Ticinum

Ticinum Immagini e testo di Luca Palumbo

Pavia è una città straordinaria, e, a mio avviso, inspiegabilmente sottovalutata. Le sue origini risalgono al periodo preromano. Durante il periodo romano era già un centro di primaria importanza. Ticinum, così si chiamava, era favorita da Augusto, che qui ha trascorso molto tempo. Non resta molto del periodo romano. Le testimonianze longobarde sono, invece, più numerose. Così come quelle medievali, alcune delle quali, visibilissime anche al viandante più distratto. Le torri medievali di Pavia sono numerose e molto alte. Alcune sono rimaste pressoché integre, e svettano in altezza, mentre altre sono state “tagliate” nel tempo e sono ancora rintracciabili, ma, in questo caso, bisogna un po’ cercarle. Tornando ai Longobardi, è pregevole la Cripta di Sant’Eusebio. Bisogna rivolgersi al museo del castello, per vederla, ma è imperdibile, così come il museo archeologico stesso, che si trova all’interno del Castello Visconteo (costruito a metà del XIV secolo). Girando per le vie di Pavia è praticamente impossibile non imbattersi nelle sue numerose e importantissime chiese. Solo a nominarle provo un senso di reverenza. San Michele Maggiore, San Pietro in Ciel d’Oro. San Teodoro e Santa Maria del Carmine. San Lanfranco e Santi Primo e Feliciano. Santa Maria in Betlem, San Francesco. Per non parlare del Duomo, anche se, quest’ultimo, oltre ad essere quasi rinascimentale come inizio, è stato pesantemente rimaneggiato soprattutto di recente durante i lavori di rinforzo della struttura, a seguito del crollo della torre campanaria, Da notare che, fuori dal Duomo, sul fianco sinistro, subito dietro la facciata, ci sono i resti della precedente chiesa medievale. Sono molto numerose anche le chiese di cui, a prima vista non si sospetta nemmeno la presenza (o l’importanza). E’ il caso, ad esempio, di San Givanni a Domnarum. Piccola e nascosta chiesa all’interno di un cortile nei pressi di Santa Maria del Carmine. Al suo interno, si può visitare una cripta tardo antica con molti elementi di spoglio e numerosi affreschi. Ad osservare la ex chiesa si Santa Maria alle Cacce, mai si sospetterebbe che sotto di lei c’è una cripta del VI secolo (che ancora mi manca). E che dire dell’Università di Economia e Commercio, che ha sede in un ex monastero, con annessa Ex chiesa tardoantica con relativa cripta tardoantica anch’essa. La sala di lettura di questa facoltà, infatti, si trova all’interno dell’ex chiesa di San Felice. Basta chiedere il permesso per visitarla, e al suo interno si possono notare le tombe longobarde di tre monache. E sotto San Felice c’è la cripta. Anche questa mi manca. Ho provato a chiedere di visitarla ma mi è stato negato il permesso. Oltre a queste chiese ci son altre chiese o parti di esse che sono sconsacrate e diventate altro, ma sono ancora visibili ad un occhio attento. Mi riprometto di realizzare una sorta di mappa con i siti più interessanti. Anche se, a dirla tutta, l’intero centro storico di Pavia è un vero e proprio museo. Ogni edificio ha un qualcosa che lo rende interessante. Certamente qualcuno più di altri. All’interno del cortile dell’Arcivescovado, per esempio c’è il resto di una torre longobarda, con annessi affreschi di tale periodo. Abito relativamente vicino a Pavia e non perdo occasione per visitarla. Ed ogni volta…ogni singola volta riesce a regalarmi qualcosa di nuovo. San Michele, per esempio. Visitato e rivisitato innumerevoli volte, è riuscita a regalarmi, scovate nel tempo, ben 11 sirene bicaudate. Chissà che in futuro possa regalarmene ancora altre. Per ora mi limito ad ambire alle due cripte che mi mancano. La Ticinum Pavia contina a sorprendermi. Ancora.

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Luca Palumbo
Sono un quarantaduenne alla perenne ricerca di castelli. Artigiano nel settore delle costruzioni meccaniche, ho la mania dei castelli e li vado a cercare dappertutto. Da qualche tempo ho iniziato ad interessarmi anche ai monasteri e alle chiese di epoca medievale, ma la passione più grande è per le merlature. Altre passioni sono per la meccanica ed i vecchi transatlantici. Transatlantici e castelli hanno in comune il fatto di esser realizzati dall’unione molte di molte persone che, come diceva un mio amico, si spezzavano la schiena per metterli in piedi, quando l’abilità dell’uomo era l’unica cosa che contava.
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