La festa di San Giorgio nella Milano sforzesca e l’assalto al castello di legno di Laura Malinverni
La festa di San Giorgio a Milano nel Medio Evo coincideva con la benedizione degli stendardi comunali ed ebbe molta importanza in epoca viscontea e sforzesca. Francesco Sforza la celebrò sempre in modo familiare, pur con qualche grande apparato negli ultimi anni del suo ducato: il 23 aprile 1464, per esempio, fece allestire un finto assedio di un castello di legno, combattuto nella Piazza dell’Arengo dai suoi numerosi figli, persino dai più piccoli, Ascanio e Ottaviano, all’epoca rispettivamente di soli nove e sei anni.
La descrizione di questa festa, che registrò la presenza “de donne assai et altre persone innumerabili”, ci è giunta in una lettera dell’oratore a Milano del marchese Ludovico Gonzaga al suo signore. Francesco Sforza indossò solo una corazzina con gli schinieri alle gambe, mentre il suo primogenito, “lo illustre conte Galeazzo”, di vent’anni, era invece “armato de tute arme et cussì erano li fratelli. Facta la benedictione delli stendardi, poi dicta la messa, se montoe a cavallo per acompagnare essi stendardi fuori della cità al loco usato, et questa illustrissima madona duchessa Bianca Maria gli andoe cum molte done in caretta et chi a cavallo. Furono squadre VII de gente d’arme, la più parte famiglii de questo illustrissimo signore, alla quarta erano li puti [i figli più piccoli dello Sforza] cum li stendardi… contai 360 elmetti et da altri me fue dicto erano 400 et certo bene in ordine…. se principioe de combatere il castello, hora cum dar la bataglia da uno canto, hora da un altro… El signore gli era montato suso uno cavallo cum le barde dorate et andaseva in cerchio… Duroe la bataglia più de due hore”.
Alla fine furono quelli del conte Galeazzo, il figlio primogenito e successore di Francesco Sforza, a “vincere el castello”; a torneo concluso “secondo usanza”, Galeazzo Maria offrì un grande banchetto ad amici e familiari “sotto la sua loggia” all’Arengo.
In seguito, quando Galeazzo Maria fu duca di Milano, la festa di San Giorgio divenne occasione per esibire la ricchezza della corte e le grandi ambizioni di potere del duca. Venne celebrata con grande sfarzo soprattutto dal 1467 al 1475, come festa militare, attraverso parate sontuose per le vie della città, giostre e tornei, con enormi spese per divise e abiti da cerimonia di cavalieri, soldati, cortigiani e servitori. Come ha scritto la storica Nadia Covini, “in occasione della parata e dei giochi militari i mercanti dei generi del ‘lusso guerresco’, particolarmente numerosi in città, vedevano le loro botteghe prese d’assalto dai capitani e dai soldati, ben foraggiati di denaro ducale, che compravano barde, pennacchi, armature da torneo, e tutti quei beni di lusso che servivano a ‘ben apparire’”.

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È autrice del saggio “La cucina medievale: umori, spezie e miscugli” (Italia Medievale, 2016) che si può acquistare online cliccando qui !