Storia e storie (di donne): Anna Sforza, la principessa dimenticata

Maestro del Libro d’Ore W 323 di Baltimora e bottega del Maestro di Anna Sforza, Libro d’Ore (1440-1450 e 1495 circa) membranaceo miniato. Como, Pinacoteca Civica

Storia e storie (di donne): Anna Sforza, la principessa dimenticata di Laura Malinverni
Anna Maria Sforza era nipote di Ludovico il Moro e figlia di Galeazzo Maria Sforza, quinto duca di Milano, e di Bona di Savoia. Nata a Milano il 19 luglio 1473, venne promessa sposa all’erede di Ercole I d’Este, Alfonso, con contratto ratificato a Milano il 14 luglio 1477 e celebrato da un’orazione di Francesco Filelfo: la futura sposa doveva ancora compiere quattro anni e lo sposo uno! Alfonso fu portato nella sala della ratifica in braccio a uno dei cortigiani…
I patti nuziali definitivi furono sottoscritti a Ferrara nella primavera del 1490 su ordine del Moro. La dote della sposa fu di 40.000 ducati, la stessa di Beatrice d’Este, futura sposa del Moro. I due matrimoni, quelli di Beatrice con Ludovico il Moro e quello di Anna con Alfonso d’Este, furono in un certo senso gemelli: celebrati nello stesso anno, il 1491, e negli stessi giorni, l’uno a Pavia e l’altro a Ferrara, sancirono la stretta alleanza tra Sforza ed Este. Anna e la cognata Beatrice, più giovane di lei di un paio d’anni, tennero un fitto scambio epistolare e furono anche in seguito molto amiche.
Il matrimonio fra la diciassettenne Anna e il quattordicenne Alfonso venne festeggiato prima a Pavia, il 23 gennaio 1491, cinque giorni dopo quello di Beatrice con Ludovico Sforza, con apparati sontuosi e un grande torneo, che durò tre giorni, al quale parteciparono molti cavalieri e signori dell’epoca e presenziarono diversi membri della corte estense, fra i quali la duchessa di Ferrara Eleonora, venuta nel ducato di Milano per le nozze della figlia Beatrice con il Moro. La celebrazione ufficiale a Ferrara delle nozze si tenne il 13 febbraio seguente e anche là le cronache registrarono lunghi e ricchi festeggiamenti, con banchetti, balli e rappresentazioni.
Nella lista del corredo di Anna, redatta il 22 gennaio 1491, spiccano i gioielli: oltre a numerose filze di perle, destano stupore una collana fatta a compassi d’oro con 64 diamanti, 33 rubini e 98 perle, un “vezzo da collo” con 17 diamanti e un fermaglio a forma di rosa con un “balasso” (pietra simile al rubino) grosso, tagliato a tavola, accompagnato da diamanti, smeraldi e perle. Sappiamo che Anna ebbe raffinatissimi cassoni istoriati per contenere il corredo e, come altre promesse spose bambine, una bambola (“pica”) per la quale venivano confezionati abiti del tutto simili a quello delle più ricche dame del tempo, anche a scopo dimostrativo delle mode, e si intagliavano mobili in miniatura… una sorta di Barbie ante litteram!
Bonaventura Pistofilo descrive Anna come una giovane “bellissima e gentilissima”. Fu sicuramente una donna colta, riservata, intelligente, di carattere opposto a quello di Alfonso d’Este, impulsivo e attratto dal lato pratico della vita, oltre che marito distratto e infedele.
Negli anni seguenti le nozze, le principali aspettative per Anna riguardarono l’arrivo di un erede, che non nacque mai. Probabilmente la duchessa ebbe varie gravidanze interrotte: sicuramente morì di parto, dando alla luce una bambina morta, il 30 novembre 1497, a soli 24 anni (si disse a causa della sifilide con cui era stata contagiata dal marito). Alfonso non poté prendere parte ai funerali proprio perché, in quel periodo, aveva il viso sfigurato dalla sifilide, malattia che colpiva diffusamente i condottieri dell’epoca, soggetti a rapporti promiscui durante le loro campagne militari. Anna fu sepolta nel monastero di San Vito a Ferrara, di cui, assieme ad altri luoghi pii, era stata benefattrice.
Alfonso si risposò con Lucrezia Borgia, dalla quale ebbe sei figli. Benché Sabadino degli Arienti ne avesse scritto una biografia l’anno dopo la morte, “Vita di Anna Sforza”, la figura della principessa sforzesca fu offuscata da subito dalla forte personalità della seconda moglie di Alfonso, e oggi non è ricordata nemmeno da un dipinto che la ritragga con certezza…

Stemmi Sforza-Este miniati sul contratto nuziale del 1477 tra Anna e Alfonso
LAURA-MALINVERNILaura Malinverni
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È autrice del saggio “La cucina medievale: umori, spezie e miscugli” (Italia Medievale, 2016) che si può acquistare online cliccando qui !
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