Sulle orme di Bisanzio

Parco archeologico e Incompiuta di Canosa
Parco archeologico e Incompiuta di Canosa

Sulle orme di Bisanzio Immagini e testo di Luca Palumbo

Terra costantemente baciata dal Sole e sferzata da venti impetuosi che sembrano voler sradicare quelle immense distese di ulivi e vigneti. Terra di una bellezza tale che quando la raggiungi non vorresti più venire via. Terra che profuma di Storia, fin dall’antichità, Taranto, città fra le più antiche del Mondo. E la Magna Grecia, e i romani poi, i bizantini e i longobardi. Ancora gli arabi, i normanni, gli svevi e gli angioini. Ognuno ha lasciato qualcosa. Ognuno ha contribuito a rendere questa regione fra le più affascinanti in Italia e non solo. Un giro di un paio di settimane alla ricerca delle cattedrali più belle. Dei segni bizantini in Puglia e, in parte, in Basilicata. Sono tornato a rivisitare posti che avevo già visto ma che non avevo saputo apprezzare realmente.

E’ il caso, per esempio di Troia, e della sua magnifica Cattedrale. Chiunque passi di qui resta folgorato dalla bellezza del suo magnifico rosone, che sembra un ricamo. La sua facciata è un esplosione d’arte. Ecco, questa Cattedrale importantissima, fulcro di una Diocesi potente e ricca poggia su piedi bizantini. Dietro la sua facciata, quasi in fondo alla chiesa è ancora visibile l’ossatura bizantina, a croce greca, sulla quale, in seguito è stata costruita la Cattedrale romanica. Della presenza bizantina è possibile accorgersene anche già da un primo giro esterno. Partendo dalla facciata e camminando lungo il suo lato sinistro, verso l’abside, si può notare una colonna che, almeno ad un primo sguardo, sembra non aver nessuna attinenza con il resto dell’edificio. Un elemento di reimpiego posizionato in modo così bizzarro? Ecco che solo entrando si scopre la verità. Attorno al Presbiterio si possono notare le altre colonne, simili alla prima, che risalgono appunto, alla costruzione originale, bizantina, Pregevoli i due portoni in bronzo. Il primo, in facciata, con i due dragoni che sembrano quasi a guardia dell’ingresso, e quello laterale con i simboli orientaleggianti. Questi due portoni, che costituisco una autentica rarità, sarebbero da trattare a parte, vista la loro ricchezza di particolari.

In questo viaggio pugliese la città che più mi ha sorpreso è indubbiamente Canosa si Puglia. Città importantissima in epoca romana ha una serie di siti storici archeologici da perderci la testa. A cominciare dalle tombe elleniche riasalenti al VII secolo a.C. fino alla cattedrale di San Sabino. La facciata non è certamente medievale. Ed è frutto di uno dei tanti rimaneggiamenti cui questa chiesa è stata sottoposta. A lasciarsi ingannare dalla facciata, ci sarebbe da girare i tacchi ed andare a cercare qualcosa che abbia almeno l’aria di medievale. Ma se si entra, e si arriva alla zona presbiteriale di San Sabino si scopre il cuore di questa antichissima chiesa, che risale, almeno per le fonti ufficiali, all’epoca del longobardi (VII-VIII) secolo. In realtà recenti lavori ne hanno retrodatato l’origine fino all’epoca giustinianea, alla quale risalirebbe almeno una delle cupole, che è stata ripulita dagli strati di intonaco. Sempre a Canosa è strepitoso il sito archeologico di San Leucio. Spettacolare chiesa paleocristiana, risalente al VI secolo con doppia pianta quadrata e ben 8 absidi, costruita a sua volta sui resti di un Tempio romano. Interessanti, in particolare, sono i lacerti di pavimento musivo, e anche quelli in coccio pesto. Non finisce qui. Tra necropoli di varie epoche e ipogei ricchi di vasi greci, si può arrivare all’antico Battistero, anche lui del VI secolo, che merita assolutamente una visita in quanto è davvero molto suggestivo. Non mi sembra di esagerare nell’asserire che Canosa di Puglia da sola abbia appagato un viaggio così lungo.

Fortunatamente per me non è stata nemmeno l’unica perla di queste due settimane. Anzi, l’elenco, lunghissimo di città visitate corrisponde ad altrettante cattedrali o castelli che, come ho anticipato all’inizio, fanno di questa regione una delizia di primissimo livello. Da Bari a Ruvo di Puglia. Da Taranto a Bitonto, dal Siponto (con Santa Maria e San Leonardo) a Barletta. Trani e le sue innumerevoli chiese, tra le quali voglio citare quella di Ognissanti che ho potuto visitare ancor prima che ultimassero i suoi lavori di restauro o la ex Cattedrale di Santa Maria in Russis, ora San Giacomo, che era l’antico Duomo, sostituito poi dalla maestosa Cattedrale di Trani che svetta sul porto e su tutta la città vecchia. E a Trani come a Bari, o a Taranto sono imperdibili anche i castelli. Tantissimi e bellissimi, i castelli pugliesi hanno tutti origini bizantine, e poi sono cresciuti in epoca normanna e sveva prima, e angioina poi. Imperdibile il leggendario Castel Del Monte (nei pressi di Andria) e l’alone di mistero che aleggia attorno al suo indiscutibile fascino. E Poi Gravina, Vieste, Manfredonia. Qualche sito anche in Basilicata. Miravo a Venosa e all’Incompiuta, senza però aspettarmi ciò che, in realtà ha da offrire questa città. Un sito archeologico di primissimo livello, e tre chiese di tre epoche diverse fra loro, delle quali resta in piedi solo quella centrale, risalente al primo XI secolo. E’ un vero e proprio gioiello, con molti elementi di reimpiego e numerosi affreschi. Al suo interno si trovano le tombe degli Altavilla. Appena fuori, in zona absidale, si trova l’incompiuta. Iniziata un secolo dopo la chiesa precedente e mai terminata, Essa venne realizzata con elementi di spoglio dell’anfiteatro che si trova a poche centinaia di metri di distanza. Infine, all’interno del parco archeologico adiacente le due chiese, si trova la più antica delle tre chiese, realizzata in epoca tardo antica della quale resta ben visibile la pianta ed il Fonte Battesimale. Nota: attenzione alle numerose tombe aperte che vi sono seminascoste dall’erba…cadere lunghi e distesi in una di esse è un’esperienza non molto piacevole… Matera, e non solo. I sassi scavati nei secoli dei secoli, abitati da millenni, fino all’altro ieri, quando si è sviluppata la parte moderna della città. Esperienza unica nel visitare le chiese rupestri. E qui la promessa che mi sono fatto di tornare ed approfondire l’argomento di questi strani luoghi di culto, che la stragrande maggioranza delle volte sono poi diventati stalle, o abitazioni, ma che, forse per questo, hanno un loro fascino tutto particolare, a Matera, ma anche in motissime località della zona, meno note al grande pubblico, ma che hanno siti ancor più interessanti del capoluogo.

Termino il mio giro con al città di Melfi. Il suo splendido castello, fra i preferiti di Federico II di Svevia, ed il Duomo, con campanile di epoca normanna. All’interno del Duomo vi è un affresco che mi ha letteralmente folgorato. Ho visto molti affreschi negli ultimi anni, di tutte le epoche. Ma la Madonna Bizantina di Melfi mi ha conquistato. La trovo semplicemente splendida. Oltre a portare nel cuore il ricordo di una terra splendida, ho la consapevolezza di aver arrichhito, di molto, il mio bagaglio culturale. Ho raccolto in ogni luogo l’eredità che i “miei “ bizantini, e i Normanni, gli Svevi, gli Arabi e gli Angioini hanno lasciato in questa terra. La promessa che mi faccio è quella, assolutamente di tornare.

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Luca Palumbo
Sono un quarantaduenne alla perenne ricerca di castelli. Artigiano nel settore delle costruzioni meccaniche, ho la mania dei castelli e li vado a cercare dappertutto. Da qualche tempo ho iniziato ad interessarmi anche ai monasteri e alle chiese di epoca medievale, ma la passione più grande è per le merlature. Altre passioni sono per la meccanica ed i vecchi transatlantici. Transatlantici e castelli hanno in comune il fatto di esser realizzati dall’unione molte di molte persone che, come diceva un mio amico, si spezzavano la schiena per metterli in piedi, quando l’abilità dell’uomo era l’unica cosa che contava.
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