
Scoperto uno dei più antichi esemplari di spada bellunese. Si tratta della spada di Philadelphia, denominata così perchè attualmente custodita al Philadelphia Museum of Art. Un manufatto noto da tempo, ma del quale solo di recente si è compresa l’origine bellunese e la sua importanza nella storia del distretto protoindustriale delle spade di questa provincia tra le Dolomiti. Grazie al progetto Interreg “KLANG – Spade di leoni e aquile” la ricerca sull’antica tradizione delle spade, condotta grazie allo studio dei ricercatori dell’Università di Innsbruck, sta compiendo grandi passi in avanti. “La spada è sempre stata classificata, generalmente, come made in Italy – spiega il ricercatore Florian Messner – e anche nel sito del museo di Philadelphia, dov’è conservata, si legge questa dicitura. Insomma, si sapeva che era parte dell’armeria dei mamelucchi ed era stata realizzata in Italia, ma niente di più. Con i nostri studi abbiamo dimostrato come il marchio presente nell’arma, il cosiddetto nodo bellunese, sia una chiara prova dell’origine bellunese della creazione”.
La spada risale all’inizio del XV secolo, tra il 1400 e il 1415 presumibilmente, ed è una tipica spada da cavaliere. Un’arma, dunque, molto diversa e che ha poco in comune con le eleganti realizzazioni dei fratelli Ferrara, di 200 anni più tardi, ma che dimostra quanto sia antica l’arte della forgiatura delle lame nel Bellunese. Caratteristici della produzione di questo distretto sono, appunto, i cosiddetti “nodi bellunesi” presenti sulla superficie della lama come punzoni di forgiatura; una caratteristica delle armi prodotte in questa provincia, utilizzata dagli spadai per diversi secoli. La spada è lunga 103 cm, pesa 1,36 kg ed è caratterizzata da fili che corrono molto dritti verso la punta, senza curvatura. Si può con ogni probabilità pensare che il modello (Oakeshot XV) sia stato usato da un cavaliere e tenuto con una mano sola. Gli studi stanno proseguendo, ma al momento non è possibile capire chi l’abbia realizzata né a chi fosse destinata. Siamo però in grado di ricostruire parti della sua storia.
La spada di Philadelphia compì un lungo viaggio. All’inizio del XV secolo non era rimasto nulla degli stati crociati cristiani sul Levante. L’isola di Cipro era il primo bastione contro l’avanzare dell’Islam ed era stata invasa più e più volte, sopra tutto dai mamelucchi dall’Egitto. L’ultima e definitiva sconfitta dei ciprioti risale al 1426, nella battaglia di Khirokitia quando l’isola passò sotto il controllo dei mamelucchi. Nel corso di questa vittoria, i mamelucchi catturarono anche grandi quantità di armi, tra cui la spada di Philadelphia, che probabilmente arrivò a Cipro passando per Venezia. I beni vennero poi conservati nell’Arsenale di Alessandria e da lì numerose spade sono poi approdate tra il 1517 e il 1936 al Museo Askeri di Instanbul. La storia di molti di questi manufatti proseguì poi nelle dimore di ricchi mecenati, ai quali furono venduti o regalati. La spada bellunese, per esempio è entrata nella collezione di Carl Otto Kretzschmar von Kienbusch, un americano appassionato conoscitore d’armi, che la lasciò al Philadelphia Museum of Art dopo la sua morte nel 1976. Qui si trova ancora sotto il numero di inventario 1977-167-538 ed è uno dei pezzi più importanti della collezione d’armi.
“KLANG – Spade di leoni e aquile” è un progetto Interreg finanziato dall’UE, dal Fondo FESR e Interreg V-A Italia-Austria 2014-2020. Per maggiori informazioni è già attiva la pagina Facebook del progetto !