ad altre interessanti supposizioni. Partiamo, ancora una volta, dal pavimento. L’intero pavimento è a tessere geometriche, sapientemente incastonate, a formare figure armoniose e regolari, che, ancora una volta, mi hanno fatto pensare al lavoro preciso dei marmorari cosmateschi. Mentre in San Donato, a Murano, solo il catino absidale è musivo, in Santa Maria Assunta lo erano tutte le pareti della chiesa. Oggi resta l’immensa parete di controfacciata, con un meraviglioso Giudizio Universale di fattura bizantina, realizzata da manodopera bizantina, e, in seguito, da maestranze del luogo, doverosamente preparate. Non sono riuscito ad entrare in San Marco, ma mosaici di tale bellezza, li ho visti solo a Venezia e a Roma. Città dove l’influenza bizantina è stata più lunga e determinante. (mi manca la Sicilia…). Altro elemento che mi ha colpito di Santa Maria Assunta è una sorta di divisione in campate, (quindi divisioni trasversali), che “tagliano le navate laterali in (se non ricordo male) tre sezioni. In questo caso il paragone l’ho fatto con Santa Maria Maggiore a Lomello, che, anagraficamente, ha una cinquantina di anni in meno, e viene descritta come il primo caso in Italia in cui si possa osservare una primitiva divisione trasversale della chiesa in più campate, La chiesa di Torcello è antecedente, e la sua divisione riguarda solo le navate laterali, che sia lei la prima a tentare questa innovativa tecnica?. Sono forse aggiunte successive, a rinforzo dell’edificio, in seguito al terremoto del 1117? Appena fuori dalla Basilica, dove adesso c’è la biglietteria, ci sono due elementi che hanno l’aria di essere plutei dismessi dalla Basilica, “traforati” e reimpiegati come rosoni. Ovviamente mi sono venuti in mente i due rosoni di Santa Maria Maggiore a Roma, che ho supposto fossero due plutei longobardi reimpiegati. Ecco, qui a Torcello il decoro è molto simile, così come lo è il taglio” a formare una croce. Per quanto riguarda il tipo di bassorilievo che ho potuto osservare a Santa Maria Assunta (Torcello), a San Donato e in giro per la città di Venezia, ho notato una pesante somiglianza con l’arte longobarda. Ma, anche qui, come a Roma, i Longobardi non sono mai arrivati. Si rafforza quindi l’idea che l’arte longobarda, ed il suo riconoscibilissimo stile nei bassorilievi, derivi direttamente da quella bizantina. Probabile che maestranze longobarde abbiano appreso l’arte proprio in una città cosmopolita come era Venezia in epoca medievale. Praticamente l’unica città europea ad aver sempre mantenuto proficui rapporti commerciali con Bisanzio e l’Oriente. In attesa di approfondire le conoscenze e quindi di confermare o smentire tutte queste mie supposizioni, aggiungo le chiese venete all’incredibile bagaglio di “bella Italia” che ho potuto ammirare in questi ultimi anni.

Luca Palumbo
Sono un quarantaduenne alla perenne ricerca di castelli. Artigiano nel settore delle costruzioni meccaniche, ho la mania dei castelli e li vado a cercare dappertutto. Da qualche tempo ho iniziato ad interessarmi anche ai monasteri e alle chiese di epoca medievale, ma la passione più grande è per le merlature. Altre passioni sono per la meccanica ed i vecchi transatlantici. Transatlantici e castelli hanno in comune il fatto di esser realizzati dall’unione molte di molte persone che, come diceva un mio amico, si spezzavano la schiena per metterli in piedi, quando l’abilità dell’uomo era l’unica cosa che contava.
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